AnalisiL'analisi si basa sulla cronaca e sfrutta l'esperienza e la competenza dell'autore per spiegare i fatti, a volte interpretando e traendo conclusioni. Scopri di piùLA GIORNATA DEI MERCATI

Per le Borse sprint sul finale. A Piazza Affari balzo di Atlantia. Spread sotto 200

L'Europa ha tuttavia archiviato il peggior trimestre dal 2002. Torna a salire il petrolio, allontanandosi dai minimi della vigilia che non vedeva da diciotto anni

di Eleonora Micheli e Flavia Carletti

(EPA)

7' di lettura

Chiusura in rialzo per le Borse europee, martedì 31 marzo. I principali indici sono andati bene incoraggiati anche da Wall Street, che dopo un avvio sotto tono è tornata a recuperare terreno fino alla chiusura delle Borse europee, proseguendo il trend positivo iniziato lo scorso 24 marzo. Del resto Oltreoceano si profila l’approvazione di un quarto maxi-pacchetto di aiuti, dopo quelli varati di recente, di cui l’ultimo da 2mila miliardi di dollari. Ad ogni modo sui mercati finanziari ancora una volta la volatilità ha regnato sovrana, risentendo da una parte della voglia di riscatto e delle scommesse sugli impatti che avranno i piani dei governo e delle principali banche centrali del mondo, dall’altra delle prospettive buie che si profilano all’orizzonte per l’economia, oltre che dei numeri sui contagi di coronavirus che continuano a salire inesorabilmente. Milano ha guadagnato l'1%, mentre lo spread è sceso dello 0,9% a 198 punti, in un giorno in cui il Tesoro ha piazzato con successo Btp a cinque e dieci anni per un controvalore di 7,75 miliardi. I tassi sui titoli collocati sono ovviamente saliti di misura.
Le Borse europee hanno tuttavia archiviato il peggior trimestre dal 2002.

Attesa per quarto pacchetto Usa di aiuti, dati cinesi in miglioramento
Le Borse europee hanno aperto in rialzo, sull’onda dei dati incoraggianti arrivati dalla Cina dove l’indice Pmi, che misura l’attività manifatturiera, a marzo è rimbalzato a 52 punti contro i 35,7 di febbraio, battendo le attese degli analisti. D’altra parte la Banca Mondiale ha raccomandato prudenza, mettendo in guardia che leconomia della Cina quest’anno potrebbe registrare un progresso pari solo allo 0,1% e non del 5,9% indicato solamente qualche settimana fa. Gli indici del Vecchio Continente hanno poi più volte cambiato la direzione di marcia e alla fine, incoraggiati da Wall Street, sono saliti, anche se la situazione rimane fluida. Del resto, come ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, le ricadute della pandemia saranno gravi. Il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ha invitato l’Europa a rimanere unita in questo momento di grave difficoltà. «Inevitabilmente usciremo tutti dalla crisi con un livello di indebitamento molto più importante - ha detto – le conseguenze del maggiore indebitamento dureranno nel tempo non devono diventare una fonte di frammentazione». Intanto negli States potrebbe essere varato un quarto pacchetto statale di aiuti, dopo quello da 100 miliardi, quello successivo per la ricerca da 8,3 miliardi e l’ultimo da 2mila miliardi di dollari. Il presidente, Donald Trump, ha scritto in un tweet: «Con i tassi di interesse per gli Stati Uniti a zero, questo è il momento di fare il nostro decreto infrastrutturale, atteso da decenni. Dovrebbe essere molto grande e coraggioso, 2.000 miliardi di dollari, e dovrebbe concentrarsi esclusivamente sui posti di lavoro e sulla ricostruzione della grande infrastruttura del nostro Paese! Fase 4». La Fed, inoltre, oggi ha annunciato una nuova misura d'emergenza per consentire alle banche centrali estere un più facile accesso alla liquidità in dollari, quando ci sono voci di possibili ulteriori interventi da parte del governo federale dopo il maxi piano approvato la scorsa settimana. Goldman Sachs, però, già prevede un calo del pil americano nel secondo trimestre addirittura superiore al 30%. A Borse europee chiuse Wall Street ha cambiato la rotta sul grido d'allarme lanciato dal governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, che ha detto che gli Stati Uniti hanno «sottovalutato» il virus che invece è «più potente e pericoloso di quanto pensassimo».

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Piazza Affari in rialzo con Eni e Atlantia
A Piazza Affari sono andate bene le azioni del settore petrolifero, beneficiando del rimbalzo del greggio, che si è allontanato dai minimi da 18 anni toccati la vigilia. Eniha guadagnato il 7,3%. In volata anche Atlantia, salita sul finale del 7,2% nell'attesa di una soluzione con il governo per il dossier Autostrade per l'Italia. Come indicato da Il Sole 24 Ore, al momento ci sarebbero solo contatti preliminari sulla proposta avanzata dalla società per superare le modifiche introdotte dal decreto Milleproroghe. La proposta includerebbe anche il parziale disimpegno dei Benetton da Aspi, ma resta cruciale che prima venga trovato un accordo con il Governo che includa una valorizzazione adeguata degli asset (superiore al valore contabile introdotto col Milleproroghe in caso di revoca della concessione),una riduzione delle tariffe e un ambizioso piano di investimenti, oltre aduna penale per il crollo del Ponte di Genova. Raggiunto l'accordo, Atlantia potrebbe vendere una quota fra il 40-50% di Aspi a F2i e Cassa Depositi e Prestiti, con quest'ultima che potrebbe fare valere il debito di 1,2 miliardi che ha nei confronti della società autostradale, magari attraverso una possibile conversione.

Banche contrastate, ma Intesa recupera sul finale
Le azioni delle banche hanno più volte cambiato la direzione e alla fine hanno chiuso contrastate. Intesa Sanpaolo ha sbandato, ma alla fine ha guadagnato oltre l'1%, nel giorno in cui l'istituto, seguendo la raccomandazione della Bce, ha annunciato la decisione di assegnare a riserve i 3,4 miliardi precedentemente indirizzati alle cedole. L’istituto, però, ha promesso di convocare un’assemblea dei soci dopo il primo ottobre, per deliberare l’eventuale distribuzione delle riserve nel corso del 2020. Indicazione, quest’ultima, che ha consentito alle azioni dell’istituto bancario risalire la china, dopo essere arrivate a cedere oltre il 3%. Unicredit, invece, dopo il calo della vigilia, sull'onda del dietrofront sui dividendi, ha perso un ulteriore 1,7%. Ubi Banca ha guadagnato lo 0,9%, nel giorno in cui Intesa Sanpaolo ha ribadito la validità del progetto di integrazione tra i due istituti, nonostante le difficoltà che sono provocate dal coronavirus. Sono inoltre andate bene le Banca Pop Er, salendo del 3%, mentre hanno battuto la fiacca le Banco Bpm, che hanno perso l'1%.

Prysmian giù dopo taglio delle cedole, risale Tim
Tra le blue chips, hanno invece perso quota le Prysmian (-4,7%), dopo l’annuncio che la cedola già annunciata da 0,5 euro per azione verrà sicuramente dimezzata, se non addirittura azzerata. Hanno ripreso quota le Telecom Italia (+3,4%), dopo la debolezza delle ultime sedute, anche se il mercato ipotizza che un’operazione straordinaria con Open Fiber possa avere tempi abbastanza lunghi. Si sono distinte le Buzzi Unicem (+4,35%) e le Fiat Chrysler Automobiles (+4,15%). La casa automobilistica ha avviato una serie di iniziative per sostenere la liquidità del gruppo, compresa la riduzione dei compensi di manager e amministratori. Inoltre i sindacati hanno fatto sapere, al termine di un incontro con l'azienda, che Fca non ha in programma di rivedere il piano industriale. Bene anche Azimut (+4,11%) e Unipol (+3,64%). Inversione di rotta sul finale per Cnh Industrial (+1,6%), che ha cancellato la guidance 2020 e detto che darà nuove indicazioni alla pubblicazione dei risultati del primo trimestre.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Occhi puntati su Centrale Latte dopo opa Newlat
Fuori dal paniere principale, sono volate di oltre il 16% le Saras che ha chiuso in progresso del 16,44%. Centrale Del Latte D'italia (+3,57%) ha catalizzato l'attenzione dopo l'annuncio dell'opa che lancerà Newlat Food (+1,55%). La società ha infatti rilevato la quota di maggioranza di Centrale del Latte (46,2%) da Finanziaria Centrale del Latte di Torino, per un corrispettivo pari a 1 euro in contanti e 0,33 azioni Newlat per ogni azione Centrale del Latte. Lo stesso corrispettivo verrà offerto al mercato.

Vivendi in evidenza dopo cessione quota Umg
In Europa, Parigi ha chiuso in rialzo dello 0,4%, francoforte dell'1,2%, Londra dell'1,95% e Madrid dell'1,88%. A Parigi sono risultate sotto i riflettori le Vivendi (+7,4%), dopo che la società ha finalizzato la vendita del 10% del capitale di Universal Music Group (Umg) a un consorzio guidato dal gruppo cinese Tencent per un valore di impresa di 30 miliardi di euro per il 100% del capitale della controllata. In recupero il comparto auto europeo, a Parigi Michelin +5,99%, Valeo +5,17%, Peugeot +3,36% e Renault +2,91% e a Francoforte Bmw +3,03%, Continental +2,47%, Volkswagen +1,73% e Daimler +1,16%.

Il Tesoro ha collocato quasi 8mld di Btp, tassi in netto aumento
Il Tesoro ha assegnato tutti i 7,75 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni offerti in asta ma con tassi in deciso rialzo, come era da mettere in conto. Il rendimento medio del Btp quinquennale (13ma tranche) è salito a 0,8% da 0,36% del collocamento di febbraio, quello del Btp decennale agosto 2030 (terza tranche) a 1,48% da 1%, mentre il tasso del decennale aprile 2030 (15ma tranche) è salito a 1,44% da 1,29%. Assegnati anche Ccteu per 750 milioni di euro allo 0,66%.

Petrolio risale dai minimi dal 2002, ma trimestre è nero
Dopo i forti cali precedenti, che avevano portato il Wti e il Brent ad aggiornare i minimi dal 2002, il petrolio recupera terreno, incoraggiato anche dalle indiscrezioni in base alle quali il presidente americano Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno trovato un accordo per avviare trattative per stabilizzare il mercato energetico. Il Wti , contratto con consegna a maggio, sale del 3% a 20,67 dollari al barile. Nel corso della giornata il valore del wti era arrivato a vantare un rialzo del 7%. Il mercato petrolifero è sottoposto a tensioni fortissime a causa del crollo della domanda provocato dalla pandemia di coronavirus e della guerra dei prezzi innescata la settimana scorsa da Arabia Saudita e Russia dopo che l'Opec+ non è riuscito a trovare un'intesa su tagli alla produzione per sostenere le quotazioni del greggio. Nei primi tre mesi dell'anno il Brent ha perso più del 65%, registrando il trimestre peggiore dal 1990. Nel solo mese di marzo ha accusato una flessione superiore al 50%. Quanto ai cambi, l'euro si attesta poco sotto la soglia di 1,10 dollari.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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