la giornata dei mercati

Borse, giornata nera per il settore auto: crollano Fca (-15%) e General Motors

(REUTERS)

4' di lettura

Seduta in rosso per le Borse europee, che non sono aiutate neanche da Wall Street, in territorio negativo. Pesanti vendite in Europa e negli Usa sul comparto auto, complici le trimestrali con stime deboli e la preoccupazione per una possibile escalation sui dazi. A Milano (che con un calo dell'1,4% segna la performance peggiore in Europa) la giornata è stata all'insegna della galassia Agnelli, dopo che Exor ha confermato la morte di Sergio Marchionne e dopo che Fca ha pubblicato i conti del secondo semestre: l'ulteriore taglio delle stime per il 2018 ha fatto sbandare i titoli, con Fiat Chrysler Automobiles che ha chiuso in calo del 15,5% e ha bruciato in una sola seduta 3,87 miliardi di euro di capitalizzazione.

In Europa, il settore auto, che registra la performance peggiore dopo il rimbalzo della vigilia, risente del fatto che l'amministrazione americana è tornata alla carica sulla possibile imposizione di tariffe sulle importazioni negli Stati Uniti. Negli Usa, deludono le previsioni di General Motors, tagliate a causa dell'aumento dei costi delle materie prime. Sui mercati, comunque, prevalgono le vendite in generale su tutti i settori, tra l'attesa per l'incontro tra il presidente americano Donald Trump e il numero uno della Commissione europea Jean-Claude Juncker proprio sul tema dazi e la stagione delle trimestrali ormai nel pieno.

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Galassia Agnelli in calo, Fca a fondo dopo conti
A Milano per tutta la seduta sotto i riflettori la galassia Agnelli-Elkann, dopo la pubblicazione dei conti di Fiat Chrysler Automobiles e la conference call che è stata il primo banco di prova per il nuovo amministratore delegato Mike Manley. dopo la scomparsa di Sergio Marchionne. Il manager ha detto che il secondo trimestre è stato «duro» per Fca e ha sottolineato che anche Marchionne aveva anticipato che sarebbe stato un trimestre duro ed è stato così. Confermati tutti i target al 2022. Subito dopo i conti, dopo essere stato sospeso in asta di volatilità, il titolo di Fca è tornato in contrattazione, arrivando a perdere più del 10%,per poi chiudere in flessione del 15,5%. A pesare sul titolo è il fatto che la società ha rivisto al ribasso le stime per la fine dell'anno relative a ricavi netti ed ebit adjusted, confermando quelle sull'utile netto adjusted. Il gruppo automobilistico per il 2018 si aspetta ricavi netti tra 115 e 118 miliardi di euro, un ebit adjusted tra 7,4 e 8 miliardi di euro, con un utile netto adjusted confermato pari a circa 5 miliardi di euro. Da segnalare anche il calo dell'utile netto nel secondo trimestre del 35%. Anche Exor, che era stata fermata a sua volta in asta di volatilità, è tornata agli scambi e ha chiuso in rosso del 3,5%. In discesa anche Ferrarie Cnh Industrial. In mattinata, Exor aveva comunicato con una nota la scomparsa di Sergio Marchionne: «E' accaduto purtroppo quello che temevamo. Sergio, l'uomo e l'amico, se n'è andato», ha scritto in una nota il presidente di Exor John Elkann.

Wall Street vira in positivo dopo Trump-Ue
Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,69% a 25.415,19 punti, il Nasdaq avanza dell'1,17% a 7.932,24 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,91% a 2.846,07 punti. La seduta era stata a lungo con il segno meno sulla scia di alcune trimestrali che dimostrano come almeno parte della Corporate America sia vittima della politica commerciale dell'amministrazione Trump, poi ha invertito segno sulle rassicurazioni emerse dopo il vertice Trump-Junker. A pesare sull'indice delle 30 blue chip è Boeing, il cui outlook sui profitti annui ha deluso così come il fatturato generato dai jet commerciali. Ha deluso anche General Motors, costretta a tagliare le guidance 2018 per via dei crescenti costi di acciaio e alluminio.

A Piazza Affari bene Telecom, a fondo St
Sul FTSE MIB da segnalare il rialzo di Telecom Italia, che ha chiuso il primo semestre con utile in rialzo del 3,7% e ha fatto sapere di avere esaminato il tema degli impegni, non previsti a piano, che potranno derivare dalla partecipazione alla gara 5G, e ha avviato un percorso di valutazione delle opzioni strategiche delle sue partecipate, confermando la prosecuzione del processo di vendita di Persidera. Nel corso della conference call con gli analisti, il ceo Amos Genish ha confermato il suo impegno di lungo periodo e il sostegno al piano. Genish, inoltre, ha definito il progetto di separazione della rete «un catalizzatore importante per la situazione normativa, oltre che per migliorare i rapporti sia con il Governo, sia con clienti». Il nuovo modello normativo e la separazione della rete saranno «i driver principali per creare rapporti equi con il regolatore», ha continuato il manager, asserendo anche che Telecom, dopo aver migliorato la propria produttività ed efficienza avrà anche «altre opzioni che consentiranno all'azienda di effettuare transazioni che invece non sarebbero non possibili a livello di Tim». Infine, ha concluso, «a fine 2018 o inizio 2019 ci potrebbe essere un ulteriore processo significativo di valore». Sempre sul fronte delle trimestrali, Saipem chiude in positivo dopo avere chiuso il semestre con una perdita netta di 323 milioni e avere confermato le guidance 2018. Crolla Stmicroelectronics, che nel secondo trimestre ha visto salire utile e fatturato: per gli analisti di Mps il titolo è «in ribasso sul classico movimento di sell on news», mentre per Equita «i risultati del secondo trimestre sono stati in linea». Qualche dubbio sulle previsioni, anche a causa della possibile escalation sui dazi. Secondo un analista le previsioni sui margini sono leggermente inferiori alle attese. Fuori dal listino principale corre il Credito Valtellinese, dopo la partnership nel bancassurance con Credit Agricole.

Euro attorno a quota 1,17 dollari, petrolio in rialzo
Sul fronte valutario l'euro è scambiato in area 1,17 dollari, con il biglietto verde in calo sui minimi da due settimane contro le principali valute. Il petrolio si attesta in aumento, ma gli scambi sono ancora deboli: i future del Wti a settembre salgono dello 0,55% a 68,9 dollari al barile, mentre quelli a settembre del brent acquistano l'1,03% a 74,2 dollari.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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