Borse, Nasdaq e Piazza Affari (+14%) guidano la corsa del trimestre
I mercati guardano alle indicazioni sui prezzi in Europa (ai minimi da 13 mesi a marzo) e Usa (Pce core al 4,6% annuo). Piazza Affari chiude marzo in rosso (-1%) ma il bilancio del trimestre è positivo (+14%)
di Andrea Fontana
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6' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La frenata dell'inflazione sulle due sponde dell'Atlantico dà la spinta alle Borse europee per chiudere la quinta seduta consecutiva di rialzo e per lasciarsi alle spalle le tensioni bancarie che hanno caratterizzato il mese di marzo. Con gli acquisti concentrati soprattutto sui settori consumer (retailer, viaggi e alimentare), Parigi (CAC 40) e Francoforte (DAX 40) sono state le migliori in Europa mentre Piazza Affari (FTSE MIB) è stata parzialmente rallentata dal calo delle banche dopo una settimana da protagonista (+5,5% Ftse Italia Banche). Il mese di marzo si chiude in lieve calo per Milano (-1%) ma da inizio anno il saldo è nettamente positivo (+14%).
Il +6,9% annuo dei prezzi nell'Eurozona a marzo, dopo il +8,5% di febbraio - anche se accompagnato da un dato core in aumento ma a passo lento (da +7,8% a +7,9%) - e la variazione sotto le previsioni dell'indice Pce negli Stati Uniti, hanno supportato l'umore degli investitori in funzione delle scelte delle banche centrali. "Al momento, fa comunque notare Filippo Diodovich di Ig - crediamo che sia difficile ipotizzare che la Bce possa prendersi una pausa nella lotta contro le pressioni inflazionistiche" mentre "per il prossimo meeting di maggio le probabilità di una pausa da parte della Federal Reserve nel processo di rialzo dei tassi di interesse sono quasi al 50% secondo i dati raccolti dal CME". Un contributo al nuovo rialzo dei mercati è arrivato anche dai "segnali di rafforzamento per l’economia cinese dopo che i dati Pmi di marzo hanno battuto le stime - segnala Mps Capital Services - Il dato sui servizi ha accelerato in modo inatteso, mentre quello manifatturiero ha rallentato ma meno del previsto".
Inflazione zona euro ai minimi da 13 mesi
Il tasso di inflazione annuale a marzo nell’area euro è calato al 6,9% dopo 8,5% a febbraio, secondo la stima flash di Eurostat, segnando il livello più basso da 13 mesi. L’inflazione "core", escludendo quindi i prezzi dell’energia, continua ad aumentare però rallentando il ritmo di crescita: 7,9% dopo 7,8% a febbraio e 7,33% a gennaio; escludendo anche gli alimentari non processati 7,5% dopo 7,4% e 7,1%; escludendo energia, alimentari, alcol e tabacco 5,7% dopo 5,6% e 5,3 per cento. In Italia, come comunicato dall'Istat, nel mese di marzo l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,3% su base mensile e un aumento del 7,7% su base annua, dal +9,1% del mese precedente. Il rallentamento si deve ai beni energetici. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra ancora una moderata accelerazione (da +6,3% a +6,4%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,4% a +6,5%).
Usa, inflazione Pce leggermente sotto le attese
L'inflazione negli Stati Uniti ha rallentato il passo a febbraio per il terzo degli ultimi quattro mesi. La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), e' aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente, come da previsioni, ed e' cresciuta del 5% rispetto a un anno prima, dopo il 5,3% di gennaio (rivista dall'iniziale 5,4%), contro attese per un dato al 5,1%. La componente "core" del dato, depurata dagli elementi volatili, e' cresciuta dello 0,3% rispetto al mese precedente, contro attese per un +0,4%, e del 4,6% rispetto a un anno prima, contro attese per una conferma del 4,7% di gennaio. I prezzi energetici sono diminuiti dello 0,4% in un mese e sono aumentati del 5,1% in un anno, quelli dei generi alimentari sono aumentati dello 0,2% in un mese e del 9,7% in un anno. Il valore Pce e' contenuto nel dato diffuso dal dipartimento del Commercio relativo ai redditi personali e alle spese ai consumi.
Wall Street in rialzo, verso trimestre super per il Nasdaq
In rialzo Wall Street (che chiude in accelerazione) dopo il rallentamento dell'inflazione a febbraio. Grazie al recente rimbalzo dei titoli tech, il Nasdaq 100 si avvia a registrare il suo miglior trimestre da fine 2020: il bilancio, alla chiusura di ieri, era in rialzo del 14,8%; trimestre in rialzo anche per lo S&P 500 (+5,5%), mentre il Dow Jones sta perdendo quasi l'1%. Per il mese, invece, situazione positiva per tutti e tre i maggiori indici: il Dow Jones sta guadagnando lo 0,6%, lo S&P 500 il 2%, il Nasdaq e' in rialzo del 4,9%.
In lieve calo la fiducia dei consumatori americani
A marzo, gli statunitensi si sono dimostrati meno ottimisti sull'economia rispetto al mese precedente. L'indice preliminare sulla fiducia redatto mensilmente dall'Università del Michigan è stato pari a 62 punti (63,4 in prima lettura), dopo i 67 registrati alla fine di febbraio; le attese erano per un dato a 63 punti. La componente che misura le aspettative per il futuro è scesa da 64,7 a 59,2 (61,5 in lettura flash), quella sulla situazione attuale è scesa da 70,7 a 66,3 (66,4 in prima lettura). Per quanto riguarda l'inflazione, le aspettative a un anno sono scese dal 4,1% al 3,6% (3,8% in prima lettura), contro attese per un dato al 3,8%, quelle a cinque anni sono rimaste invariate al 2,9% (2,8% in lettura flash), contro attese per un 2,8%. Nel febbraio 2020, prima dell'inizio della pandemia, l'indice era a 101 punti.
A Milano Nexi cavalca calo prezzi, bene Moncler su dati Cina
A Milano bene Nexi, titolo della società di sistemi di pagamento molto sensibile ai movimenti dell'inflazione, e in luce Moncler con tutto il lusso sostenuto dai dati cinesi.Erg premiata dagli investitori grazie al piano energetico del governo inglese, Paese in cui è esposto il gruppo ligure, che insiste su decarbonizzazione e rinnovabili. In calo banche ( Finecobank, Banco Bpm, Banca Pop Er) e settore healthcare (Diasorin, Recordati).
Saes debole, Antitrust Usa chiede informazioni su Nitinol
Nel resto del listino milanese, la richiesta aggiuntiva di informazioni da parte dell'Antitrust Usa sulla cessione del business del Nitinol ha frenato Saes Getters. La società ha reso noto di aver ricevuto dalla Federal Trade Commission (Ftc) una richiesta di informazioni integrative sulla prevista cessione del business del Nitinol a Resonetics, allungando così potenzialmente i tempi dell'operazione, che riguarda le controllate Memry e Saes Smart Materials e ha un controvalore di 900 milioni di dollari. In particolare, la procedura attivata dall'Antitrust Usa estende il periodo di attesa prima che le parti possano chiudere la transazione fino a 30 giorni a decorrere dal momento in cui Saes e Resonetics avranno ottemperato alla richiesta di informazioni integrative (processo che si prevede possa durare qualche mese). Per gli analisti di Intermonte, «la richiesta di informazioni aggiuntive da parte dell'Antitrust Usa ritarda di alcuni mesi il closing del deal che ci attendevamo a inizio aprile. Tenuto conto che Resonetics non ha attività nell'applicazione di leghe a memoria di forma nel settore medicale riteniamo comunque che i rischi di non andare al closing siano comunque bassi», confermando sul titolo il giudizio "outperform" con target di prezzo a 39 euro. Più cauti gli analisti di Equita che hanno abbassato il giudizio sul titolo da "buy" a "hold" con prezzo obiettivo a 35 euro.
In Europa bene i titoli delle compagnie aeree, promossi da un report di Deutsche Bank, che prevede per il 2023 utili superiori alle previsioni. Il primo trimestre di quest'anno - indica il rapporto - potrebbe ancora evidenziare delle perdite per le compagnie aree, con il mercato ancora preoccupato per l'aumento dei prezzi e il possibile rallentamento dell'economia, tuttavia per l'intero 2023 la stima e' di un aumento degli utili e un calo nel debito, fattori che messi insieme potrebbero dare forza alle quotazioni in Borsa.
Per Ftse Mib +14,4% da inizio anno nonostante marzo debole
Con il riscatto del settore bancario Piazza Affari ha recuperato il 4,7% nell'intera settimana e ha messo a segno la performance migliore insieme a Madrid (+5%). Il rimbalzo non è stato sufficiente a portare in positivo il bilancio di marzo (-1,3%), mese caratterizzato dalla forte turbolenza del comparto del credito accesa dal crack di Svb Bank e degli istituti regionali americani, dall'intervento repentino di Ubs per mettere in sicurezza Credit Suisse e dai timori di un contagio esteso anche a Deutsche Bank. Se il segno negativo complessivo per il Ftse Mib e per l'Ibex35 (-1,7%) è stato determinato essenzialmente dai titoli degli istituti bancari (14,1% il sottoindice Stoxx di settore), sul -3,1% di Londra, la peggiore, ha influito anche l'immobiliare. L'andamento del primo trimestre del 2023 per le Borse europee è largamente positivo per le principali piazze dell'Eurozona: Milano resta la migliore con +14,4% seguita dal 13,1% di Parigi e dal +12% di Francoforte e Madrid. Londra da inizio anno segna un contenuto +2,4%.
Euro sotto 1,09 dollari, balzo del gas ad Amsterdam
Sul fronte dei cambi, l'euro torna sotto quota 1,09 dollari e vale 1,087 da 1,0908 giovedì in chiusura. La moneta unica è indicata anche a 144,35 yen (da 144,75), mentre il rapporto dollaro/yen è a 132,8 (132,70). Per quanto riguarda il mercato dell'energia, è in rialzo il prezzo del petrolio: il future maggio sul Wti è a 75 dollari al barile, mentre l'analogo contratto sul Brent sale a 79,6 dollari. In netto rialzo a 47 euro per megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.
BTp, rendimenti in calo dopo i dati sull'inflazione
Rendimenti, in calo, dopo i dati sull'inflazione in Europa e Usa, sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei. A fine giornata, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco, che aveva aperto le contrattazioni a 186 punti base, rispetto ai 185 del closing di ieri, scende a 181 punti. I rendimenti sono generalmente in calo, ma mentre quello del BTp scende dal 4,22% al 4,12%, quello tedesco mostra un calo meno deciso, dal 2,37% al 2,31% per cento. Di conseguenza si restringe lo spread tra BTp e Bund tedesco.
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