Settimana segnata dal nervosismo per le Borse europee. Tra Covid e greggio Milano perde l'1,4%
Seduta di venerdì 19 novembre di forti vendite sul comparto bancario. Bene Tim. Spread a 119 punti base, euro scende sotto 1,13 dollari e poi riguadagna la soglia. Petrolio in deciso calo
di Flavia Carletti ed Enrico Miele
5' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Settimana segnata dal nervosismo per le Borse europee, tra il ritorno del Covid, con la quarta ondata che ha già portato a un nuovo lockdown in Austria, e i tentativi di calmierare il prezzo del petrolio, con Usa e Cina pronte a intaccare le riserve per spegnere la corsa dei prezzi della benzina. Sullo sfondo le incertezze sul nome del futuro presidente della Federal Reserve e per una possibile stretta alle politiche monetarie per tentare di placare l’inflazione. Il bilancio di questa settimana si chiude con un magro bottino per i principali mercati del Vecchio Continente, che in diversi casi perdono terreno rispetto al venerdì precedente. Tra le peggiori c’è Milano, che nell’ottava registra un bilancio finale in “rosso” dell’1,4% assieme a Madrid (-3,6%) e Londra (-1,7%). Lo Stoxx 600 si ferma poco sotto la parità (-0,1%) mentre Amsterdam poco sopra (+0,2%). Le migliori, pur senza grandi slanci, sono Parigi (+0,3%) e Francoforte (+0,4%). Sul Ftse Mib a tenere banco sono stati soprattutto i tonfi dei big petroliferi, in scia al greggio, con in prima fila Tenaris (-8,2%) e Saipem (-6%). Male anche Nexi che in cinque sedute lascia sul parterre il 7,5%. In un periodo fiacco per le banche – il cui appeal speculativo legato alle fusioni sembra essersi di colpo fermato dopo la “fumata nera” tra UniCredit ed Mps – a portare a casa i risultati migliori sono allora Tim (+7%), la cui corsa è legata in particolare alle possibili voci su una soluzione del dossier della rete unica in fibra ottica, il lusso di Ferrari (+5,1%) e il gruppo delle beverage Campari (+3,1%).
Lo spettro di nuovi lockdown agita i mercati, venerdì in rosso
Il temuto fantasma del lockdown torna a materializzarsi sui mercati europei, mandando in “rosso” i listini alla notizia che l’Austria si avvia verso tre settimane di stop, per tentare di frenare la quarta ondata del Covid, col timore che a stretto giro possa toccare alla Germania (dove in Baviera la situazione è già al limite). Chiusure anti-Covid che potrebbero minare la già fragile ripresa europea, raffreddando la domanda di energia globale, come testimonia il tonfo del greggio. In una seduta segnata anche dalle scadenze tecniche delle opzioni, le vendite hanno colpito in particolare i titoli bancari, tra i più sensibili all’andamento del “barometro” dell’economia, con petroliferi, compagnie aeree e settore auto in forte frenata. Al termine di una giornata nervosa, la peggiore è la Borsa austriaca (-3,1%) seguita dalle piazze dove è maggiore proprio il peso degli istituti di credito, cioè Madrid (-1,7%) e Milano (-1,2%). Intanto Parigi è scivolata dello 0,42%, Francoforte dello 0,38% e Londra dello 0,45 per cento.
Wall Street contrastata, nuovo record per il Nasdaq
Contrastata Wall Street, con Dow Jones (-0,75%) e S&P 500 (-0,14%) che chiudono negativi, mentre il Nasdaq segna un +0,40 per cento. A incidere negativamente è la nuova ondata di casi di Covid-19 in Europa, dove si registrano nuove restrizioni e lockdown parziali, e i timori per l'inflazione. Sul fronte politico, è stato rimandato a oggi il voto alla Camera sul Build Back Better, il piano da circa 1.700 miliardi di dollari fortemente voluto dal presidente Joe Biden, che prevede interventi per l'assistenza sanitaria, l'istruzione, il clima, l'immigrazione e le tasse. Ieri, il Congressional Budget Office - l'agenzia federale che fornisce dati economici al Congresso statunitense - ha comunicato di prevedere che la legge farebbe salire il deficit federale di 367 miliardi nel prossimo decennio. Secondo il governo, invece, il piano non aggiungerà altro deficit: al contrario, lo farà diminuire di 112,5 miliardi. Nel frattempo, si torna a parlare di limite al debito federale, visto l'avvicinarsi della scadenza (metà dicembre) entro la quale gli Stato Uniti dovranno sospenderlo o aumentarlo per evitare il default: il leader della maggioranza in Senato, il democratico Chuck Schumer, e il leader della minoranza, il repubblicano Mitch McConnell, si sono incontrati ieri per discuterne.
A Milano forti vendite sulle banche
Sul Ftse Mib si registra il crollo di UniCredit (-4,1%) su cui incidono in modo particolare le novità che arrivano da Vienna, visto che la Bank Austria è una delle sue controllate europee più importanti. In caduta Leonardo (-3,5%) con le incertezze legate alla vendita di Oto Melara. Tra i titoli bancari hanno perso quota Intesa Sanpaolo (-3,4%), Bper (-2,7%) e Banco Bpm (-2,6%). La debolezza del petrolio si è fatta sentire sui big energetici come Saipem (-3,1%) e Tenaris (-2,6%). Si salvano i farmaceutici come Recordati (+2,7%) e DiaSorin (+2,4%), mentre rimbalza Tim (+3,7%). La buona performance dei farmaceutici in tutta Europa, così come a Milano, si è registrata sulla prospettiva che l'aumento di contagi e ospedalizzazioni moltiplichi, di conseguenza, anche il volume di tamponi e la necessità di trattamenti medicinali. Fuori dal listino principale, scivola Autogrill (-6,3%) sulla prospettiva di nuove restrizioni in tutto il Vecchio Continente. Tra gli altri titoli in controtendenza il lusso con Ferrari (+2,2%) e l’high tech con il gruppo franco-italiano STMicroelectronics (+0,8%) in scia alla buon andamento a Wall Street dell’indice Nasdaq.
Ryanair sotto i riflettori a Londra
A Londra la compagnia aerea low cost irlandese Ryanair ha dichiarato di aver comunicato alla UK Financial Conduct Authority (Fca) il delisting dalla Borsa di Londra delle proprie azioni. L'ultimo giorno di negoziazione è il 17 dicembre. A seguito del delisting a Londra, la società continuerà ad avere una quotazione sul mercato regolamentato Euronext Dublino che offre agli azionisti il grado di protezione più elevato, incluso il rispetto del codice di corporate governance del Regno Unito. La compagnia irlandese ricorda inoltre che le proprie azioni sono scambiate sul Nasdaq tramite gli Adr, i certificati depositari americani, riservati a titoli emessi su mercati finanziari fuori dagli Usa. L'intenzione di lasciare la Borsa di Londra era stata annunciata dalla compagnia qualche settimana fa.
BTp, spread chiude in lieve calo a 119 punti
Chiusura invariata per lo spread tra BTp e Bund. A fine contrattazioni il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (IT0005436693) e il titolo di pari durata tedesco è indicato a 120 punti base, invariato rispetto al closing di ieri. In calo, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione allo 0,87% dallo 0,93% del closing della vigilia.
Petrolio in netto calo, euro recupera soglia 1,13 dollari
Sul fronte valutario, l'euro resta debole e passa di mano a 1,1319 dollari (da 1,1345 ieri in chiusura) e a 128,804 yen (da 129,58). Il cambio dollaro/yen è a 113,787. Petrolio, infine, in picchiata, con il Wti che cede il 3,5% a 76,24 dollari al barile mentre il Brent perde il 3,1% a 78,71 dollari mentre le principali superpotenze, in testa Usa e Cina, continuano a valutare il rilascio di una parte delle riserve nazionali per calmierare i prezzi della benzina.
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