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Europa limita perdite sul finale, moda e lusso ko con effetto coronavirus

Le parole di Trump a Davos sul boom economico Usa e su un possibile accordo commerciale con l'Europa hanno consentito agli indici di ridurre i cali

di Eleonora Micheli

(Afp)

4' di lettura

I timori per il contagio del coronavirus in Cina con ripercussioni sul Capodanno cinese, periodo tradizionale di grande shopping, hanno incoraggiato le vendite su tutti i mercati e soprattutto su quelli asiatici. Le Borse europee, ad ogni modo, hanno chiuso sopra i minimi toccati in mattinata, beneficiando sia della tenuta di Wall Street, con gli indici solo in lieve ribasso rispetto ai massimi storici, sia delle parole del presidente americano, Donald Trump, che ha parlato di un boom economico americano senza precedenti e di un possibile grande accordo commerciale tra Usa ed Europa. Milano ha terminato le contrattazioni in ribasso dello 0,65%, con lo spread salito a 162 punti.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Coronavirus e trattative Europa-Usa sotto la lente
Le Borse europee hanno aperto le contrattazioni in deciso calo, sulla scia delle chiusure in rosso dei mercati asiatici che hanno patito la prospettiva che la Cina sia di nuovo colpita da un'epidemia come avvenne nel 2003 con la Sars. Pur escludendo gli scenari peggiori, le notizie sul diffondersi del coronavirus, a detta degli investitori, potrebbero compromettere la stagione dello shopping in Cina in questo importante periodo festivo, a pochi giorni dall'ingresso nell'anno del Topo, il prossimo 25 gennaio. Per altro, sottolineano gli esperti, la chiusura dell’anno lunare incoraggia i grandi fondi asiatici a chiudere le posizioni e portare a casa i guadagni degli ultimi mesi.
Come se non bastasse, in Asia ha provocato un piccolo terremoto la decisione dell’'agenzia Moody's che ha declassato a Aa3 il rating del credito di Hong Kong a seguito delle proteste popolari e della crescente influenza delle autorità di Pechino sulle istituzioni della città. Sul finale i listini del Vecchio Continente hanno ridotto i danni registrati nella prima parte della seduta, beneficiando delle parole del presidente americano che a Davos ha parlato di un boom economico senza precedenti degli States e di numeri macro «grandiosi», a dispetto delle mosse della Fed che «ha alzato i tassi troppo presto e poi li ha di nuovo abbassati troppo tardi». Trump, oltre a sminuire la prospettiva di un disastro ambientale legato ai cambiamenti climatici, ha preannunciato un grande accordo commerciale con l’Europa. In un’intervista al Wall Street Journal, però, Trump ha anche puntualizzato che se non verrà raggiunta un’intesa con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Layen, «imporrò dei dazi» sulle auto. Sullo sfondo rimane intanto anche l’attesa per le indicazioni che giovedì emergeranno al termine del consiglio direttivo della Banca centrale europea, fissato giovedì.

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Vendite sui titoli del lusso
A Piazza Affari, come nel resto d'Europa, l'allarme sul coronavirus ha incoraggiato le vendite sulle società del lusso, le più esposte in Cina. Moncler ha accusato una delle performance peggiori del Ftse Mib, in calo del 2,2%. Sul finale ha arginato le perdite allo 0,77% Salvatore Ferragamo. Brunello Cucinelli, inoltre, ha perso il 4%, sebbene l'azienda umbra sia meno presente nella Repubblica Popolare rispetto ad altre società, Aeffelo 0,5%. Tod's, però, si è distinta registrando un progresso dello 0,6%. A Parigi Lvmh ha lasciato sul parterre l'1,12%, Hermes l'1% e Kering il 2%.

Banco Bpm e Bper rialzano la testa
A Piazza Affari hanno tentato di rialzare la testa alcune banche, mentre tra gli investitori si sta diffondendo la convinzione che la maggior parte degli istituti non abbiano ancora beneficiato dell’abbassamento dello spread, tornato praticamente sui livelli di inizio 2018. In più sul mercato si fa largo l’ipotesi che possano aprirsi a breve le danze di un consolidamento tra gli istituti di medie dimensioni. Così le Banco Bpm(+2,38%) hanno vantato la performance migliore. Hanno fatto bene anche le Banca Pop Er (+1,27%), mentre hanno battuto la fiacca leUbi Banca (-0,3%). Se Unicreditt ha guadagnato lo 0,57%, Intesa Sanpaoloha perso lo 0,63%. Mediobanca, dopo più giornate di cali, ha recuperato lo 0,29%.

Nexi in retromarcia, in rialzo Recordati con i farmaceutici
Tra le società a maggiore capitalizzazione è andata male Nexii (-1,5%), risentendo della decisone di Moody’s di abbassare da positive a stabili le prospettive del gruppo per i trimestri a venire, dopo l’accordo firmato con Intesa Sanpaolo per rilevare le attività di acquiring del valore di circa un miliardo di euro. Recordatiha invece registrato un rialzo dello 0,8%, sulla scia della buona performance dei farmaceutici europei, visti come titoli difensivi. In più gli analisti di Jefferies hanno emesso una raccomandazione positiva, scommettendo sulla crescita del gruppo che nei prossimi mesi, a detta degli esperti, potrebbe annunciare anche nuove acquisizione.

Trevi in volata, Mps fa +10%
Fuori dal paniere principale, Trevi Fin è volata del 24%, dopo che la Corte d’Appello di Bologna ha dato l'ok all’accordo di ristrutturazione, accogliendo i reclami presentati dalla società cesenate. Si sono messe in evidenza anche le Banca Mps(+9,38%), nell’attesa dell'esito delle trattative tra il Governo e Bruxelles, per stabilire la road map dell'uscita del Tesoro dal capitale della banca senese.

Si salva Francoforte con lo Zew, bene Hugo Boss
Nel resto d'Europa Parigi ha perso lo 0,54%, Madrid lo 0,49% e Londra lo 0,53%. L'indice Zew, quello che misura le aspettative delle imprese sull'economia, migliore delle attese ha consentito a Francoforte di chiudere invariata. Alla Borsa tedesca hanno fatto male le Lufthansa (-3,38%), penalizzate dal timore che il virus cinese riduca il turismo. Hugo Boss, invece, ha festeggiato i conti dell'ultimo trimestre 2019 con un rialzo del 6,8%. Del resto l'ebit che ha invertito la rotta declinante dei primi nove mesi, salendo del 9% a 122 milioni di euro.

Euro sulla soglia di 1,11 dollari, petrolio debole
Sul fronte dei cambi, l'euro oscilla attorno alla soglia di 1,11 nei confronti del biglietto verde: passa di mano a 1,1099 dollari (da 1,1081 ieri in chiusura). Vale inoltre 121,95 (da 122,08), mentre il dollaro/yen si attesta a 109,90 (da 110,161). Le vendite si fanno sentire anche sul petrolio.

Tutti gli indici e le quotazioni

Lo spread BTp-Bund

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