Powell: inflazione ancora troppo alta, ma serve cautela su tassi. Wall Street chiude in calo. Borse Ue in rosso
Lo spread chiude a 203 punti alla vigilia della decisione di S&P sul rating sovrano dell'Italia. Occhi puntati sulla stagione delle trimestrali in Usa e Europa.
di Enrico Miele e Chiara Di Michele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Inizia nel peggiore dei modi la stagione delle trimestrali in Europa, con il tonfo di Renault, a cui fa eco quello di Tesla sul Nasdaq, che manda di nuovo in sofferenza le Borse del Vecchio continente. I listini terminano la seduta con cali vicini all’1%. Ma la “maglia nera” va al FTSE MIB, mentre l’Italia resta osservata speciale in attesa della decisione di S&P sul rating sovrano (venerdì 20 ottobre). Lo spread Btp-Bund chiude sopra quota 200. Sui mercati, le difficoltà del settore auto si sommano ai timori per una possibile escalation della crisi in Medio Oriente e per la durata della stretta monetaria, come testimoniano i rendimenti dei Treasury decennali Usa vicino alla soglia simbolica del 5 per cento.
Powell: inflazione troppo alta, ma serve cautela su tassi
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, si è detto soddisfatto del calo dell'inflazione di quest'estate e ha fatto intendere che difficilmente la Banca centrale alzerà ancora i tassi d'interesse, a meno che non si manifesti chiaramente la possibilità che un'economia più forte metta a rischio questi progressi. «Visti rischi e incertezze, procederemo con cautela», ha detto Powell, parlando all'Economic Club di New York. «I dati recenti hanno mostrato progressi verso entrambi» gli obiettivi della Fed, di un'inflazione stabile e un forte mercato del lavoro. Powel l ha però avvertito che l'inflazione «è ancora troppo alta e che pochi mesi di dati positivi sono solo l'inizio per essere fiduciosi verso un ritorno dell'inflazione verso l'obiettivo» del 2%. A settembre, i prezzi al consumo sono attesi in rialzo del 3,5% rispetto a un anno prima, con il dato 'core' al 3,7%, ha detto il presidente della Fed. Powell ha poi aggiunto che una crescita troppo forte «potrebbe mettere a rischio i progressi e rendere necessaria un'ulteriore stretta della politica monetaria». «Potrebbe ancora esserci» la necessità di «una stretta significativa», ha avvertito Powell.
Wall Street in lieve rialzo subito dopo Powell, poi chiude in calo
A Wall Street il Dow Jones chiude in calo dello 0,75% a 33.414,17 punti. L’S&P 500 perde lo 0,86% a 4.277,35 punti mentre il Nasdaq per lo 0,96% a 13.186,17 punti. Sul fronte delle trimestrali, Netflix è in rialzo dopo i conti sopra le stime mentre scivola Tesla, tra i peggiori sullo S&P 500, dopo che la società di auto elettriche ha deluso le attese degli analisti su ricavi e utili per la prima volta dal luglio 2019. L'amministratore delegato, Elon Musk, si dice preoccupato per l’impatto degli alti tassi di interesse sulle famiglie che intendono acquistare un'automobile. Ecco perché i progetti di espansione potrebbero subire un rallentamento, a partire dalla nuova gigafactory che Tesla dovrebbe costruire in Messico. Sale poi il titolo di American Airlines, nonostante la perdita superiore alle attese e il calo dell'outlook sui profitti dettato dall'instabilità in Medio Oriente e dall'aumento dei costi del carburante. In calo il titolo di Philip Morris, così come Blackstone, dopo un trimestre inferiore alle attese.
A Piazza Affari giù le auto e le banche
Sull'azionario milanese, Stellantis scivola in fondo al listino in scia al resto del comparto europeo. Seduta debole per i principali bancari, a partire da Banca Pop Er eBanca Mps, l’industria con Leonardo - Finmeccanica e l’auto con Pirelli & C. Il “la” alle vendite è scattato in particolare per il settore delle quattro ruote appesantito dal brusco calo di Renault (-7% a Parigi), dopo che i conti del terzo trimestre hanno messo in luce una crescita dei ricavi più lenta anche a causa del deprezzamento valutario. Seduta in rosso per i petroliferi (giù Tenaris, in scia alle quotazioni del petrolio «ballerine», dopo che alla vigilia i prezzi erano aumentati sulla richiesta iraniana di un embargo al petrolio in Israele (ma poi l'Opec ha fatto sapere che non intende dar seguito all’ipotesi). Quanto a Saipem, sale anche l'attesa per i conti del terzo trimestre, in arrivo il prossimo 25 ottobre
Petrolio in discesa, spread oltre 200 punti
Il prezzo del petrolio è in calo, dopo che l'Opec non ha mostrato di voler appoggiare la richiesta dell'Iran di un embargo petrolifero a Israele. L'euro è in leggero rialzo, ma resta sotto 1,06 dollari ( a 1,0574 alla chiusura dei mercati). Debole il gas, intorno ai 50 euro al Megawattora. Lo spread tra BTp e Bund si mantiene sopra la soglia dei 200 punti base ma nel finale di seduta si restringe a 203 punti rispetto ai 206 al closing della vigilia. Il rendimento del BTp decennale benchmark si aggira inotrno al 5%.
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