L’inflazione spaventa le Borse, l’Europa chiude in rosso. Putin raffredda la corsa del gas
I listini hanno dimezzato le perdite rispetto ai minimi di giornata. Il petrolio ripiega dopo che i contratti sul Wti hanno toccato i massimi dal 2014 e quelli sul Brent dall'ottobre 2018. Bitcoin ai massimi da 5 mesi
di Paolo Paronetto
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Borsa: Europa ancora nella morsa dei tassi, Milano chiude a -0,17%
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il rischio inflazione spaventa i mercati e fa passare in secondo piano il dato migliore delle attese sulla disoccupazione Usa di settembre.I listini azionari europei hanno vissuto una giornata difficile, mentre la corsa dei prezzi dell’energia ha portato molti osservatori a ritenere che le banche centrali potrebbero agire più rapidamente del previsto dando una stretta alla politica monetaria. Gli indici continentali hanno tuttavia quasi dimezzato le perdite rispetto ai minimi di giornata quando, nelle ultime ore di contrattazione, si è arrestato il rally del gas naturale, che dopo aver toccato nuovi massimi a quota 130 euro per megawatt/ora ha invertito la rotta grazie alla rassicurazione del presidente russo, Vladimir Putin, sulla disponibilità di Mosca di aumentare le forniture all’Europa per stabilizzare il mercato.
A Piazza Affari il FTSE MIB ha perso così l’1,35%. Sale il Bitcoin, ai massimi da 5 mesi. Wall Street, per contro, chiude positiva intravedendo un possibile accordo in grado di sbloccare l’impasse sul tetto del debito. Il Dow Jones sale dello 0,30%.
Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, le vendite hanno colpito i settori più ciclici, a partire da banche e auto. Stellantis ha perso terreno, mentre il settore continua a risentire anche della carenza di chip che impone stop alla produzione. Tra le banche, ha limitato i danni Unicredit, che continua a beneficiare della speculazione su un possibile via libera all’acquisizione di Banca Mps, prospettiva rafforzata dall’esito dell’ultima tornata elettorale. Bene anche Banco Bpm e Nexi. La discesa del petrolio dai massimi degli ultimi tre anni penalizza il settore energetico, con Saipem e Tenaris in calo.
Giù Mediobanca, Doris nega ipotesi fusione B.Mediolanum
Mediobanca ha perso quota dopo che l'a.d. di Banca Mediolanum (-1,46%), Massimo Doris, ha messo il freno alla speculazione su una possibile aggregazione tra le due società, che nei giorni scorsi aveva sostenuto i titoli. Vendite su Pirelli & C, Prysmian, Exor e Cnh Industrial, mentre hanno chiuso sopra la parità Moncler, Amplifone Finecobank. Invariata Recordati. Nel resto del listino si è mossa in controtendenza Anima (+0,68%) grazie ai buoni dati sulla raccolta di settembre e all'operazione di buyback iniziata martedì.
Quanto a Stellantis, il gruppo nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot ha annunciato la sospensione della produzione anche nell'impianto di Vienna.
Tra i principali titoli europei, il caro energia ha penalizzato Saint Gobain a Parigi: i titoli hanno lasciato sul terreno l'1% dopo che il gruppo ha annunciato una revisione al rialzo le stime dei costi di energia e materie prime previsti per l'intero 2021. La discesa dei titoli oil ha coinvolto Vallourec (-9,86%), Cgg (-7,66%), TechnipFmc (-4,85%) e Total (-1,37%), mentre hanno guadagnato terreno Pernod Ricard (+1,48%) e Carrefour (+0,95%). A Francoforte il gruppo immobiliare Adler è precipitato del 25,93% dopo che l'autorità di supervisione Bafin ha sottolineato di «prendere sul serio» le accuse di frode avanzate nei confronti della società. Male i titoli delle auto: Bmw ha perso il 2,51%, Volkswagen il 2,75% e Porsche il 3,56%. A Londra Tesco ha guadagnato in controtendenza il 5,95% dopo avere annunciato un primo semestre robusto, l'innalzamento degli obiettivi per l'esercizio e il varo di un programma di buy back di azioni proprie.
Gas naturale, prezzi giù dopo record a 130 euro
Come detto ha invertito la rotta il prezzo del gas naturale, in calo del 7% dopo il recente rally. In precedenza il contratto spot sul mercato olandese TTF, tra i più grandi e liquidi dell'Europa continentale, aveva raggiunto i 130 euro per megawatt/ora (MWH), un livello mai toccato in precedenza. Il contratto front-month per novembre è cresciuto di oltre il 400% dall'inizio dell'anno. Un corsa a cui hanno contribuito anche «le indiscrezioni secondo cui la Cina avrebbe ordinato agli importatori di LNG di aumentare gli ordini per risolvere la crisi», dicono gli esperti di Mps Capital Services. «Contemporaneamente, in Europa aumenta il numero di società costrette a tagliare la produzione a causa dei prezzi elevati di gas, carbone e elettricità, con molte aziende che iniziano a temere l’ipotesi di un razionamento elettrico. Intanto - aggiungono gli analisti - il Commissario Ue all’energia, Simson, ha affermato che i livelli delle scorte sono sotto la media degli ultimi 10 anni, ma adeguati ad affrontare l’inverno».
Proseguono gli acquisti sul dollaro, euro sotto quota 1,16
Sul mercato dei cambi, il super dollaro preme verso quota 1,15 per un euro: la moneta unica europea è scesa a 1,1534 dollari da 1,1604 ieri in chiusura. Un euro vale anche 128,48 yen (129,35 ieri), mentre il rapporto dollaro/yen è a 111,37 (111,46). Petrolio, come detto, in calo dai massimi, complice la crescita superiore alle attese delle riserve Usa: il future novembre sul Wti cede 1,69% a 77,60 dollari al barile, mentre la consegna dicembre sul Brent scivola dell’1,57% a 81,26 dollari.
Sull'obbligazionario, chiusura in rialzo per lo spread BTp/Bund. Il differenziale di
rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco ha segnato un'ultima posizione a 106 punti base, in rialzo rispetto ai 104 punti del closing di
martedì. In aumento il rendimento del BTp decennale italiano, che sale in chiusura allo 0,89% dallo 0,86% del riferimento della vigilia.
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