Borse, operatori in attesa di segnali dall’economia tedesca
di Marzia Redaelli
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Nel clima di ribassi perduranti dei mercati azionari, gli operatori attendono qualche segnale che possa far ripartire gli acquisti e, magari, dar vita al tradizionale rally di dicembre. «Nel breve termine rimaniamo aperti alla possibilità di un recupero di fine anno delle borse e dell’euro» afferma Alessandro Fugnoli, economista di Kairos. Fugnoli, tuttavia, suggerisce di diminuire su livelli prudenti la quota di azioni e obbligazioni e di aumentare la liquidità. Di adottare, insomma, una strategia agile, che punti preferibilmente ad attività di valore, più che legate alla crescita.
Il ripiego di energia e tecnologici
Del resto, sono proprio le azioni sprint del 2018 come la tecnologia Usa e il settore energia ad arretrare. Il ripiego è dovuto sia all’effetto spirale innescato dall’avversione al rischio, sia al crollo del prezzo del petrolio, che è diventato un simbolo della decelerazione (sebbene la quotazione del barile non dipenda solo dall’aumento della produzione industriale, ma anche dalla variabilità dell’offerta globale e di fonti alternative come lo shale oil americano).
Il rallentamento Ue
La discesa dei Pmi europei (Purchasing managers’ index), che tastano il polso dell’economia reale - in quanto frutto di un sondaggio tra uomini d’azienda -testimonia il ritmo più basso di crescita degli ultimi quattro anni, coerente con uno stallo del Pil. Tanto che gli investitori iniziano ad ipotizzare - e a sperare - un nuovo intervento espansivo della Banca centrale europea, nonostante l’autorità monetaria sia in procinto di fermare i suoi stimoli monetari (l’annuncio dello stop dovrebbe arrivare nella riunione del 13 dicembre prossimo).
Bce richiamata in causa
“Il rallentamento economico - sostiene Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners - crea non pochi problemi alla Bce: è difficile sostenere che i recenti dati abbiano confermato il quadro su crescita e inflazione come affermato finora dalla Banca Centrale. Difficilmente lo stop agli acquisti sarà rinviato, ma Draghi dovrà per lo meno ammettere che i rischi per lo scenario macro sono al ribasso, e dovrà rafforzare il messaggio che la Bce è pronta a riaccelerare sullo stimolo straordinario in caso di bisogno, magari con le Tltro (i prestiti agevolati alle banche, ndr)”.
Italia in primo piano
Il rallentamento europeo peggiora le prospettive dell’Italia, che già registra una crescita più lenta degli altri Paesi del Vecchio Continente. Inoltre, la discussione tra il Governo Lega-M5S e la Commissione Ue sulla efficacia della Legge di bilancio per spronare il ciclo economico mette pressione su Piazza Affari sul debito pubblico tricolore. Per questo motivo, la prossima settimana, trai dati macroeconomici attesi dal mercato ci sono l’inflazione tedesca e l’indice Ifo delle imprese in Germania, la locomotiva Ue che mostra qualche acciacco.
Lunedì 26 novembre 2018
Ifo di novembre: è la fiducia delle aziende tedesche misurata ogni mese dall’istituto Ifo di Monaco; è considerato un termometro dell’economia più importante dell’Eurozona. A ottobre era a quota 102,8.
Discorsi di Draghi, Praet, Nowotny e Coeuré: molti importanti esponenti della Banca centrale europea (tra cui il presidente Mario Draghi) terranno discorsi pubblici in cui gli investitori cercheranno tracce delle prossime mosse dell’autorità monetaria.
Martedì 27 novembre
Fiducia dei consumatori e delle imprese italiane a novembre: l’Istat pubblica gli indici di fiducia dei consumatori e delle aziende manifatturiere ( a ottobre erano pari, rispettivamente, a 116,6 e a 104,9). Il secondo, in particolare, può fornire indicazioni sulla condizione del mondo produttivo tricolore.
Fiducia dei consumatori Usa a novembre: anche l’indicatore d’Oltreoceano rivelerà le percezione della tenuta dell’economia a stelle e strisce, che a differenza di quella europea è stata rilanciata al rialzo dagli incentivi fiscali. A ottobre l’indice segnava 137,9.
Mercoledì 28 novembre 2018
Jay Powell: parla il governatore della banca centrale americana che nel comitato del 19 dicembre prossimo, secondo le stime, dovrebbe alzare i tassi di interesse nella fascia 2,25%-2,50%.
Vendita di case nuove unifamiliari Usa a novembre: il settore immobiliare è al vaglio con le compravendite delle nuove abitazioni. A ottobre avevano raggiunto le 553mila unità annue, in calo dai dati precedenti.
Giovedì 29 novembre 2018
Fiducia economica Ue a novembre: la Commissione europea diffonde i dati sul clima di fiducia in Eurozona; il dato di ottobre era 109,8, in discesa per via di una debolezza dell’industria e del commercio al dettaglio. Il dato è arricchito da rilevamenti separati per consumatori e industria.
Inflazione tedesca di novembre: la variazione dei prezzi al consumo in Germania è in forte rallentamento (+0,2% a ottobre) e segnala un calo della domanda di beni e servizi. Il dato è molto atteso perché l’economia tedesca ha ripercussioni sugli altri Paesi Ue.
Verbali Fomc: la banca centrale americana diffonde i verbali dell’ultima riunione, nei quali gli operatori cercano indizi sul percorso dei tassi e sulle stime del comitato monetario (Federal Open Market Committee) sull’economia Usa.
Venerdì 30 novembre 2018
Disoccupazione italiana di ottobre: l’Istat pubblica il tasso di disoccupazione del nostro Paese, che a settembre era al 10,1%.
Inflazione Ue e Italia di novembre: la prima stima del rincaro dei prezzi al consumo sarà un’altra indicazione importante per valutare la variazione della crescita nell’Eurozona (in ottobre era sopra il target Bce al 2,2%, ma all’1,6% in Italia).
Pmi Chicago di novembre: è un indicatore della situazione economica in una importante area produttiva degli Stati Uniti, che comprende Illinois, Indiana e Michigan ed è considerato un anticipatore di altri indici più rappresentativi dell’intera nazione come gli indici Ism (elaborati dall’Institute for Supply Management). A ottobre era a 58,4, ben sopra la soglia di espansione delimitata dai 50 punti.
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