ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

Borsa, spiragli di pace in Ucraina evitano il peggio, Milano chiude giù del 2%, spread a 168

Il ministro russo Lavrov ha invitato il presidente Putin a percorrere la strada della diplomazia, facendo sperare che la prospettiva di un conflitto possa allontanarsi

di Eleonora Micheli e Flavia Carletti

Aggiornato alle 14.40

La Borsa, gli indici del 14 febbraio 2022

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Chiusura in forte ribasso per le Borse europee, intimorite dai venti di guerra che spirano in Ucraina e dall’andamento dell’inflazione. Gli indici, ad ogni modo, hanno chiuso ben sopra i minimi di giornata, confortati dalle parole del ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, che ha invitato il presidente, Vladimir Putin, a proseguire sulla strada della diplomazia per evitare un conflitto. In più il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si è incontrato a Kiev con il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Milano, arrivata a perdere in mattinata il 4%, ha chiuso in ribasso del 2%. Lo spread è volato a 168,5 punti, con il rendimento del decennale all’1,96%. A Parigi il Cac40 ha perso il 2,27% e a Francoforte il Dax40 il 2,02%. Inoltre Madrid ha lasciato sul parterre il 2,69% e Amsterdam l'1,79% . Londra, infine, ha segnato un calo dell'1,69%, limitando i danni grazie ai minerari.

Wall Street ha risentito sia delle tensioni geopolitiche internazionali, sia del timore che la Federal Reserve possa alzare il costo del denaro oltre quanto messo in conto dai mercati fino a qualche settimana fa. Venerdì scorso a far tremare i polsi agli investitori è stato il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, che non solo ha detto di essere favorevole a un rialzo del costo del denaro di 50 punti base a marzo, ma di auspicare un rialzo dei tassi di un punto già entro luglio. In chiusura tuttavia gli indici americani hanno limitato i danni: Dow Jones -0,49%, S&P 500 -0,38%, Nasdaq invariato.

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Giornata da dimenticare per le banche, male il risparmio gestito

A Piazza Affari quasi tutte le blue chips hanno archiviato la giornata in rosso. E’ stata una seduta da dimenticare per le banche di tutta europa. A Milano Unicredit è andata giù del 4,2%, mentre il mercato si interroga se l’istituto abbia mire su Banco Bpm, che non a caso a ridotto le perdite allo 0,65%. Le azioni dell'istituto guidato da Andrea Orcel, comunque, hanno pagato dazio all'esposizione verso la Russia, paese dal quale proviene circa il 3% dell'utile operativo del gruppo bancario. Bper, inoltre, ha perso il 3,84%, nel giorno in cui è arrivato il via libera all'unanimità da parte degli organi del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) e da parte dello Schema volontario del Fitd alla seconda offerta presentata per rilevare l'80% di Banca Carige, che in Borsa si è mossa in controtendenza rispetto al comparto, guadagnando il 2,28%. Per quanto riguarda gli altri bancari, Intesa Sanpaolo ha perso il 3,01% e Mediobanca il 2,91%. Fuori dal paniere principale Banca Mps ha ceduto il 6%. E' andato male anche il risparmio gestito con Banca Mediolanum giù del 3,41%, Azimut del 3,29% e Banca Generali del 2,22%. Quest'ultima nel giorno della presentazione del piano industriale al 2024, che prevede un flusso cumulato di raccolta netta compreso tra i 18-22 miliardi e una crescita media ponderata (CAGR) degli utili ricorrenti pari al 10-15%. Distribuirà inoltre 7,5-8,5 euro per azione di dividendi cumulati nel periodo 2022-2025, di cui 2,55 già annunciati. Del settore degli asset gatheres, Finecobank ha ridotto i danni al -1,37%, mentre Anima Holding, dopo la buona performance di venerdì, ha lasciato sul parterre il 3,5%.

Interpump la peggiore del Ftse MIb, Inwit chiude in rialzo dell'1,79%

La peggiore del FTSE MIB è stata Interpump Group (-5,27%), dopo la pubblicazione dei conti del 2021. Il gruppo ha registrato un utile netto di 198,6 milioni di euro, in crescita del 14,6% sul 2020 ma sotto il consensus. I ricavi sono stati di 1,604 miliardi (+23,9%), sopra le attese, e l'Ebitda di 379,8 milioni (+29,1%), poco sopra le stime del consensus. Giornata di vendite anche per altri titoli industriali, da Iveco Group, che ha perso il 3,95%, a Cnh Industrial, giù del 3,86%. E' andata male anche la controllante Exor (-2,57%), mentre della galassia Agnelli Stellantis ha perso il 2,56%. Segno opposto per Inwit (+1,79%) seguita da Snam Rete Gas (+0,83%) che ha tenuto grazie al rialzo del prezzo del gas. Ha resistito al rialzo anche Unipol (+0,20%), su cui Equita ha confermato il giudizio "buy", alzando il prezzo obiettivo del 5% a 6,7 euro, dopo i conti che la compagnia ha annunciato venerdì scorso. Ha fatto meglio del mercato Terna (-0,33%), grazie al supporto di Citi che ha alzato la raccomandazione sul titolo a "buy" confermando il target di prezzo di 7,70 euro.

Vola Be dopo cessione quota 43% a Engineering, bene anche Gas Plus

Fuori dal paniere principale, la migliore performance di Milano è stata messa a segno da Be (+25,38%), dopo che il gruppo industriale indipendente Tamburi Investment Partners ha comunicato la sottoscrizione di una lettera di intenti per la cessione del 43,2% della società (di cui Tip detiene il 28,3%) a Engineering Ingegneria Informatica, attiva nel settore dell’innovazione tecnologica, produzione di software, automazione ed ecosistemi informatici (indirettamente controllata dai fondi di private equity Bain Capital e Nb Renaissance). Si è mossa sugli stessi livelli anche Gas Plus (+25,34%), titolo che più di altri ha tratto beneficio dal rialzo del prezzo del gas.

La Borsa di Mosca chiude in calo del 2,99%

L'indice Rtsi, denominato in dollari, ha chiuso in calo del 2,99%. In mattinata era arrivato a segnare un ribasso del 5%, mentre dopo le parole di Lavrov aveva ridotto le perdite a circa l'1%. La valuta russa, arrivata oltre 88 rubli per euro, si è assestata in area 86,5 per euro e 76,5. Da ricordare che a fine gennaio, la moneta russa aveva superato la soglia psicologica di 80 rubli per dollaro, per la prima volta da novembre 2020, mentre l'euro aveva superato i 90 rubli. La banca centrale russa è intervenuta sospendendo l'acquisto di valuta estera nel tentativo di limitare le perdite. Un ulteriore segnale della preoccupazione dilagante è il fatto che il rublo e il mercato azionario russo soffrono anche se il prezzo del petrolio è alto (al di là della debolezza odierna), con l'Ural, il petrolio russo, arrivato oltre i 92 dollari al barile. Anche in Ucraina, il rischio di un'imminente invasione russa pesa molto sulle previsioni di crescita e sulla valuta locale, la grivnia, che è scesa al suo livello più basso in quattro anni (33 per un euro e 29 per un dollaro), appesantita dalla fuga di capitali, costringendo la banca centrale a spendere più di un miliardo di dollari per cercare di tenerla a galla.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Prezzi del gas in rally, petrolio wti sopra 93 dollari

Il petrolio ha vissuto una giornata volatile, risentendo delle notizie sull'Ucraina. Il wti, contratto di marzo, è abbastanza stabile sopra i 93 dollari per azione.
E' ancora in rialzo il prezzo del gas, che ad Amsterdam, dopo essere salito del 10%, mette a segno un progresso del 3,3%, attestandosi a 80 euro per megawattora.

Euro debole, scivola anche sotto 1,13 dollari

Sul mercato dei cambi, l'avversione al rischio ha indebolito l'euro che è sceso anche sotto la soglia di 1,13, sebbene in chiusura passi di mano attorno proprio a 1,13 dollari (1,1333 in avvio e 1,1393 venerdì in chiusura) e 130,715 yen (130,71 e 132,17). Il biglietto verde vale 115,629 yen (115,32 e 116,00).


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