La Fed non ferma il recupero delle Borse Ue. A Milano (+1,2%) vola Saipem
Non pesa il calo superiore alle stime del Pil Usa. Spread in discesa a 190 punti, euro riaggancia quota 1,07 dollari. Rublo giù dopo intervento banca centrale. In rialzo il petrolio
di Stefania Arcudi
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Quella che sembrava una giornata appannata per le Borse europee, strette tra timori sulla crescita globale (Moody’s ha tagliato le stime 2022 e 2023), il rialzo dell’inflazione e la crisi in Ucraina, si è trasformata in una seduta brillante, in scia ai rialzi di Wall Street e, soprattutto, del Nasdaq grazie al rally di Twitter. Così hanno chiuso in positivo il FTSE MIB di Piazza Affari, con il rally di Saipem, e gli altri indici continentali, a partire dal CAC 40 di Parigi, dal DAX 30 e dal FT-SE 100 di Londra. In rialzo anche Mosca (+3% il Moex denominato in rubli), dopo che la Banca centrale russa ha abbassato i tassi dal 14% all’11%.
La Borsa americana, e di conseguenza gli indici del Vecchio Continente, hanno snobbato il dato inferiore alle stime sul Pil del primo trimestre (-1,5%, contro attese per -1,3%) e hanno guardato da un lato ai numeri migliori delle previsioni su lavoro e inflazione negli Stati Uniti e dall’altro alle parole della Fed, che mercoledì ha definito “appropriati” rialzi dei tassi per 50 punti base in ciascuna delle prossime due riunioni, quindi senza quella fuga in avanti che i mercati giudicano troppo aggressiva.
Wall Street corre, Pil delude ma non pesa su indici
La Borsa americana è in rialzo, nonostante la crescita sotto le stime e in scia al dato migliore del previsto sul lavoro e quello sull'inflazione in linea con le stime. Il Dow ha chiuso a +1,61%, l’S&P 500 a +1,99% e il Nasdaq a +2,68%).In particolare, il Pil, stando alla seconda lettura del dato (-1,4% la prima lettura) è diminuito nel primo trimestre del 2022 al tasso annualizzato dell'1,5% rispetto ai tre mesi precedenti, contro stime per un dato in ribasso dell'1,3%. Per quanto riguarda l'inflazione, il dato Pce è aumentato nel primo trimestre del 2022 del 7%, che conferma il dato preliminare, mentre il dato 'core', quello depurato dai prezzi energetici e dei prodotti alimentari, è aumentato del 5,1%, dopo il 5,2% in prima lettura. Infine, il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione è diminuito di 8.000 a 210.000, mentre le attese erano per un dato a 215.000.
Moody's taglia le stime crescita dei paesi avanzati
L'agenzia di rating Moody's ha tagliato le stime sul Pil delle economie avanzate, dato che l'invasione russa in Ucraina e i lockdown in Cina a causa della pandemia si aggiungono agli shock dell'offerta e spingono l'inflazione verso l'alto. La previsione per il 2022 è ora di +2,6% contro il +3,2% stimato a marzo. Moody's ritiene comunque che nessun paese del G20, a eccezione della Russia, finirà in recessione nel 2022 o nel 2023.
Intanto, l'Istat ha stimato per l'Italia a maggio un aumento sia dell'indice del clima di fiducia dei consumatori (da 100,0 a 102,7) sia dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 108,4 a 110,9). La fiducia delle imprese torna così vicina al livello dello scorso febbraio, grazie al miglioramento dei servizi di mercato e del commercio al dettaglio.
Vola Saipem, pochi titoli in ribasso
A Piazza Affari, in un Ftse Mib quasi tutto in positivo, ha brillato in particolare Saipem che, oltre a beneficiare ancora della “promozione” di Alpha Value dei giorni scorsi e degli aspetti tecnici legati al raggruppamento delle azioni ordinarie, è spinta verso l’alto anche dal balzo del petrolio (+3,6% il Wti luglio a 114,35 dollari al barile, +2,8% il Brent di pari scadenza a 117,18 dollari). Il settore energetico, per altro, guarda anche all’Algeria, da un lato perché il presidente Sergio Mattarella l’ha definita “un partner strategico” e dall’altro perché Eni ha siglato un Mou con il gruppo pubblico Sonatrach per campi a gas e idrogeno verde nel Paese africano.
Bene risparmio gestito e auto, tonfo Alerion
A Piazza Affari, oltre a Saipem, si sono dunque distinti in positivo il risparmio gestito, le banche e le auto, in una giornata positiva per il comparto delle quattro ruote in Europa (+2,48% l'Euro Stoxx 600, tra i migliori indici settoriali). Dopo un avvio negativo ha recuperato terreno Stmicroelectronics, che inizialmente era stata penalizzata dalle indicazioni sui prossimi mesi arrivati dal produttore di chip per la grafica Nvidia e dai rumors sulla produzione dell'iPhone da parte di Apple, di cui il gruppo dei semiconduttori franco-italiano è un importante fornitore. Bene il settore aerospaziale con Airbus, Leonardo - Finmeccanica, Thales, Rolls-Royce oggetto di acquisti. Da segnalare il rialzo di Telecom Italia nel giorno del cda sul tema Fibercop-rete unica. Fuori dal Ftse Mib giornata no per Alerion, perché si sarebbe interrotta la ricerca di un socio di minoranza pronto ad affiancare la famiglia Gostner.
Scatta Webuild, in pole position per maxi contratto in Gb
Si mette in luce Webuild, in pole position, con gli altri gruppi del consorzio More, per ottenere una commessa nel Regno Unito per la nuova A303, la strada che passa accanto al sito archeologico di Stonehenge. La joint venture, che vede WeBuild come primo socio con il 42,5% è stata selezionata da National Highways come "Preferred Bidder" per l'esecuzione dei lavori, per garantire il rispetto delle tempistiche programmate in attesa che venga approvato definitivamente il progetto. Il contratto è di 1,25 miliardi di sterline (1,5 miliardi di euro) per la realizzazione del tunnel e dei lavori principali di costruzione della tratta da Amesbury a Berwick Down della A303.
La Banca centrale russa taglia ancora i tassi, scende il rublo
Sul fronte macroeconomico, la banca centrale russa ha tagliato il tasso di riferimento per la terza volta da inizio aprile per sostenere l'economia colpita dalle sanzioni internazionali. Il tasso è stato abbassato all'11% dal 14 per cento. L'aumento iniziale al 20% dal 9,5% di fine febbraio aveva lo scopo di sostenere un rublo in rapido indebolimento e limitare un'impennata dell'inflazione, ma da allora il rublo ha riguadagnato terreno e ottenuto guadagni con le entrate in valuta estera dall'export di petrolio e gas che sono aumentate grazie al rincaro dei prezzi. La mossa ha avuto immediate conseguenze sul rublo, che perde circa il 4% nei confronti del dollaro a 62,25 per un biglietto verde. La valuta russa si è indebolita così di circa il 12% nelle ultime due sedute dopo essere salita ai massimi dal 2018 grazie alla crescita dell'export spinta dal caro energia.
Spread si restringe a 190 punti
Chiusura in netto calo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco è indicato a 190 punti dai 199 punti della vigilia. In calo anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato un'ultima posizione al 2,91% dal 2,95% del closing precedente.
Euro torna a quota 1,07 dollari, sale il petrolio
Sul mercato valutario, l'euro riconquista quota 1,07 dollari: la moneta unica europea vale 1,0707 dollari da 1,0673 ieri in chiusura e 136,05 yen (da 135,79), mentre il rapporto dollaro/yen è a 127,07 (da 127,24).
In rialzo i prezzi del petrolio con +3,6% il Wti luglio a 114,35 dollari al barile e +2,8% il Brent di pari scadenza a 117,18 dollari: nell'ultima settimana le scorte di greggio negli Usa sono scese oltre le previsioni. In calo del 3% a 85,4 euro per megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma olandese Ttf.
I verbali della Fed
Mercoledì sera, a mercati europei chiusi, la Fed ha pubblicato le minute della sua ultima riunione. Emerge che la maggior parte dei partecipanti ritiene che un aumento dei tassi di 50 punti base sia appropriato nelle prossime due riunioni. Molti partecipanti ritengono che le precedenti comunicazioni del Comitato siano state utili per far sì che le aspettative del mercato sulle prospettive di politica monetaria si allineassero meglio alla realtà, contribuendo all’inasprimento delle condizioni finanziarie.
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