ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl barometro dei mercati

Borse al giro di boa: ecco perché da agosto potrebbe prevalere la cautela

Investitori finora rialzisti perché convinti di un atterraggio morbido dell'economia, ma il rischio recessione non è scomparso

di Vito Lops

(REUTERS)

3' di lettura

I mercati finanziari archiviano una settimana di consolidamento. Il Ftse Mib di Piazza Affari in cinque sedute ha guadagnato lo 0,6%. In linea anche l’indice S&P 500 di Wall Street, mentre il tecnologico Nasdaq 100 è arretrato dello 0,5% pagando anche il dazio del ribilanciamento che sarà operativo da lunedì e che “costringe” gli operatori a vendere i titoli big per ridurne il peso nel calcolo (che scenderà dal 56% al 40%). Molti big saranno protagonisti nei prossimi giorni con la presentazione dei conti. In settimana le azioni Microsoft hanno toccato un massimo storico a 367 dollari mentre quelle di Apple hanno sfiorato per la prima volta i 200 dollari. Entrambe hanno poi ritracciato nelle ultime due sedute, tanto per la questione del ribilanciamento, quanto per lo scetticismo di fondo con cui il mercato si appresta ad affrontare le prossime giornate.

Banche centrali moment

Mercoledì 26 tocca alla Federal Reserve, il giorno dopo alla Bce. Entrambe dovrebbero alzare il costo del denaro di 25 punti base, con gli investitori focalizzati soprattutto sulle prossime mosse. Sarà l’ultima azione negli Stati Uniti, considerato che da quelle parti l’inflazione core (4,8%) viaggia già al di sotto del costo del denaro, a differenza che nell’Eurozona dove c’è ancora distanza (5,5% core, 4% costo del denaro). È uno dei tanti interrogativi di un mercato che arriva a fine mese un po’ stanco, con la sensazione diffusa di “ipercomprato”. Tanti indicatori – che misurano l’oscillazione del pendolo delle emozioni degli investitori tra i due estremi, paura e avidità – sono posizionati su “extreme greed”, avidità estrema. Di conseguenza in molti a questo punto invitano alla cautela, considerando che agosto e settembre non sono lontani e che di solito presentano una stagionalità avversa al risk-on.

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Va però detto che questo rialzo (certificato dal +40% da inizio anno del Nasdaq, cui si affianca il +21% in Europa di Piazza Affari) non è solo guidato dalla narrativa del momento, ovvero il boom dell’intelligenza artificiale: se fosse solo per questo il rischio di una bolla speculativa sarebbe dietro l’angolo. Gli investitori stanno puntando dritto su uno scenario di soft landing, caratterizzato da una frenata rapida dell’inflazione e da un outlook economico in calo ma migliore del previsto. Per questo finora non sono stati acquistati solo i titoli delle big tech agganciate al tema “Ai”, ma i capitali hanno premiato anche il comparto industriale, come dimostra l’accelerazione del “vecchio” Dow Jones negli Usa (ad appena 4 punti percentuali dal massimo storico) e degli indici europei, certamente più old economy, che a livello aggregato (Eurostoxx 50) sono vicinissimi al record assoluto, forti del +25% incamerato da gennaio.

I gestori incantati dai riccioli d’oro

I gestori chiamano questo scenario “Goldilocks economy”, ispirandosi alla favola britannica di una bambina, “Riccioli d’oro”, che si intrufola nella casa di una famiglia di orsetti ed è un po’ difficile da accontentare: non vuole il latte troppo caldo o troppo freddo, così come letto e sedia non devono essere né morbidi né duri. In economia uno scenario Goldilocks è quello in cui c’è crescita, ma non tale da alimentare pressioni inflazionistiche: lo scenario ideale per i mercati e per l’appetito al rischio.

Gli ultimi dati relativi all’inflazione (in calo) e alla macro (indici Pmi Usa in ripresa) hanno spinto gli investitori a sposare lo scenario “Riccioli d’oro”. Eppure in settimana il Conference board americano ha aggiornato il leading indicator index, in calo da 15 mesi consecutivi, mettendo nero su bianco: «Ci aspettiamo una recessione tra il quarto trimestre del 2023 e il primo del 2024». Il dubbio, quindi, che l’atterraggio morbido possa degenerare nei mesi a venire resta.

Atterraggio morbido, siamo sicuri?

«L’economia statunitense appare straordinariamente solida dopo 500 punti base di aumenti dei tassi ufficiali – spiega Michelle Cluver, Portfolio Strategist di Global X – Il forte mercato del lavoro sta sostenendo la resilienza dei consumatori, mentre il rallentamento dell’inflazione ha aperto la possibilità che la Fed si avvicini alla fine della sua lotta contro l’inflazione, potenzialmente senza avere un impatto negativo sul mercato del lavoro. Se ciò dovesse accadere, potremmo prepararci per il prossimo ciclo di crescita economica.Tuttavia, è ancora troppo presto per escludere una contrazione economica, una ricomparsa di preoccupazioni inflazionistiche o un passaggio alla deflazione».

Quali sono le criticità da affrontare? «Fino a oggi, il comparto azionario è stato sostenuto da dati che indicavano un processo deflazionistico indolore (scenario Fed). Il settore tecnologico Usa ha inoltre beneficiato dell’accelerazione della spesa pubblica fornita dal Chips and Science Act e dall’Inflation Reduction Act, due norme varate lo scorso anno – sottolinea Ombretta Signori, macroeconomic research and strategy di Ofi Invest am – Tuttavia qualsiasi cattiva notizia sui tassi di interesse (magari dovuta a un’inflazione più resistente) o sulla crescita degli utili eserciterà pressioni sui prezzi delle azioni. Sarà importante seguire la pubblicazione dei prossimi bilanci e in particolare i risultati delle aziende tech».

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