Borse volatili, Milano (+0,3%) tiene con il super-greggio. Gas al livello di inizio guerra
Wti e Brent attorno a 110 dollari. Listini prudenti dopo due settimane di recupero. Euro stabile a 1,10 dollari. Spread fermo a 151 punti
di Stefania Arcudi e Cheo Condina
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Nella prima seduta della settimana, dopo avere ritrovato la settimana scorsa livelli vicini al pre-invasione dell'Ucraina, le Borse europee hanno preferito la prudenza. Tra gli indici continentali si è salvato il FTSE MIB di Milano, sostenuto in particolare dai petroliferi, spinti dal balzo del greggio. Brent e Wti si sono portati in area 110 dollari sulla scia di possibili sanzioni supplementari verso Mosca, con l'embargo Ue per il petrolio russo, e per lo stop agli impianti di Aramco dovuto all'attacco dei ribelli yemeniti. Così se Milano ha finito in leggero rialzo, più cauti gli altri indici principali, come il francese CAC 40, il tedesco DAX 30 e l'IBEX 35di Madrid. Meglio l'AEX di Amsterdam e il Ftse 100 di Londra.
I mercati europei, inoltre, si sono concentrati sulle diplomazie al lavoro sulla crisi russo-ucraina, risentendo anche della debolezza di quelli asiatici: la Banca centrale cinese, come nelle previsioni, non ha modificato il tasso "loan prime rate" ma gli analisti sperano in un intervento a supporto dell'economia davanti al rischio di un rallentamento. Intanto, la presidente della Bce Cristine Lagarde ha sottolineato che la guerra in Ucraina avrà conseguenze per la crescita economica dell'Europa.
Wall Street poco mossa, occhi su Powell
Poco mossa Wall Street, dopo la migliore settimana dal novembre 2020. Tra lunedì e venerdì, lo S&P 500 ha guadagnato il 6,1%, recuperando quasi la metà delle perdite registrate rispetto al record di gennaio, grazie anche alle decisioni della Federal Reserve sui tassi d'interesse, che sono stati alzati per la prima volta dal dicembre 2018 di 25 punti base. Il numero uno della Fed Jerome Powell interverrà nelle prossime ore a Washington. Intanto gli investitori continuano a seguire la situazione in Ucraina. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyy, ha avvertito che il fallimento dei colloqui di pace con la Russia porterebbe all'inizio della Terza guerra mondiale.
A Milano al top gli energetici, scivola Diasorin
A Piazza Affari in prima fila industria petrolifera e banche con Tenaris seguita da Eni che recupera dopo il calo dell’ultima seduta in seguito alla presentazione del piano al 2025. Bene anche le utility, con A2a ed Enel in spolvero: il settore non ha pagato il provvedimento sugli extra-profitti annunciato dal Governo, di cui gli operatori stanno ancora esaminando nel dettaglio i potenziali effetti. Vivace anche Leonardo - Finmeccanica tornata oltre i 9 euro per azione. In coda Telecom Italia dopo che l'agenzia Fitch ha abbassato il rating a BB da BB+ portando l'outlookl da "stabile" a "negativo. In calo anche Diasorin e Mediobanca. In evidenza Poste Italiane che ha acquistato la maggioranza della società di logistica ospedaliera e di gestione dei dati medici Plurima. Stacco dividendo invece per Stmicroelectron. Buzzi Unicem da questa seduta non è più un titolo del Ftse Mib. Fuori dal paniere principale strappa Bialetti grazie al ritorno all'utile nel 2021.
Il petrolio torna a correre, gas scende a livelli inizio guerra
Prezzi del petrolio in netto rialzo con l'Unione europea che sta valutando un embargo al greggio russo come sanzione per la crisi Ucraina e gli attacchi a impianti di Saudi Aramco da parte di gruppi Huthi yemeniti. Il petrolio Wti ha toccato i 111,22 dollari al barile, in rialzo del 6,2% rispetto a venerdì. Il Brent consegna maggio sale di quasi il 3% a 111,05 dollari al barile. La scorsa settimana (14-18 marzo) i prezzi del greggio sono arretrati complessivamente del 4% circa.
In calo del 7% circa il prezzo del gas in Europa che sulla piattaforma Ttf è trattato a 96 euro al megawattora, livello che non si vedeva dal 25 febbraio scorso, agli inizi della guerra in Ucraina. In lieve calo l'oro a 1.922 dollari l'oncia dopo una settimana di flessione in cui il calo del prezzo è stato vicino al 3%.
Euro/dollaro stabile, rublo in calo e tonfo lira egiziana
Sul mercato valutario poco movimento per l'euro/dollaro (a 1,1046 da 1,1060) guardando agli interventi dei presidenti di Bce e Fed in eventi pubblici (Lagarde a Parigi, Powell a Washington). Euro/yen a 131,75 (131,4), dollaro/yen a 119,25 (1119,19). Il rublo perde posizioni nei confronti della moneta americana: necessari 108 rubli per un dollaro.
Inoltre, il balzo dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari sta avendo gravi ripercussioni sull'economia dell'Egitto, che è il primo importatore di grano russo e ucraino, motivo per cui la lira egiziana cede il 13% rispetto alla chiusura di venerdì con un tasso di cambio fissato a 17,8 lire per un dollaro contro 15,7 venerdì.
A Mosca tornano gli scambi sui bond
La Borsa di Mosca, intanto, si avvia verso una graduale ripresa delle sue attività, ferme dallo scorso 24 febbraio. Il 21 marzo, infatti, la Banca centrale della Russia ha deciso di riprendere le negoziazioni sui bond governativi (con due finestre di contrattazione) e le vendite allo scoperto su questi strumenti saranno vietate. Per quanto riguarda lo scambio dei titoli azionari, invece, nelle prossime ore dovrebbero arrivare nuove comunicazioni e gli orari di apertura della Borsa per i giorni successivi saranno annunciati in seguito, sul sito ufficiale della Banca di Russia. Per prevenire un'eccessiva volatilità, la Banca di Russia in una nota ha inoltre spiegato che acquisterà obbligazioni federali per gli importi necessari a limitare i rischi per la stabilità finanziaria, sottolineando che "gli acquisti saranno effettuati per il tempo necessario a completare l'adeguamento dei prezzi degli strumenti finanziari alle nuove condizioni" di mercato.
Spread chiude stabile a 151 punti
Stabile lo spread tra BTp e Bund alla chiusura sul mercato secondario Mts al termine di una seduta che ha visto balzare i rendimenti dei titoli europei. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco è indicato a 151 punti basem in linea con il closing della vigilia. In forte risalita il rendimento del decennale benchmark italiano che sale all'1,97% dall'1,89% dell'ultimo riferimento di venerdì.
In Germania prezzi alla produzione +25,9%
A febbraio i prezzi alla produzione tedeschi sono saliti del 25,9% su anno. Il deciso incremento e' comunque inferiore alle previsioni che indicavano una crescita ancora piu' alta, pari al 26,1 per cento.
In Usa scende indice Fed Chicago a febbraio, sotto attese
L'attività economica nazionale statunitense si è mantenuta in espansione, ma ha rallentato il passo, a febbraio, secondo l'indice che ne misura la performance, stilato dalla Federal Reserve di Chicago. Il Chicago Fed National Activity Index è sceso dal +0,59 di gennaio (rivisto dall'iniziale +0,69) a +0,51 punti, contro attese per un dato a +0,55. L'indice è un paniere ponderato di 85 indicatori dei vari settori economici e un valore sopra lo 0 indica che l'economia cresce a un passo migliore della media storica. L’indice che misura la media degli ultimi tre mesi è calato da +0,37 (rivisto dall'iniziale +0,42) a +0,35.
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