ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

Wall Street poco mossa. Bene l'Europa, a Piazza Affari corre Unicredit

Continua la fase rialzista sulle Borse europee. Il petrolio ha toccato 70 dollari al barile, massimo dal 2018, e poi ha frenato. Spread in lieve rialzo a 111 punti

di Eleonora Micheli

La borsa, gli indici del 7 giugno 2021

4' di lettura

Le Borse europee hanno tentato di proseguire ancora nella via del rialzo imboccata nelle scorse settimane. Milano si è spinta su nuovi massimi dell'anno, dopo che venerdì scorso è riuscita a chiudere su livelli che non vedeva da inizio ottobre 2008. Il FTSE MIB, il migliore d'Europa, ha terminato le contrattazioni a 28.824 punti, in progresso dello 0,99%, anche se lo spread è lievemente salito in area 111 punti. Sono andati bene anche gli altri listini, sebbene Francoforteabbia perso lo 0,1% nel giorno dei risultati elettorali in Sassonia-Anhalt. Parigi ha guadagnato lo 0,43%, Madrid lo 0,83% e Londra lo 0,12%.

L'inflazione fa meno paura, ma sale l'attesa per la Bce

Le Borse europee hanno aperto fiacche, ma poi hanno subito invertito la rotta e iniziato a guadagnare punti, con gli investitori che continuano a scommettere sulla ripresa dell’economia mondiale. L’inflazione fa meno paura, visto che gli economisti hanno iniziato a dare per scontato un futuro contesto di prezzi al consumo in risalita e tassi di interesse più elevati rispetto agli attuali livelli, ma intrecciati con una forte crescita del pil mondiale. Del resto anche Janet Yellen, la segretaria al Tesoro Usa, ha commentato che il piano Usa di spesa da 4.000 miliardi di dollari dell'amministrazione Biden sarà positivo per l’economia Usa, anche se dovesse portare a un aumento dell'inflazione e, di conseguenza, dei tassi d'interesse. Nel frattempo i dati sul mercato americano del lavoro relativi a maggio, pubblicati venerdì scorso, hanno messo in evidenza che per adesso la congiuntura americana è ancora lontana da un surriscaldamento. Come ha commentato il presidente, Joe Biden, l'economia statunitense è «sulla strada giusta» ed ancora lontana dagli obiettivi prefissati. E’ possibile, comunque, che nelle prossime sedute prevalga anche un atteggiamento cauto, in considerazione del fatto che sono vicini importanti appuntamenti. Giovedì il comitato direttivo della Bce darà le indicazioni di politica monetaria. Inoltre nella seconda parte della settimana, Biden inizierà il suo primo viaggio all'estero, partecipando al summit del G7 in Cornovaglia. Incontrerà anche la regina Elisabetta II e il primo ministro della Gran Bretagna Boris Johnson. Il viaggio proseguirà poi la prossima settimana con numerosi altri appuntamenti, tra cui il vertice della Nato e l'incontro con il presidente russo Vladimir Putin.

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In evidenza Unicredit, in luce i titoli legati alla ripresa

A Piazza Affari si sono messe in evidenza le Unicredit (+3,47%), mentre il mercato continua a interrogarsi sulle future mosse dell’ad, Andrea Orcel. Nel mirino del manager potrebbero esserci Banco Bpm (+1,5%) e Banca Mps (+0,6%). Intanto gli analisti di Jefferies hanno consigliato di comprare le azioni di Unicredit a scapito di quelle di Intesa Sanpaolo(+0,2%), sulle quali hanno abbassato la raccomandazione a ‘Hold’. Per Jefferies le Unicredit dovrebbero valere 12,25 euro considerando che l’istituto è ben posizionato per beneficiare della ripresa in Italia. In più, oltre alla scommessa di operazioni straordinarie, gli analisti ritengono che i titoli potrebbero essere sostenuti anche da un possibile buyback verso il quale potrebbe venire convogliato il 30% degli utili futuri. Sono inoltre risultate ben impostate le Cnh Industrial (+1,6%) e le Stellantis (+1,68%). Della galassia Agnelli, Exor ha guadagnato l'1% e Ferrari lo 0,75%, quest’ultima nonostante i risultati deludenti riportati dalla Formula 1 in Azerbaijan. Il mercato, però, attende il nome del futuro amministratore delegato che guiderà la società. Hanno inoltre fatto bene le Davide Camparii (+1,78%).

Bene Interpump, in rialzo Azimut e Anima dopo la raccolta

Interpump Group ha chiuso in rialzo dello 0,8%, dopo avere annunciato l'avvio dell'acquisto di massime 500.000 azioni proprie, entro settembre, a un prezzo massimo di 52 euro. Poste Italiane (+2,2%) ha aggiornato un nuovo record storico sopra i 12 euro. Per contro hanno perso quota le Saipem (-1%) e le Stmicroelectronics (-1,37%), quest’ultime in calo insieme al settore tecnologico, che ormai da settimane ha perso appeal. Sono andate bene le azioni del risparmio gestito, forti anche dei dati sulla raccolta netta di maggio. Azimut è salita dell'1,96%, dopo avere annunciato una raccolta netta di 642 milioni nel mese scorso, rispetto agli 880 milioni di aprile. Fuori dal paniere principale, Anima Holding è stata premiata con un balzo del 5,5% per i dati di maggio, che hanno visto lievitare la raccolta a +394 milioni, a fronte dei 322 milioni di aprile.

Fiammata di Saras, in volata Panaria dopo ritocco dell'opa

Sempre tra i titoli più piccoli, si sono infiammati quelli di Saras (+12,6%), spinti dal ‘Buy’ di Bank of America. Nell’ultimo mese sono saliti del 40% circa, anche grazie alla notizia del rafforzamento nel capitale sopra il 5% di Platinum Investment Management. Panariagroup ha registrato un progresso del 5,2% (a 2 euro), dopo che è stato annunciato che il prezzo dell’opa è stato ritoccato a 2 euro dai precedenti 1,85 euro. L'offerta, inoltre, verrà prolungata fino all’11 giugno (l’iniziale termine era oggi 7 giugno). A proposito di opa, le Carraro hanno chiuso a 2,55 euro (+0,39%), esattamente il valore rivisto la scorsa settimana dell'offerta pubblica di acquisto, contro gli iniziali 2,4 euro. Per contro le Cattolica Ass(-0,35% a 7,1 euro) e le Retelitt (-0,33% a 3 euro), continuano ad attestarsi sopra i prezzi proposti in opa rispettivamente da Generali (di 6,75 euro) e del fondo spagnolo Asterion (2,85 euro).

Andamento dello spread Btp / Bund
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Euro resta sotto 1,22 dollari, wti tocca 70 dollari e poi frena

Sul mercato valutario, l’euro passa di mano a 1,2196 dollari (venerdì in chiusura era a 1,2170). La moneta unica è inoltre scambiata a 133,23 yen (da 133,21), mentre il rapporto euro/yen è pari a 109,23 (109,44). E’ debole il petrolio, dopo il balzo attorno al 5% messo a punto la scorsa settimana, sostenuto dalle stime ottimistiche sulla domanda e dalla conferma che i Paesi dell'Opec+ continueranno ad aumentare gradualmente la produzione. Il wti, contratto con consegna ad agosto, arrivato a toccare i 70 dollari al barile (massimo dall'ottobre 2018), è scambiato a 69,1 dollari, in calo dello 0,7%.
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(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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