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Borse rimbalzano con dati manifattura e petroliferi: Piazza Affari chiude a +2,5%

Le misure anti Covid preoccupano, ma i segnali positivi sul fronte industriale danno respiro ai listini. Riflettori sulle presidenziali Usa alla vigilia del voto. A Piazza Affari scivola Nexi in esclusiva per un nuova acquisizione, corrono Saipem e Eni. Balzo Mps su ipotesi aggregazione con Unicredit

di Andrea Fontana ed Eleonora Micheli

La Borsa, gli indici di oggi 2 novembre 2020

4' di lettura

I segnali positivi sulla manifattura del Vecchio Continente e americana danno respiro alle Borse, dopo un pesante mese di ottobre (-7,3% l'indice Eurostoxx50 e -5,6% il Ftse Mib): Piazza Affari ha chiuso le contrattazioni con un +2,55% e anche gli altri listini hanno recuperato almeno 2 punti percentuali. Il rialzo è stato supportato da quella che gli operatori chiamano una "rotazione settoriale", cioè il ritorno su settori molto penalizzati nelle ultime settimane, a cominciare dai petroliferi - che scommettono su una clamorosa rimonta di Trump nei sondaggi - ma anche dal buon andamento generale di Wall Street alla vigilia del voto americano che chiude in rialzo (Dj +1,60%,Nasdaq +0,42%)

Ad aumentare la propensione al rischio degli investitori sulle piazze europee sono stati i dati sugli indici Pmi manifatturieri, che segnano per l’Eurozona un rialzo a 54,8 punti da 53,7 di settembre (ai massimi da luglio 2018)e in particolare l’espansione della Germania (a 58,2 punti da 56,4 e al massimo in 31 mesi). Non fa eccezione l’Italia (a 53,8 da 53,2 punti) che registra il dato più alto da marzo 2018. Le preoccupazioni restano comunque forti, dopo una settimana molto negativa in cui gli indici hanno perso oltre 6 punti percentuali (Milano -6,96%, nel 2020 solo a marzo e aprile, in pieno lockdown, ha avuto un ribasso mensile più pesante) ed è stata persa capitalizzazione di mercato per oltre 600 miliardi di euro in cinque sedute.

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Occhi sul voto Usa, Wall Street in buon rialzo dopo Ism

In tutto questo, gli occhi del mondo sono puntati sulle elezioni americane e, nell'attesa, gli indici stanno rimbalzando anche a Wall Street dopo la peggiore settimana (-5,6% l'S&P500) e il peggior mese da marzo(-2,7%). La scorsa settimana è stata difficile a causa della rottura delle trattative tra repubblicani e democratici per un nuovo piano di stimoli, dei nuovi record di casi di coronavirus e di una serie di trimestrali che ha gettato ombre sui prossimi mesi. Gli investitori ora aspettano le elezioni presidenziali: secondo le previsioni del sito Five Thirty Eight, il candidato democratico Joe Biden ha il 90% di probabilità di battere il presidente Donald Trump. Molti investitori si augurano una schiacciante vittoria dei democratici, perché consentirebbe di evitare polemiche sul voto e di veder velocemente approvato un nuovo piano di stimoli economici. La speranza è che gli Stati Uniti si sveglino mercoledì mattina conoscendo il nome del prossimo presidente, ma la paura è che un risultato in bilico, in attesa dei tanti voti via posta da conteggiare, possa dare vita a un lungo periodo di incertezza e di tensioni politiche e sociali.

Sul fronte macroeconomico, a ottobre, l'Ism manifatturiero - l'indice che misura la performance del settore manifatturiero negli Stati Uniti - è migliorato più di quanto atteso dagli analisti.

Investitori scettici sulla gestione della seconda ondata

A inizio ottobre la convinzione prevalente tra gli investitori era che i governi avrebbero gestito meglio la crisi facendo tesoro degli errori della prima ondata ma queste aspettative sono state ridimensionate dall’impennata di contagi e ricoveri. I ribassi di questi giorni non sono paragonabili al -25% perso da Piazza Affari nella settimana dopo la proclamazione del lockdown nazionale (8 marzo). Le restrizioni in vigore ora sono molto più blande di allora. Rispetto ad allora poi si intravede una luce in fondo al tunnel: il vaccino. Le ingenti risorse mobilitate hanno impresso un’accelerazione impensabile alla ricerca e nelle prossime settimane le case produttrici dovrebbero fornire indicazioni sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini alla fase finale di test. Per gli investitori saranno informazioni cruciali per capire se e in che misura ci sarà la ripresa. Le notizie sul fronte vaccini saranno un importante “market mover” per le Borse nelle prossime settimane.

Saipem e Eni sugli scudi, Mps vola su ipotesi Unicredit

A Piazza Affari hanno rialzato la testa le azioni petrolifere, nonostante l’andamento fluttuante del greggio (debole nella prima parte della giornata, poi in recupero). Saipem è volata del 7,6%. Sono inoltre andate bene le azioni delle banche, con Unicredit in rialzo del 3,2%, mentre il mercato si interroga sulle eventuali nozze con Banca Mps, come anticipato dal Sole 24 Ore. La banca senese, dopo i cali della scorsa settimana, è volata dell'8,3%, nel giorno in cui è stato convocato un cda straordinario per valutare come far fronte alla forte perdita del terzo trimestre 2020, dovute anche ai nuovi accantonamenti fatti a fronte delle controversie legali e stragiudiziali e che secondo indiscrezioni si aggirano tra i 900 milioni e 1,3 miliardi. Hanno invece perso quota le Recordati (-3,8%), penalizzate da una raccomandazione degli analisti di Goldman Sachs, e le Nexi (-2,5%): dopo l'acquisizione di Sia, che verrà completata nell'estate 2021, il gruppo di pagamenti digitali ha già pronta un'altra maxi operazione per fondersi con il gruppo danese Nets.

Andamento dello spread Btp / Bund
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BTp, calma piatta. Spread con Bund stabile a 135 punti

Chiusura in lieve rialzo per lo spread BTp/Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark italiano (Isin IT0005413171) e il pari scadenza tedesco è indicato a 135 punti base dai 134 punti del finale di venerdì 30 ottobre. Resta stabile il rendimento che, sulla scadenza decennale benchmark, si attesta allo 0,72%, invariato sull'ultimo
riferimento.

Euro resta debole, petrolio risale da minimi 5 mesi

Sul fronte dei cambi, la moneta unica resta debole contro dollaro: la divisa unica è scambiata a 1,163 contro il biglietto verde (contro 1,1648 dollari venerdì in chiusura). In recupero i prezzi del petrolio nonostante i minimi da cinque mesi toccati nel corso della mattinata: il Wti dicembre tratta a 36 dollari al barile, il Brent gennaio a 38 dollari al barile.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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