Borse, la scossa di Nvidia non basta all’Europa ma mette le ali al Nasdaq. Biden: non ci sarà default sul debito
Il colosso dei semiconduttori Usa stima ricavi record grazie alla domanda di chip per l'AI. Il nodo del debito Usa alimenta il nervosismo sui listini, così come i dati macro. Attenzione alta su crescita e banche centrali, la Germania è tecnicamente in recessione. Gas a 25 euro/MWh
di Andrea Fontana e Paolo Paronetto
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4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Alle Borse europee non basta la scossa di Nvidia sul settore tech, grazie alle previsioni sulle vendite al traino del boom dell'intelligenza artificiale: gli investitori continuano a valutare con preoccupazione lo stallo nelle trattative sul tetto al debito Usa e gli ultimi dati macroeconomici, che non danno certezze sulle future strategie delle banche centrali. I principali listini hanno così chiuso la seduta sotto la parità, con il FTSE MIB di Piazza Affari penalizzato dalle vendite sui titoli dell'energia. Si è distinta Amsterdam, galvanizzata proprio dal buon andamento dei big tecnologici, a partire da Asm International.
Sul fronte macro, Fitch ha deciso di mettere sotto osservazione con implicazioni negative il rating AAA degli Stati Uniti, proprio a causa delle incertezze sul debito. Non aiutano neanche le notizie arrivate dalla Germania, entrata tecnicamente in recessione, dopo avere registrato un calo dello 0,3% del Pil nel primo trimestre 2023 (-0,5% nel trimestre precedente). Negli Usa, inoltre, sia il Pil che l'inflazione "core" sono aumentati più del previsto nel primo trimestre.
In serata le trattative sul debito Usa sono apparse sul punto di una svolta positiva. «Abbiamo concordato che non ci sarà il default degli Stati Uniti», ha detto Joe Biden alla Casa Bianca a proposito dei colloqui con lo speaker Kevin McCarthy sul tetto del debito. Wall Street ha reagito bene al rinnovato ottimismo su questo delicatissimo dossier. Il Nasdaq in particolare ha chiuso a +1,71%, l’S&P 500 a +0,88 per cento. In lieve calo il Dow Jones (-0,11%).
Usa, Pil e inflazione "core" sopra le stime nel primo trimestre
I dati Usa non faranno che aumentare l'incertezza degli operatori: se infatti il Pil americano è aumentato più delle attese nel primo trimestre, così ha fatto anche l'inflazione "core" misurata in base alle spese per consumi. Nel dettaglio il Prodotto interno lordo statunitense è aumentato al tasso annualizzato dell'1,3% nel primo trimestre del 2023 rispetto ai tre mesi precedenti, dopo il +2,6% del quarto trimestre del 2022. È quanto emerge dalla seconda lettura del dato, superiore alle attese che erano per una conferma dell'1,1% in prima lettura. Il dato Pce sull'inflazione, d'altra parte, è aumentato nel primo trimestre del 2023 dal 3,7% del trimestre precedente al 4,2%, in base alla seconda lettura del Pil statunitense, confermando il dato della prima lettura. Il dato 'core', quello depurato dai prezzi energetici e dei prodotti alimentari, è aumentato dal 4,4% al 5%, contro attese per una conferma del 4,9% in prima lettura. Sotto le attese, invece, il dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione.
Grazie al boom delle AI, Nvidia batte le attese e alza le stime
Giornata di fermento per il settore tecnologico con lo stoxx del comparto che segna la performance migliore a livello continentale dopo che il colosso dei semiconduttori Nvidia Corp ha fornito al mercato una stima di ricavi superiore di oltre il 50% rispetto alle previsioni di Wall Street. Il titolo è indicato a +25% nel pre-Borsa e segna la migliore performance nelle quotazioni milanesi, dopo aver detto di aspettarsi circa 11 mld di dollari di vendite nei tre mesi che terminano a luglio. Il gruppo è il maggiore produttore di processori GPU per l'AI, la cui domanda è esplosa nell'ultimo periodo con l'avvento delle tecnologie generative come ChatGPT e Google Bard. Il titolo sta spingendo al rialzo soprattutto ad Amsterdam Asm International, Be Semiconductor e Asml. A Piazza Affari gli acquisti hanno premiato Technoprobe, mentre è rimasta indietro Stmicroelectronics, meno esposta all'intelligenza artificiale.
A Piazza Affari riflettori su Generali, contrastate le banche
A Piazza Affari l'attenzione è rivolta a Generali dopo che il gruppo ha annunciato di avere chiuso il primo trimestre con un risultato operativo a 1,8 miliardi (+22%) e un utile a 1,22 miliardi (+49%). Mercoledì il numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, ha detto che l'istituto di Piazzetta Cuccia è disposto a vendere tutte le azioni dell'assicurazioni, pari al 13% del capitale, nel caso in cui fosse necessario per realizzare un'operazione straordinaria. Dopo i cali della vigilia, procedono in ordine sparso le banche, con Banca Mps ancora giù dopo il -7% di mercoledì. Sono deboli Banca Pop Er e Banco Bpm, con cali di quasi un punto percentuale, Tenta un timido recupero Unicredit. Tengono le Intesa Sanpaolo. All'indomani della buona performance della vigilia, innescata dal piano industriale al 2026, difendono le posizioni anche le Mediobanca. Acquisti anche su Poste Italiane, mentre sono deboli energetici e utility. In coda al listino Telecom Italia che aspetta il cda di lunedì per la cooptazione del nuovo consigliere al posto di Arnaud de Puyfontaine, in rappresentanza del primo socio Vivendi che ha indicato come candidato Luciano Carta, già presidente di Leonardo.
Spread in lieve calo, rendimento Btp al 4,34%
Sull'obbligazionario, chiusura in leggero calo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è indicato a 185 punti base, due in meno rispetto al valore della chiusura di ieri. Il rendimento del BTp decennale benchmark sale al 4,34% dal 4,32% del riferimento precedente. Il rendimento del Bund sale leggermente di più, dal 2,43 al 2,49 per cento.
Gas -9% a 25 euro, scende anche il petrolio
Sul valutario, continua il momento di forza del dollaro alla luce del Pil americano e dei dati sull'inflazione: l'euro è ai minimi da due mesi a 1,0721 dollari da 1,0745 mercoledì. La moneta unica vale anche 149,94 yen (da 149,83), mentre il rapporto dollaro/yen è a 139,88 (da 139,38).
Sul fronte energetico, il gas segna i nuovi minimi dalla fine di maggio 2021 e avvicina quota 25 euro al megawattora. Il future giugno perde il 9% a 25,3 euro. Petrolio in netto calo tra il rafforzamento del dollaro, le parole del vicepremier russo Novak che ha allontanato le ipotesi di nuovi tagli della produzione Opec+ a giugno e i realizzi dopo tre giorni di rialzo. Il Wti luglio perde oltre il 2% a 72,58 dollari al barile, il Brent luglio arretra del 2% a 76,4 dollari al barile.
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