Piazza Affari ai massimi da aprile, spread in area 200. Gas a prezzi pre-guerra
Il prezzo del gas precipita dell'11%, quello del petrolio di oltre il 4%. L'inflazione rallenta in Francia, in Germania. Attesa per i verbali della Federal Reserve. Spread in calo a 201 punti
di Stefania Arcudi ed Eleonora Micheli
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6' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Terza chiusura consecutiva in buon rialzo per le Borse europee che consolidano il rally di inizio anno dopo i pesanti cali registrati nel 2022 favorite anche dai dati sul'inflazione in rallentamento. La migliore è stata Parigi (CAC 40). A Milano, dove il FTSE MIB ha guadagnato il 4,7% circa nelle prime tre sedute dell'anno, si sono messe in luce le banche, mentre hanno perso quota i petroliferi. Bene Francoforte (DAX 40), Londra (FT-SE 100), Madrid (IBEX 35) e Amsterdam (AEX). Dopo un avvio positivo, Wall Street è in altalena, con la Borsa americana che attende i verbali della Fed e, soprattutto, il dato sull'occupazione di venerdì.
Aiutano i dati sull'andamento dei prezzi: dopo la frenata di dicembre segnalata in Germania, anche dalla Francia arrivano la stessa indicazioni. Proprio questi dati stanno innescando un forte recupero dei titoli di Stato nell'Eurozona che contribuiscono al quadro d'insieme favorevole. L'attenzione degli investitori è poi rivolta ai verbali della riunione Fed di dicembre, dai quali si attendono indicazioni sulle prossime mosse della Banca centrale sul rialzo dei tassi per combattere l'inflazione record, che in Usa potrebbe aver già raggiunto il picco.
«I listini europei stanno estendendo i guadagni registrati durante la notte in Asia mercoledì, e il rally di Capodanno sembra destinato a continuare questa settimana - osserva Pierre Veyret, analista tecnico di ActivTrades - La propensione al rischio rimane ampiamente presente, nonostante i dati macro contrastanti giunti dal Vecchio Continente, visto che gli investitori hanno accolto con favore notizie positive dalla Cina, con Pechino che starebbe prendendo in considerazione misure di sostegno estese nei confronti del mercato immobiliare. Questa notizia ha contribuito a sollevare il sentiment di mercato, mentre la maggior parte degli operatori sta lentamente spostando la propria attenzione verso gli Stati Uniti e i dati in procinto di pubblicazione» come i verbali della Federal Reserve e soprattutto, venerdì 6, il rapporto mensile sui nuovi posti di lavoro statunitensi.
Wall Street rallenta dopo dati macro
Dopo un avvio positivo, gli indici sono passati in negativo e quindi procedono con continui stop-and-go a Wall Street, dopo i deludenti dati macroeconomici pubblicati. In particolare, a dicembre, l'Ism manifatturiero - l'indice che misura la performance del settore manifatturiero negli Stati Uniti - è calato rispetto al mese precedente più delle attese. Il settore è rimasto in contrazione, dove era finito a novembre dopo 29 mesi consecutivi in espansione (sopra i 50 punti). L'attesa è comunque per i verbali della Fed e per il dato sull'occupazione di venerdì. Gli indici sono reduci dal primo anno negativo dopo tre consecutivi in rialzo, il peggiore dal 2008, anno della crisi finanziaria provocata dai mutui subprime. Le statistiche mostrano che il mercato azionario statunitense tende a rimbalzare durante l'anno successivo a un calo: lo S&P 500, in media, ha guadagnato finora il 15% nell'anno successivo a un calo maggiore dell'1%. Il 2023, però, si prospetta difficile almeno quanto il 2022, tra rialzi dei tassi d'interesse, paure di recessione, aumento dei contagi da Covid-19 e guerra in Ucraina.
A Milano bene gli istituti di credito, petroliferi pesanti
A Piazza Affari, tra i titoli brillano gli istituti di credito, da Banco Bpm a Finecobank, passando per Unicredit. Bene nelle reti energetiche Terna e il lusso con Moncler, settore che deve fare i conti con la complicata situazione in Cina sul fronte Covid. La debolezza del greggio pesa come alla vigilia sui petroliferi con Tenaris, Saipem ed Eni. Ancora vendite su Leonardo in un settore difesa che sta perdendo un po' di appeal in questa prima fase dell'anno rispetto al 2022. Attenzione anche su Telecom Italia dopo le indiscrezioni de Il Messaggero secondo cui Cassa Depositi e Prestiti e il fondo Macquarie potrebbero presentare la propria offerta per la rete Telecom entro la metà di gennaio. Bene anche i tecnologici grazie al balzo di Alibaba Group: Ant Group, in cui il gigante dell’e-commerce detiene una partecipazione, ha ottenuto l’approvazione per raccogliere 1,5 miliardi di dollari in aumento di capitale. Inoltre la Banca centrale cinese ha sollecitato gli istituti di credito a fornire garanzie a supporto dei gruppi immobiliari giudicati sani ma al momento in fase di difficoltà.
BTp, giù i rendimenti a 10 anni al 4,29%
Chiusura in netto calo per lo spread BTp/Bund che beneficia del ritorno di fiducia sui mercati obbligazionari nei primi giorni dell'anno palesato dal generale calo dei rendimenti sulla curva euro. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp benchmark decennale (IsinIT0005494239) e il pari scadenza tedesco è indicato a 201 punti base dai 210 punti base dell'ultimo riferimento registrato alla vigilia. In forte ribasso anche il rendimento del BTp decennale benchmark indicato al 4,29% dal 4,48% dal closing della vigilia.
Francia, prezzi al consumo calano a dicembre
I prezzi al consumo in Francia sono scesi, a sorpresa dello 0,1% a dicembre con l'inflazione che e' rallentata al 5,9% su un anno, contro il 6,2% di novembre, secondo la stima provvisoria pubblicata dall'istituto di statistica Insee. Le attese erano per una crescita dei prezzi. A determinare la flessione il calo dei prezzi dell'energia. Tuttavia, questo calo potrebbe essere solo temporaneo, poiché il mese scorso l'Istituto nazionale di statistica ha avvertito che l'inflazione dovrebbe raggiungere il picco del 7% all'inizio del 2023, prima di diminuire in modo più sostenibile a partire da marzo.
Frenata inflazione tedesca supporta ancora i listini europei
La tendenza sui prezzi tedeschi - dopo il rallentamento dei prezzi al consumo all'8,6% a dicembre - è confermata anche dai dati relativi alle importazioni. I prezzi all'importazione, infatti, sono diminuiti del 4,5% a novembre 2022, registrando il terzo calo consecutivo e un calo senza precedenti su mese. Lo rende noto l'Ufficio di statistica Destatis aggiungendo che i prezzi all'import sono saliti, invece del 14,5% rispetto al novembre 2021, rallentando dai mesi precedenti. «Il forte calo dell’inflazione tedesca è dovuto ai sussidi energetici una tantum, quindi probabilmente si invertirà a gennaio», avverte infatti Franziska Palmas, Senior Europe Economist di Capital Economics. «È probabile che l’inflazione globale diminuisca rapidamente a marzo, ma riteniamo che il tasso di base, che probabilmente è aumentato a dicembre, chiuderà l’anno ben al di sopra del 2%», aggiunge l’economista, raffreddando in parte le attese per mosse meno aggressive sui tassi della Bce nei prossimi appuntamenti di febbraio e marzo.
Rallenta la contrazione dell'economia nell'Eurozona
A dicembre, rallenta la contrazione economica dell’Eurozona con un calo della pressione sui prezzi. Ad alleviare le pressioni sull’economia della regione è stato il nuovo e forte indebolimento dell’inflazione che ha rallentato il calo degli ordini e favorito un ulteriore rialzo della fiducia. Ma l’ottimismo economico generale è rimasto storicamente contenuto: ciò riflette le preoccupazioni delle aziende sulle prospettive del mercato energetico, l’alta inflazione e i crescenti rischi di recessione. S&P Global pubblica l'indice destagionalizzato Pmi della Produzione Composita dell’Eurozona di dicembre che ha registrato un valore inferiore a 50 posizionandosi per il sesto mese consecutivo in zona contrazione, ma in rialzo a 49,3 rispetto a 47,8 di novembre, indicando il calo più contenuto da luglio scorso, mese in cui l’attività ha iniziato a contrarsi. È ancora una volta il manifatturiero a costituire il freno principale della produzione complessiva di dicembre,considerando che l'indice Pmi dei servizi, pur restando sotto la soglia di 50, e' salito a 49,8 da 48,5 di novembre.
Gas(-11%) ai livelli di gennaio. Giù il petrolio, euro risale a 1,06$
Nuovo tonfo del valore del gas: sulla piattaforma di Amsterdam Ttf il future di febbraio ha perso l'11,49%, portandosi a 64 euro al megawattora, livello che non si vedeva dal 20 gennaio 2022, prima che iniziasse la guerra in Ucraina. Dal picco sopra i 342 euro, toccato lo scorso 26 agosto, il valore del gas ha perso oltre l'81%. Nelle prime sedute del 2023 il valore del gas è sceso del 16,1% e dallo scorso 19 dicembre, giorno in cui in Europa è stato raggiunto l'accordo sul price cap, le quotazioni sono scivolate del 41%. A incoraggiare le vendite sul gas è la domanda più ridotta a causa dell'inverno mite, dei piani nazionali di risparmio del gas oltre che della minore richiesta da parte delle aziende che così hanno cercato di ridurre i costi. Il calo di oggi è inoltre dovuto anche ai dati emersi sugli stoccaggi europei, che sono risultati quasi al massimo della propria capacità, in base ai dati della piattaforma Gie-Agsi: in Europa sono all'83,5%, in Italia all'82,5%. Sul podio la Germania, che ha scorte per 222,83 TWh, in crescita dello 0,41% e un indice di riempimento del 90,57%. I timori di una frenata dell'economia hanno pesato anche sul petrolio, con il Brent che a Londra è tornato sotto gli 80 dollari al barile, il Wti che a New York è scambiato sotto i 75 dollari. Sul mercato valutario, l'euro risale a 1,06 dollari.
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