la giornata dei mercati

Il nuovo tonfo del petrolio affossa le Borse. Piazza Affari -3,6%, spread vola a 268

Giornata ancora pesante per il mercato azionario condizionato nuovamente dal tracollo dei prezzi del greggio che anche nella consegna giugno del Wti sprofondano del 50% a meno di 10 dollari al barile, anche il Brent precipita sotto i 20 dollari. Intanto si alza la tensione sui titoli di Stato italiani a due giorni dal Consiglio europeo del 23 aprile. I BTp hanno pagato le parole di Conte, l'attesa per il giudizio di S&P sull'Italia e le nuove emissioni in arrivo

di Andrea Fontana e Eleonora Micheli

(AFP)

6' di lettura

Il crollo storico del petrolio, con i contratti sul Wti scesi in territorio negativo e anche le nuove scadenze in picchiata, pesa ancora sull'azionario: le Borse europee hanno chiuso tutte in deciso ribasso mentre si alza la tensione sui titoli di Stato italiani che tornano a rendere oltre il 2% nella scadenza 10 anni. Il barile di petrolio a New York è arrivato a perdere oltre il 50% nella consegna a giugno (quella successiva al contratto precipitato a -40 dollari il 20 aprile) e ha finito la giornata in ribasso del 43% a 11,57 dollari al barile. Un tonfo che a sua volta affossa Wall Street, con il Dow Jones e l’S&P 500 in flessione rispettivamente del 2,7 e del 3,07 per cento.

Sul mercato pesano le preoccupazioni per la recessione in arrivo e il conseguente crollo della domanda di greggio, ma il sentiment è peggiorato anche dalle incertezze sulla fine del lockdown. L'Oms ha avvertito del pericolo per una riapertura troppo anticipata. Un altro elemento di incertezza arriva dalle indiscrezioni sulle condizioni di salute del leader Nord coreano Kim Jong Un che sarebbe stato sottoposto a un intervento cardiovascolare la scorsa settimana.

Loading...

Piazza Affari ha terminato le contrattazioni in calo del 3,6%, Francoforte è stata la peggiore perdendo il 4%, Parigi ha ceduto il 3,7%, Londra il 3%.

Prezzo petrolio - Brent
Loading...

Wall Street in rosso, anche Netflix e Coca Cola in discesa
Molto negativa Wall Street che già nella seduta del 20 aprile aveva visto il Dow Jones cedere il 2,4%. Il Nasdaq perde oltre il 3%. La seduta è condizionata dalle performance in discesa dei colossi dell'oro nero come Exxon, Occidenta, Chevronl e Conocophillips, ma anche Neflix che pubblicherà i conti dopo il suono della campanella è in flessione. In rosso anche Coca Cola che, a valle di una trimestrale migliore delle previsioni, ha annunciato una flessione delle vendite del 25 % a livello globale nel mese di aprile.

Il petrolio fallisce il tentativo di rimbalzo, Brent sui minimi dal 2001
Continuano le vendite sul petrolio dopo un mini tentativo di rimbalzo sui mercati asiatici e dopo il "crash" storico della vigilia. Il Brent consegna giugno è sceso sui minimi dal 2001, fino a toccare un minimo di giornata a 18,1 dollari e scambia poco sotto i 20 dollari. Il contratto su giugno del Wti è arrivato fino a 11,59 dollari, per poi recuperare quota 14 dollari. Il crollo della domanda, l'aumento delle scorte e le preoccupazioni per la recessione in arrivo stanno mettendo sotto pressione i corsi del petrolio, in un mercato preoccupato per la diffusione del coronavirus e per le incertezze sul lockdown.

Analisti: crollo greggio senza precedenti, guardare a scadenze future
Se il crollo del greggio ai minimi storici nella seduta del 20 aprile aveva avuto anche ragioni tecniche, legate all'avvicinarsi della scadenza del contratto future, gli altri fattori che mettono pressione sulla materia prima restano attuali: dalla forte contrazione della domanda, per il lockdown legato al Covid-19 e per la recessione in arrivo, ai costi di stoccaggio, alle tensioni tra i Paesi produttori. "Se lo spazio di stoccaggio resta saturato, la volatilità dei prezzi resterà eccezionalmente alta nelle prossime settimane. Questo implica che la produzione dovrà calare presto e in modo significativo per riportare il mercato in equilibrio, cosa che comunque richiederà mesi", hanno segnalato gli analisti di Goldman Sachs.

Le conseguenze del crash: tensioni Usa-A.Saudita in arrivo?
Il crollo del Wti, aggiungono gli analisti di Mps Capital Services, non resterà probabilmente privo di conseguenze: "Trump ha dichiarato che alla luce del basso prezzo, intende aumentare le scorte strategiche di 75 mln barili e starebbe considerando di vietare le importazioni saudite", spiegano. In Texas, "la Commissione che regola il settore petrolifero si riunirà per decidere se imporre un tetto alla produzione stile quello Opec".
"Un recente sondaggio della Federal Reserve di Dallas - osservano Nadège Dufossé, Head of Asset Allocation of Candriam e Florence Pisani, Global Head of Economic Research di Candriam- ha rilevato che, in Texas, New Mexico e Louisiana, i prezzi del WTI devono essere in media tra i 23 e i 36 dollari al barile per coprire i costi operativi dei pozzi esistenti. Alcuni produttori sono riusciti a coprire in parte le vendite della loro produzione sui mercati dei futures, ma i prezzi del petrolio attualmente bassi porteranno p robabilmente a svalutazioni di asset e fallimenti. Questo scenario convalida la strategia saudita. Il crollo dei prezzi eliminerà infatti dal mercato molti produttori statunitensi, costringendo gli Stati Uniti a contribuire all'adeguamento al ribasso della produzione mondiale".

Ryad: «Pronti a misure supplementari, confermati i tagli»
«L'Arabia Saudita sta «sorvegliando da vicino» il mercato del petrolio e si dice pronta a prendere «ogni misura supplementare» a fronte del collasso storico del prezzo del greggio. E' quanto riporta l'agenzia di stampa ufficiale Spa, che cita un comunicato del governo. Il paese, inoltre, è «determinato ad assicurare la stabilità del mercato petrolifero e conferma il suo impegno con la Russia per mettere in atto i tagli» alla produzione «per i prossimi due anni».

A Piazza Affari tutti in rosso i 40 titoli del Ftse Mib: -5,6% Eni
Tutti in rosso i titoli a maggiore capitalizzazione di Piazza Affari che compongono il paniere Ftse Mib. Nel mirino delle vendite in particolare i petroliferi con Eni che ha perso il 5,6% affiancata da Saipem e Tenaris arretrate del 5%. I peggiori del listino sono stati però StMicroelectronics, Salvatore Ferragamo e Finecobank. Perdite molto limitate per Prysmian, che ha presentato un nuovo cavo di trasmissione per i collegamenti tlc in fibra e 5G, Diasorin (sempre sotto i riflettori per la produzione dei test sierologici) e Campari.

Spread in rialzo sfiora i 270, rendimento 10 anni al 2,2%
Le tensioni sul petrolio si sono accompagnate nella seduta di martedì 21 aprile a una forte volatilità sui titoli di Stato, con lo spread BTp/Bund che è tornato a salire sfiorando i 270 punti e il rendimento del decennale oltre il 2%. A pesare, è l’incertezza sull’esito del consiglio europeo di giovedì da cui gli investitori si aspettano misure concrete per il rilancio dell’economia e sulla condivisione dei rischi che tuttavia non sembrano essere all’orizzonte a giudicare dalla spaccatura ancora in essere tra i Paesi del Nord e quelli del Sud. Lo spread BTp/Bund sui massimi di giornata. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark scadenza agosto 2030 (IT0005403396) e il pari scadenza tedesco ha terminato gli scambi a 268 punti base, a fronte dei 243 punti del closing della seduta precedente. Balzo anche per il rendimento del BTp decennale benchmark che ha chiuso al 2,20% dall'1,98% del riferimento precedente.

Su BTp fuoco incrociato: attesa S&P, vertice Ue e nuove emissioni
I BTp, spiegano gli operatori, subiscono il contraccolpo più duro di una situazione di mercato dove si intrecciano molto aspetti preoccupanti. Oltre alla mannaia della revisione del rating di S&P atteso per giovedì, il mercato è attento alle notizie che filtrano in vista del prossimo vertice Ue del 23 aprile, in cui i leader europei dovranno discutere sugli strumenti da mettere in campo per fronteggiare le conseguenze economiche dell'epidemia di Covid-19 che ha colpito il Vecchio Continente. Anche oggi le indicazioni arrivate non sono state positive e proprio Giuseppe Conte, nel suo intervento in Parlamento, ha contribuito ad accrescere la fibrillazione degli operatori. Prima chiarendo che dal prossimo vertice non usciranno probabilmente delle decisioni definitive (che quindi saranno spostate più avanti) e poi fornendo dettagli sul prossimo intervento che il Governo pensa di approvare per il sostegno all'economia: ulteriori 50 miliardi di euro da finanziarie in deficit che si tradurranno in ulteriori emissioni dal collocare sul mercato nelle settimane a venire. Per giunta la maxi-emissione del Tesoro nella mattinata del 21 aprile ha saturato la parte più lunga della curva (con 6 miliardi collocati sul 30 anni) spingendo molti ad alleggerire la propria posizione proprio sulla durata decennale.

Ordini per 110 miliardi per i nuovi titoli a 5 e 30 anni
La domanda complessiva per i titoli a 5 e 30 anni ha toccato i 110 miliardi di euro. Alla luce della domanda il Tesoro ha così deciso di emettere 10 miliardi del nuovo BTp benchmark a 5 anni e 6 miliardi per il BTp a 30 anni.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

Tutti gli indici e le quotazioni

I titoli di Piazza Affari

Lo spread BTp-Bund

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti