Chiusura contrastata per l'Europa, a Piazza Affari si ferma la caduta di Unicredit
Forte rialzo per il Ftse100 a Londra (+1,2%). Il Regno Unito è il primo paese ad autorizzare il vaccino Pfizer/Biontech. Spread BTp/Bund in calo a 116 punti base
di Flavia Carletti
3' di lettura
Chiusura contrastata per le Borse europee, dopo il rally di novembre e la seduta positiva di martedì primo dicembre. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso lo 0,58%, risalendo comunque dai minimi di giornata. Con Wall Street poco mossa, debole anche Francoforte (-0,52%), piatta Parigi (+0,02%), mentre hanno registrato una seduta positiva Madrid (+0,98%) e Londra, che ha guadagnato oltre un punto percentuale (+1,23%), dopo che il Regno Unito è stato il primo Paese le cui autorità sanitarie hanno approvato il vaccino anti-Covid di Pfizer/Biontech che sarà disponibile dalla prossima settimana.In un clima che resta in generale positivo, con l'attesa per la ripresa economica nel 2021, anche se il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell che ha ammonito che la strada «è ancora molto lunga», sono scattati i realizzi su molti titoli che avevano ben performato nelle ultime settimane.
Wall Street chiude debole. Il Dow Jones sale dello 0,20% a 29.884,78 punti, il Nasdaq perde lo 0,05% a 12.3479,37 punti mentre lo S&P 500 avanza dello 0,18% a 3.668,99 punti.
Vendite sulle banche, Unicredit mette un freno al tonfo
A Milano protagoniste in negativo sono state soprattutto le banche che però sul finale hanno recuperato rispetto ai minimi di giornata con Banco Bpm (-2,45%) e Bper (-1,08%), dopo le parole dell'ad di Bper Alessandro Vandelli, che ha frenato sulle ipotesi di un matrimonio tra i due istituti. Ha messo un freno alle forti perdite delle ultime due sedute, invece, Unicredit (+0,42%). Ieri sera a mercati chiusi, un portavoce dell'istituto ha indicato che il cda di Unicredit «non accetterà mai alcuna operazione che possa danneggiare gli interessi del gruppo e in particolare la sua posizione patrimoniale». Il riferimento è all'operazione Unicredit-Mps, a cui la sua contrarietà avrebbe portato Mustier all'addio. Intanto, oggi la commissione Bilancio della Camera ha dichiarato inammissibili alcuni emendamenti M5S al Ddl bilancio che puntavano a limitare i benefici fiscali concessi per le aggregazioni aziendali. In particolare è stato esclusa dal voto della Commissione (salvo ricorsi i cui esiti saranno comunicati in serata) la proposta di modifica, primo firmatario Davide Zanichelli, che introduceva, tra l'altro, un tetto di 500 milioni di beneficio fiscale (Dta) derivante dall'operazione di aggregazione. Le misure previste dalla manovra sono state interpretate come un incentivo all'aggregazione Unicredit-Mps.
In rosso il risparmio gestito, bene i petroliferi
La giornata è stata negativa anche per il risparmio gestito con Banca Generali (-3,21%), Banca Mediolanum (-2,66%) e Azimut (-2,58%). Dopo il +4,51% di ieri, St è stata bersagliata dalle prese di beneficio e ha lasciato sul terreno il 2,59%. In rosso anche Atlantia (-2,68%), nel giorno del cda, quando la società non è riuscita a trarre vantaggio dalla notizia – giudicata positiva dagli analisti – che la controllata Aspi ha collocato obbligazioni per 1,25 miliardi di euro, a fronte di una richiesta per 3,7 miliardi. Nonostante i dati sulle immatricolazioni di novembre positivi in l’Italia – pubblicati ieri sera dopo la chiusura dei mercati - Fca ha perso lo 0,36%, risentendo della generale debolezza del comparto auto. Il cambio di rotta del greggio ha spinto i titoli del comparto con Saipem (+2,61%) ed Eni (+1%). Bene anche Moncler (+1,51%), Amplifon (+1,08%) e Leonardo (+0,95%).
Spread in calo a 116 punti, rendimento allo 0,64%
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario dei titoli di Stato Mts. Al termine degli scambi, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari durata tedesco è indicato a 116 punti base, dai 118 punti del closing precedente. Scende anche il rendimento del BTp decennale benchmark che si è attestato a fine seduta allo 0,64%, dallo 0,68% segnato ieri in chiusura.
Dollaro debole, petrolio torna a salire
Sul fronte dei cambi, l’euro si è rafforzato ancora e - in chiusura dei mercati europei - vale 1,2091 dollari (1,2064 in avvio e 1,2004 ieri in chiusura), e 126,393 yen (126,15 e 125,73 yen), mentre il dollaro passa di mano a 104,540 yen (104,5 e 104,47). Ha girato in positivo il prezzo del petrolio dopo un avvio debole: il contratto sul Wti consegna Gennaio sale dell'1,62% a 45,27 dollari al barile e quello consegna Febbraio sul Brent del Mare del Nord dell'1,37% a 48,07 dollari al barile.
(Il Sole 24 ore Radiocor)
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