Borse in rally vedono la fine della stretta. Milano chiude a +1,76%, vola Ferrari
Wall Street positiva dopo la decisione della Fed. A Piazza Affari prosegue la stagione delle trimestrali. Spread sotto i 190. Sale il greggio
di Chiara Di Cristofaro e Laura Bonadies
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Il picco degli aumenti dei tassi è stato raggiunto: è questa la scommessa del mercato che interpreta così i segnali di cautela lanciati ieri dalla Fed, che ha lasciato invariato il costo del denaro. Complice il rialzo di Wall Street e il forte calo dei rendimenti obbligazionari sia in Europa che negli Usa, le Borse europee chiudono la seduta in deciso rialzo ma sotto i massimi di giornata, con il FTSE MIB che archivia la giornata con slancio.
Wall Street chiude positiva dopo la Fed
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dell’1,70% a 33.839,05 punti, il Nasdaq avanza dell’1,78% a 13.294,19 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,89% a 4.317,78 punti. La Federal Reserve, come atteso, ha deciso di mantenere i tassi d'interesse al 5,25%-5,50%, il livello più alto dal 2001, per la seconda volta consecutiva. Gli investitori scommettono che la Banca centrale statunitense non muoverà i tassi fino al 2024, benchè il presidente della Fed, Jerome Powell, abbia detto esplicitamente che nuovi rialzi restano possibili e che si deciderà volta per volta, in base ai dati economici e all'outlook. Intanto il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, nella settimana terminata il 28 ottobre, è aumentato di 5.000 unità a 217.000 (seasonally adjusted), secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro. Le attese erano per un dato a 214.000. Cresce più delle attese la produttività nel terzo trimestre, mentre il costo del lavoro è diminuito a sorpresa. Stando alla lettura preliminare del dato diffuso dal dipartimento del Lavoro, l'indice ottenuto dividendo la produzione per il numero di ore lavorate è cresciuto al tasso annualizzato del 4,7% rispetto ai tre mesi precedenti, contro il 4,3% delle attese. Si tratta dell'aumento maggiore dal terzo trimestre del 2020. Il costo unitario del lavoro invece è diminuito dello 0,8%, contro le attese per un +0,7%. Diminuiscono anche i rendimenti del titoli del Tesoro.
Bank of England non alza i tassi
La Banca di Inghilterra ha lasciato invariati i tassi di interesse al 5,25%. La decisione era attesa dai mercati e segue quanto già avvenuto nella riunione di settembre, in cui l'istituto aveva interrotto una striscia di 14 rialzi consecutivi che ha portato i tassi ai livelli più alti dal 2008. La decisione è stata assunta con 6 voti favorevoli e 3 contrari. Tre rappresentanti del comitato di politica monetaria avrebbero preferito un incremento dei tassi al 5,5%. A settembre l'inflazione nel Regno Unito si è attestata al 6,7%, confermando i livelli di agosto. La decisione della Bank of England sei pone sulla scia di quella della Federal Reserve americana e della Banca centrale norvegese, che hanno optato per una pausa nella stretta monetaria.
A Milano balza Tenaris dopo i conti
Tra i titoli a Piazza Affari, non si arresta la corsa di Tenaris dopo la pubblicazione della trimestrale che svetta sul listino principale. In progresso anche Stmicroelectronics , in scia alla buona performance dei titoli tecnologici a livello europeo. Gli acquisti premiano anche Interpump Group , Moncler e Diasorin. In luce Ferrari dopo i conti sopra le attese e il rialzo della guidance. In fondo al Ftse Mib Unicredit e Iveco Group. Fuori dal listino principale, prosegue la corsa di Lottomatica Group dopo l’annuncio di un accordo per l’acquisto della società di scommesse SKS365.
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Spread sotto i 190 punti
Poco movimentato lo spread tra BTp e Bund che resta sotto i 190 punti base. Il rendimento sul Bund 10 anni è sceso sui minimi della settimana al 2,7%, quello sul BTp decennale sotto il 4,6% sui minimi da sei settimane. Il quadro di insieme è positivo sui mercati finanziari e gli analisti pronosticano una maggiore propensione al rischio dopo che la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse Usa invariati e ha affermato di voler procedere con attenzione su altri interventi alla luce dei progressi fatti sull'inflazione e delle incertezze attuali.
Euro a 1,06 dollari. Sale il greggio
Con il ritorno della propensione al rischio scende il dollaro e l'euro sale a 1,062 sul biglietto verde (1,0539 ieri in chiusura). Euro/yen a 159,78 (159,24) e dollaro/yen a 150,45 (da 151,086). Sul fronte energetico, solidi acquisti sul petrolio col Wti dicembre a 82,11 dollari (+2%) e il Brent pari scadenza a 86,23 (+1,9%) mentre il gas europeo ad Amsterdam è a 48,85 euro al MWh (+2,2%).
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