Borse, da Natale recuperati 7mila miliardi. Ecco i market mover della settimana
di Vito Lops
2' di lettura
La settimana finanziaria si apre con la conferma che il mood degli investitori è decisamente cambiato rispetto all’aria cattiva che tirava a dicembre. Le Borse globali hanno ingranato la marcia per la seconda ottava di fila ampliando i guadagni da inizio anno. Nel complesso Piazza Affari capitalizza adesso il 7,5% in più, Francoforte il 6% e Wall Street il 5%. In termini di valore dai minimi del 26 dicembre i listini azionari globali hanno recuperato 7mila miliardi di dollari.
Il mood è cambiato perché gli investitori hanno capito che le banche centrali sono attente e pronte eventualmente a intervenire. Il governatore della Fed, Jerome Powell, ha annunciato che la Fed potrebbe interrompere i rialzi dei tassi nel corso dell’anno. La Banca centrale cinese è invece passata direttamente all’azione annunciando un pacchetto di liquidità pari a circa 70 miliardi di euro. Uno stimolo di portata straordinaria anche perché la seconda economia al mondo sta dando segnali di rallentamento su proporzioni che non si vedevano da 28 anni.
Anche la Bce - che si riunisce giovedì per decidere sui tassi - sembra tutt’altro che vicina al prossimo rialzo dei tassi, il che, a suo modo, equivale in questa fase a una sorta di manovra espansiva. I mercati si stanno nuovamente ingolosendo e stanno facendo pressioni alle banche centrali affinché reimmettano quella liquidità che (vedi Fed) stanno drenando. Il sogno proibito sarebbe un nuovo quantitative easing da parte della riserva federale Usa, interrotto dall’ottobre 2015.
Inoltre, altro fattore che spinge il ritorno dell’appetito al rischio è la crescente aspettativa che Usa e Cina possano trovare a breve un’intesa sul tema dazi.
In ogni caso la settimana che si apre presenta spunti macro di rilievo che saranno osservati dagli investitori sia per capire l’entità del rallentamento globale in corso (su cui non vi sono dubbi) e sia per provare a intercettare l’eventuale risposta delle banche centrali.
Lunedì 21, i market mover arrivano dalla Cina dove saranno annunciati Pil, produzione industriale e vendite al dettaglio. Martedì 22 ci si sposta in Germania, quarta economia del pianeta, dove terrà banco in mattina l’aggiornamento dell’indice Zew che misura il sentiment degli investitori istituzionali. Il dato arriva in un momento molto importante dato che la Germania ha evitato la recessione tecnica nel quarto trimestre dell’anno ma resta comunque in una situazione di momentanea stagnazione economica. Nel pomeriggio dagli Usa le vendite di case esistenti potranno dare un’ulteriore prova della congiuntura.
Giovedì 24 Francia e Germania pubblicano i dati Pmi (Purchasing managers index) che misurano il livello di attività dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero, molto seguiti dagli operatori finanziari. Dagli Usa arriva il dato sulle nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione.
La settimana si chiude venerdì 25 con i nuovi ordini dei beni durevoli negli Usa, trasporti esclusi. Le attese sono per un aumento dello 0,3% rispetto al -0,3% della rilevazione precedente.
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