Lo spettro dell’inflazione innesca i realizzi sui listini, Piazza Affari chiude a -1,6%
I timori su una fiammata dei prezzi a livello globale innescano i cali sulle Borse. A Milano reggono le banche, forti vendite sulla galassia Agnelli. Euro in rialzo a 1,21 dollari, spread stabile a 114 punti
di Enrico Miele e Cheo Condina
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4' di lettura
I timori su una fiammata dell'inflazione a livello globale innescano i realizzi sulle Borse europee mentre anche Wall Street viaggia in "profondo rosso" complici le vendite sui tecnologici. Il FTSE MIB di Milano - che proprio alla vigilia aveva toccato i massimi da febbraio 2020 - chiude così in ribasso e le altre piazze continentali archiviano la giornata con perdite anche superiori. La stessa sorte, infatti, è toccata al DAX 30 a Francoforte, al CAC 40 di Parigi, al londinese Ftse 100, all'IBEX 35 di Madrid e all'AEX di Amsterdam.
Per gli operatori, forse, è stata anche una buona occasione per realizzare i guadagni delle ultime sedute, anche se sul fronte dei prezzi le notizie provenienti dalla Cina (al top dal 2017) e dalla Germania (inflazione attesa fino al 3%) non sono confortanti e fanno temere mosse restrittive delle Banche centrali: il 12 maggio sarà cruciale, al proposito, il dato sull'inflazione Usa di aprile.
Wall Street in frenata, prosegue sell-off tecnologici
Wall Street in calo, mentre continua il selloff dei titoli tecnologici (-2% il Nasdaq) dopo il forte calo della vigilia. In discesa quelli del Dow Jones, che lunedì ha superato per la prima volta i 35mila punti. Gli investitori stanno puntando sui titoli dei settori che maggiormente beneficeranno della riapertura delle attività, a scapito dei tech, i maggiori protagonisti durante la pandemia di coronavirus che ha costretto in casa miliardi di persone.
La Borsa Usa chiudere poi con il Dow Jones che perde l'1,36% a 34.270,61 punti, il Nasdaq lo 0,09% a 13.389,43 punti e l'indice S&P500 lo 0,87% a 4.152,10 punti.
A Piazza Affari si salvano le banche, giù Cnh
Sull'azionario milanese - nella seduta dell'11 maggio - le vendite hanno colpito quasi tutti i titoli del Ftse Mib. In verde fanno eccezione a fine giornata Bper Banca grazie ancora alla trimestrale, Banco Bpm e Unicredit che ha annunciato l'avvio del programma di buyback da 178,7 milioni di euro. Tra le peggiori in chiusura invece Diasorin, Amplifon e Stmicroelectron che segue i cali dei titoli tecnologici in tutta europea. Segno meno anche per le società del risparmio gestito dopo i bilanci: Finecobank ha chiuso il primo trimestre con un utile netto "adjusted" pari a 94,7 milioni, un nuovo record, con un incremento del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2020, che già era stato il miglior risultato di sempre.
Dopo i conti in "rosso" Mediolanum e Rcs
In calo anche Banca Mediolanum dopo i conti: nel primo trimestre ha messo a segno un utile netto di 133,4 milioni, in crescita dell’85% rispetto allo stesso periodo del 2020 «grazie – spiega la società – al forte miglioramento di tutte le linee di ricavo, al controllo dei costi operativi e ai positivi effetti di mercato». Sempre dopo i conti in discesa anche Rcs Mediagroup: ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con una perdita dimezzata a 3,2 milioni di euro, in miglioramento rispetto al rosso di 6,1 milioni di euro registrato dello stesso periodo dell’anno scorso.
Tra le "piccole" bene Cir, scivola Sicit
Fuori dal listino principale, Cir ha accelerato al rialzo dopo che lunedì 10 maggio, a mercati chiusi, ha annunciato il lancio di un'opa sul 12,3% del capitale a 0,51 euro per azione. Giù Sicit Group, nel giorno i cui Intesa Holding ha confermato l'appoggio all'offerta di NB Renaissance. Intesa Holding, azionista di Sicit al 43%, ha respinto la proposta di Syngenta e resta a fianco di NB Renaissance che ha lanciato un'opa sulla società di biostimolanti per l'agricoltura. Syngenta nei giorni scorsi aveva presentato una manifestazione di interesse in vista di un'opa alternativa a quella di NB che aveva come «elemento imprescindibile» l'alleanza con la stessa Intesa Holding.
Spread stabile a 114 punti, tasso sfiora 1%
Chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund in una giornata di forti vendite su tutti i bond dell'Eurozona. Nelle ultime battute il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è indicato a 114 punti base, come ieri sera e in leggero rialzo rispetto ai 115 punti base dell'apertura odierna. In aumento il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta allo 0,99% (dallo 0,94%), a un passo dalla soglia dell'1% toccata per l'ultima volta a settembre 2020.
Germania, emesso Bund Green a 30 anni per 6 mld
La Germania ha collocato sul mercati 6 miliardi di euro di Green Bund a 30 anni, mettendo così a segno la prima emissione di questo tipo di titoli su questa scadenza. Gli ordini per il nuovo Bund con cedola allo 0% e scadenza fissata ad agosto 2050 hanno raggiunto in totale 38,9 miliardi di euro. La dimensione dell'emissione include 500 milioni di euro trattenuti dallo Stato.
Dollaro ancora debole, petrolio in calo
Sugli altri mercati, da segnalare come il dollaro rimanga debole alla luce di un possibile rialzo dei tassi Usa più lontano del previsto. L’euro scambia a 1,2135 dollari (da 1,2167 alla chiusura precedente). Dollaro/yen a 108,91 (da 108,73), dollaro/yen a 132,177 (da 132,25). Petrolio in calo dello 0,8% con il Brent luglio a 67,8 dollari al barile e il Wti giugno a 64,39 dollari al barile, nonostante il cyber attacco che ha provocato la chiusura di un gasdotto negli Stati Uniti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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