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Borse, l’indice della paura sprofonda sui minimi pre-Covid. Cosa vuol dire?

Il Vix negli Usa e la Vstoxx in Europa indicano meno probabile l’arrivo a breve di un cigno nero. Eppure i fattori di incertezza non mancano

di Vito Lops

BTp Valore ai raggi X

2' di lettura

Il collocamento del BTp Valore è avvenuto in delle settimane più tranquille degli ultimi 3 anni sui mercati finanziari. Ce lo racconta il Vix, l’indice della volatilità, altresì conosciuto come “indice della paura”.

Quando questo parametro supera la soglia dei 30 punti lancia un segnale d’allerta tra gli operatori finanziari. Nell’ultima settimana è però sprofondato sotto i 14 punti, livello che non vedeva da febbraio 2020, poco prima che invece scoppiasse la pandemia allarmando anche gli investitori, con conseguente impennata del Vix a 85 punti.

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BTp Valore ai raggi X

A cosa serve il Vix

Questo indice misura quanto costa assicurarsi, attraverso il mercato delle opzioni, da futuri ribassi dei titoli sottostanti (nel caso del Vix trattasi delle azioni quotate nel paniere S&P 500). Quando il cielo è sereno la volatilità è bassa e si riflette in un costo basso delle assicurazioni/opzioni. Quando invece gli investitori sono preoccupati aumentano la propensione ad assicurarsi e di conseguenza cresce la volatilità e il valore del Vix.

Lo stesso discorso vale per l’analogo indice del mercato azionario europeo, la Vstoxx, che misura la volatilità dei titoli che fanno parte dell’indice Eurostoxx 50 e che il 9 giugno è scesa sotto i 15 punti, anche in questo caso una soglia che si era vista prima della pandemia.

La tempesta può arrivare inattesa

Vix basso indica che aumenta la compiacenza degli investitori che ritengono via via meno probabile l’arrivo di un cigno nero. Il Vix è l’unico indicatore che guarda al futuro e, difatti, rappresenta una sorta di previsione delle aspettative degli investitori sul livello di rischio del mercato nei successivi 30 giorni (i contratti di opzione che aggrega hanno infatti scadenza mensile).

Questo però non vuol dire che se il Vix è basso non si corrono rischi. Perché questo parametro ha un limite: non vede in anticipo l’arrivo di una tempesta. In caso di notizie inattese e improvvise il Vix si impenna rapidamente, senza preavviso.

È già accaduto quest’anno quando è passato da 18 a 31 punti in tre sedute a marzo, quando il mercato si è reso conto della fragilità del sistema delle banche regionali statunitensi dopo il fallimento di Silicon Valley Bank .

La fase rialzista può proseguire?

Il movimento rapido di questo indice spiega anche il detto «le Borse salgono con le scale e scendono con l’ascensore» perché la volatilità, quando si impenna, non avvisa e lo fa quando i mercati azionari scendono velocemente in preda a una notizia mal digerita.

È anche vero che una fase rialzista, da appetito al rischio, è sempre caratterizzata da una bassa volatilità. Quindi il fatto che adesso la volatilità sia ai minimi termini sta ad indicare che gli investitori sono confidenti che l’attuale fase rialzista possa proseguire.

Tuttavia, è sempre bene tenere dritte le antenne perché le incertezze sullo sfondo non mancano, così come i dati macro-economici (recessione tecnica nell’Eurozona, aumento delle richieste di disoccupazione negli Usa) non possono del tutto far dormire tranquillo l’investitore consapevole. Anche se il Vix sta predicando calma.

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