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Borse, aumenta la cautela tra gli operatori. Per il 55% economia euro in recessione

Il combinato disposto di aumento dei tassi, guerra in Ucraina, crescita inferiore delle attese in Cina e brusca frenata della principale economia del blocco europeo, la Germania, induce gli operatori dei mercati a un atteggiamento di maggiore prudenza in vista dei prossimi mesi.

di Corrado Poggi

I punti chiave

  • Cambi: frena la corsa dell’euro, per 56% operatori cross con dollaro stabile

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Aumenta la cautela fra gli operatori dei mercati finanziari a fronte di uno scenario di persistente debolezza dell’economia europea. E’ lo scenario che emerge dal sondaggio di agosto condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Scende infatti dal 35 al 27 per cento la percentuale di quanti prevedono rialzi nei prossimi sei mesi che solo per il 3% potrebbero essere in doppia cifra (dal 6% di un mese fa) mentre sale dal 47% al 56% il campione di quanti si attendono mercati stabili. Pressoché invariata al 17%, dal 18% di luglio, la percentuale di quanti vedono ribassi che per l’1% saranno in doppia cifra. “In base alle ultime rilevazioni di fine agosto, è diminuita la propensione al rischio e il sentiment degli operatori dei mercati finanziari propende ora per una maggior cautela – spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - complici l’aumento del prezzo degli energetici che potrebbe mantenere elevata l’inflazione e il peggioramento dei dati macroeconomici in zona Euro, che evidenziano un deterioramento nel settore dei servizi, oltre che in quello manifatturiero. Nonostante la fase di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali sia vicina alla conclusione, pesano i segnali di rallentamento in Europa e le possibili ripercussioni sulla capacità di consumo delle famiglie. Pertanto, nonostante la maggior parte degli intervistati ritenga che le Borse possano stabilizzarsi vicino ai livelli attuali nei prossimi due trimestri, diminuisce la percentuale di coloro che credono che gli indici possano apprezzarsi ulteriormente”.

Cambi: frena la corsa dell’euro, per 56% operatori cross con dollaro stabile

Per il mercato dei cambi si profila un periodo di sostanziale stabilità. Secondo il 56% degli operatori, infatti, i rapporti di forze fra euro e dollaro rimarranno stabili nel corso dei prossimi mesi, in netto rialzo dal 47% registrato un mese fa. Scende sensibilmente di conseguenza il campione di quanti vedono un euro capace di scalare nuove posizioni: erano il 35% un mese fa (con un 6% di operatori che vedono guadagni molto significativi) mentre sono il 27% questo mese, con solo un 3% che vede forti rialzi della divisa unica. Sul fronte opposto rimane pressoché stabile (al 17% dal 18% di luglio) la percentuale di quanti puntano su un rafforzamento del dollaro ora che le politiche monetarie sui due lati dell’Atlantico sembrano prossime ad aver esaurito la loro manovra di stretta con la differenza di un’economia Usa che appare ancora più dinamica di quella europea. “Nella rilevazione mensile – spiega Mocio - non sfugge l’aggiornamento del quadro economico Usa che mostra tutta la resilienza dell’economia americana, confermata negli ultimi giorni sia dal mercato del lavoro che dall’indice Ism, che lascia spazio alla possibilità che la Fed possa intervenire con un nuovo rialzo dei tassi entro la fine dell’anno. Per gli operatori questo rafforza il dollaro nei confronti dell’euro: secondo il 71% degli intervistati, infatti, il biglietto verde difficilmente si indebolirà, rispetto dai livelli attuali, da qui alla prossima primavera”.

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Spread: per 74% operatori resterà stabile ma per il 15% salirà oltre quota 200

Stabilità ma con il rischio di un possibile aumento nei prossimi mesi quando le discussioni sulla riforma del patto di stabilità e crescita arriveranno al punto decisivo. Se per l’85% degli operatori (dal 92% di un mese fa), lo spread – che oggi naviga attorno a 174 punti - è destinato a mantenere saldamente le posizioni attuali senza sforare in modo stabile quota 200 punti, per il rimanente 15% è invece da ipotizzare un superamento della soglia psicologica. A luglio solo l’8% degli operatori aveva segnalato questo rischio. “Dopo diversi mesi – spiega Mocio - cresce (15%) anche la quota di chi ritiene che lo spread tra BtP e Bund possa aumentare nei prossimi mesi, complice anche la discussione ancora aperta in Europa sulle regole di bilancio, sospese a causa della pandemia, ma che potrebbero tornare a penalizzare i Paesi più indebitati”. Resta comunque prevalente, secondo i risultati del sondaggio, la percentuale (al 74%, invariata rispetto a un mese fa) di quanti puntano sulla permanenza del differenziale nell’attuale fascia di oscillazione compresa fra 150 e 200 punti. Per il 9% è invece possibile un restringimento fra 100 e 150 punti e per un ulteriore 2% fra 50 e 100.

Assiom Forex: per 55% operatori economia eurozona in recessione in II semestre

L’economia dell’eurozona corre il rischio di cadere in recessione nella seconda metà dell’anno. Ne è convinto il 55% degli operatori che hanno preso parte al sondaggio. Secondo questa maggioranza, infatti, l’economia dell’eurozona sta dando chiari segnali di un brusco rallentamento con l’improvvisa frenata del settore servizi che si aggiunge alla contrazione in atto nella manifattura e alla luce della crescita inferiore alle attese in Cina e della perdurante incertezza del quadro geopolitico. La crescita dell’eurozona per il secondo trimestre è stata del resto rivista al ribasso allo 0,1% dal precedente 0,3% mentre l’Italia ha peggiorato la propria stima per il pil per lo stesso periodo a -0,4% da -0,3%. Senza dimenticare che la Germania ha registrato una crescita zero fra aprile e giugno e le nuove stime della Commission Europea, diffuse oggi, prevedon ora una contrazione dello 0,4% per l’intero 2023. Per il rimanente 45% degli operatori, d’altro canto, la crescita rimarrà modesta ma grazie alla tenuta del mercato del lavoro e alla riduzione dell’inflazione che dovrebbe facilitare la tenuta dei consumi si rimarrà in territorio di crescita positiva. “Il 55% degli intervistati – conclude Mocio - ritiene probabile che l’Europa entri in una recessione a causa del combinato disposto di aumento dei tassi, guerra in Ucraina e crescita inferiore delle attese in Cina”.

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