ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

L'Europa galleggia su stallo negoziati, Milano -0,66% frenata dalle banche

Si allontana la prospettiva di un accordo tra Russia e Ucraina. Corre il petrolio, il Brent supera i 105 dollari al barile

di Flavia Carletti

Articolo aggiornato il 17 marzo alle ore 21,10

La Borsa, gli indici del 17 marzo 2022

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Chiusura contrastata per le Borse europee, comunque ben sopra i minimi di seduta sulla scia del recupero di Wall Street. Non sono bastati i tentativi di rassicurazioni da parte del presidente della Fed Jerome Powell sull'andamento dell'economia a sostenere l'azionario. Le preoccupazioni per il conflitto in Ucraina e i suoi possibili effetti sulla crescita hanno frenato i listini, soprattutto dopo che il portavoce del Cremlino che ha smentito che le parti si stiano avvicinando a un possibile accordo. Intanto, la Casa Bianca ha annunciato che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, avrà una telefonata con il leader cinese Xi per discutere di Ucraina e concorrenza economica. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,66%, zavorrato soprattutto dal comparto bancario. A Francoforte il Dax40 ha terminato in calo dello 0,36% mentre a Parigi il Cac40 è salito dello 0,36% e ad Amsterdam l'Aex dello 0,56 per cento.

Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dell’1,22% a 34.479,97 punti, il Nasdaq avanza dell’1,33% a 13.614,78 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,23% a 4.411,36 punti.

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Il mercato teme un'economia in rallentamento

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha definito «molto forte» l'economia americana, giudicandola in grado di superare la stretta di politica monetaria. L'istituto centrale Usa ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base per la prima volta dal 2018 e si prepara a farlo nuovamente in ognuno dei prossimi 6 vertici previsti nel 2022. Le rassicurazioni però «non sembrano essere pienamente condivise dal mercato», dicono gli analisti di Mps Capital Services. «Dato l’appiattimento delle curve (il tratto 5-10 anni è andato in negativo per la prima volta dal 2020), il mercato sta operando nella direzione di un futuro rallentamento economico».

Sul fronte macro, il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, nella settimana terminata il 12 marzo, è sceso di 15.000 unità a 214.000, secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro; le attese erano per un dato a 220.000. Migliori delle attese anche il numero di nuovi cantieri edili e l'indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, in linea con le stime il dato sulla produzione industriale.

Intanto, dopo la Fed, anche la Banca d'Inghilterra ha annunciato un aumento dei tassi di interesse, dallo 0,50% allo 0,75%. La decisione è stata presa con 8 voti favorevoli e uno contrario.

Milano zavorrata dalle banche, balzo di Diasorin

A Piazza Affari hanno chiuso in rosso le banche, sui timori che la guerra in Ucraina possa portare a una limitazione o un rinvio della prevista remunerazione degli azionisti: Banco Bpm ha perso il 4,9%, Unicredit il 4,48%, Intesa Sanpaolo il 3,54% e Bper il 2,97 per cento. Mercoledì, il capo della Vigilanza Bce, Andrea Enria, ha assicurato che non sono alla studio nuovi interventi generalizzati di stop ai dividendi, come avvenuto in occasione della pandemia di Covid-19, sottolineando che come sempre le valutazioni sulla remunerazione dei soci saranno condotta caso per caso. In testa al listino ha chiuso Diasorin (+7,75%), grazie ai conti 2021 sopra le attese annunciati ieri e alle prospettive incoraggianti sul 2022. Con il rialzo del prezzo del greggio, hanno avuto una performance positiva i titoli del comparto petrolifero. Tenaris ha guadagnato il 3,67%, Eni il 2,66% e Saipem ha fatto ancora meglio con un +4,10%. Oggi Saipem ha annunciato di essersi aggiudicata un contratto da Aker Bp per una campagna di perforazione al largo delle coste della Norvegia da 325 milioni di dollari. Gli acquisti hanno premiato Iveco Group (+3,44%), in una seduta ha visto sul finale il recupero di alcuni titoli del comparto auto, dopo che erano rimasti in calo per la quasi tutta la giornata. Stellantis ha perso il 2,28%, Cnh Industrial ha guadagnato lo 0,54%, Ferrari lo 0,64%, quando la holding Exor è scesa dello 0,67%. Giornata positiva per Moncler +2,36% e Atlantia +2,08 per cento.

Russia, pagati gli interessi in dollari sui due bond scaduti

Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, ha affermato in un'intervista alla rete televisiva statale Russia Today che il paese ha pagato in dollari gli interessi sui due bond che andavano pagati entro mercoledì. La Russia doveva pagare 117 milioni di dollari di interessi su due emissioni denominate appunto in dollari Usa. «La possibilità o l'impossibilità di completare il pagamento in valuta estera non dipende da noi» ha aggiunto il ministro precisando che «noi abbiamo il denaro, abbiamo effettuato il pagamento ed ora la palla è nell'altro campo e in particolare in quello delle autorità Usa».

In precedenza lo stesso titolare delle finanze russe aveva indicato la possibilità che il pagamento degli interessi sui bond venisse fatto da Mosca in rubli con la conseguenza che la Russia sarebbe stata dichiarata in default. Siluanov ha quindi precisato che i soldi sono stati versati sul conto in divisa estera acceso presso una banca Usa ma che al momento non c'è stata conferma che la transazione sia stata eseguita. I due bond hanno un periodo di grazia di 30 giorni quindi, nell'eventualità che il pagamento non vada a buon fine, la dichiarazione di default da parte dei creditori non potrà essere fatta prima del prossimo 15 aprile.

Petrolio, il Brent risale a 105 dollari e il Wti sopra 100 dollari

In chiusura dei mercati europei, è in rialzo il prezzo del greggio: il contratto scadenza Maggio sul Brent del Mare del Nord sale dell'8,7% a 106,56 dollari al barile e quello consegna Aprile sul Wti dell'8% a 102,64 dollari al barile. Segnali di preoccupazione però sono arrivati dall'Agenzia internazionale dell'energia che ha detto che i mercati potrebbero subire uno shock e perdere tre milioni di barili al giorno di greggio russo e prodotti raffinati a partire da aprile, ben al di sopra di quanto stimato finora.

«L’agenzia prevede un drastico calo della produzione russa a partire da aprile (circa 25%) a causa dell’effetto sanzioni e delle minori esportazioni dal Paese - dicono gli analisti di Mps Capital Services - c’è stata una revisione al ribasso sia sulla domanda che sulla produzione per i prossimi trimestri con scenario prospettico di deficit globale di produzione se i principali produttori non si attiveranno per compensare la Russia». In salita il prezzo del gas naturale che si muove verso 110 euro per megawattora (+7%).

L'euro torna sopra 1,11 dollari

Sul mercato dei cambi, la moneta unica passa di mano a 1,1113 dollari (1,1047 in avvio e 1,1005 ieri in chiusura), e a 131,644 yen (131,18 e 130,40), quando il dollaro vale 118,448 yen (118,74 e 118,49). Il rublo è scambiato a 104,125 per un dollaro, da 102,25 questa mattina e 98,5 ieri.


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