Borse, spread, cambi: ecco le previsioni degli operatori fino al 2024
In un contesto incerto e con la Bce vicina a interrompere la stretta, il sondaggio Assiom Forex-Radiocor indica che i mercati continueranno a navigare sui valori attuali senza ricevere una spinta aggiuntiva dalla congiuntura che rimarrà su bassi livelli di crescita
di Corrado Poggi
3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Uno scenario di sostanziale stallo con gli indici destinati a rimanere sui livelli attuali nell’arco dei prossimi sei mesi. E’ lo scenario che emerge dal sondaggio di luglio condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Rimane infatti sostanzialmente stabile (all’82% dall’83% di un mese fa) il numero complessivo di quanti prevedono rialzi (il 35% contro il 31% di giugno) e quanti invece puntano su indici stabili (il 47%, dal 52% del mese precedente). Si registra di conseguenza anche un lieve aumento dei pessimisti: sono il 18% (con un 2% di super-pessimisti).
«Nel sondaggio mensile effettuato a luglio - spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio -gli operatori dei mercati finanziari hanno evidenziato alcune perplessità circa la possibilità di ulteriori rialzi per il mercato azionario nella seconda metà dell’anno. Con le Borse che hanno raggiunto nuovi massimi storici, la stagione delle trimestrali in chiaroscuro e i dati macroeconomici più deboli, la maggior parte degli intervistati ritiene che gli indici azionari rimarranno vicino ai livelli attuali fino al 2024».
Cambi: per 46% operatori euro verso nuovi rialzi su dollaro
La forza di spinta dell’euro non si è ancora esaurita e all’orizzonte non appaiono segnali di un’inversione di rotta in tempi brevi. Secondo il 46% degli operatori, infatti, la divisa comune metterà a segno nuovi rialzi rispetto al dollaro, rialzi che per il 5% dei rispondenti sarà in doppia cifra. Un mese fa nuovi rialzi erano attesi complessivamente dal 41% degli operatori. Rimane invece stabile al 41% la percentuale di quanti si attendono una sostanziale stabilità nel cross fra le due divise mentre si assottiglia al 13% dal 15% del mese precedente il campione di quanti puntano su un rafforzamento del dollaro. “Il differenziale dei tassi con la Fed, che ci si attende inizierà a ridurre il costo del denaro prima della Bce – spiega Mocio - sta portando acquisti sulla moneta unica con proiezioni di una stabilizzazione o un leggero apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro per gli operatori di mercato”. “Alla luce della crescente consapevolezza che i tassi potrebbero dover rimanere ai livelli attuali ancora per qualche tempo visto che la discesa dell’inflazione è molto lenta e il prezzo del greggio è tornato a crescere - spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - aumenta il numero di coloro che ritiene probabile un rafforzamento dell'euro nei confronti del dollaro, con il 46% degli operatori che prevede un mini-rally entro dicembre”.
Spread: per 74% operatori resterà stabilmente fra 150 e 200 pt
Il mercato dello spread continua a fornire segnali di decisa stabilità e si riduce ulteriormente il numero di quanti vedono il rischio di uno sforamento durato di quota 200 nel corso dei prossimi mesi.. Secondo il 92% degli operatori (da 85% un mese fa) lo spread – che oggi naviga attorno a 167 punti - è destinato a mantenere saldamente le posizioni attuali senza sforare in modo stabile quota 200 punti. Nello specifico per il 74% degli operatori (da 70% a giugno) il differenziale resterà fra i 150 e i 200 punti mentre per il 18% scenderà fra i 100 e i 150 punti. Un mese fa un ulteriore calo del differenziale era atteso dal 15% degli operatori e dal 7% a maggio. Scende al contempo all’8% dal 15% di un mese il campione di quanti ritengono possibile un balzo dello spread nei prossimi mesi oltre quota 200 punti. “Dal sondaggio effettuato non emerge alcuna preoccupazione particolare per l’andamento dello spread BTP-bund – spiega Mocio - per il 74% degli interpellati si manterrà nella forchetta 150-200 punti ancora per i prossimi sei mesi. La riduzione della liquidità da parte della Bce, che ha riguardato anche i titoli governativi italiani non ne ha influenzato il livello, almeno per il momento. Questo anche grazie al contesto stabile e ai messaggi di politica fiscale del Governo che hanno registrato un buon riscontro tra gli investitori”.
Per 79% operatori economia Eurozona avanti piano in II semestre
Nel secondo semestre dell’anno non ci sarà alcuna significativa accelerazione del ritmo di crescita dell’economia dell’eurozona dopo la sostanziale stagnazione registrata nei primi sei mesi del 2023. Ne è convinto il 79% degli operatori secondo cui l'effetto cumulativo dei 425 punti di aumento dei tassi si farà sentire con sempre maggiore intensità su consumi e investimenti e l'economia rimarrà sugli attuali livelli di espansione. Secondo il rimanente 21% degli operatori, invece, l'economia si è dimostrata più solida delle attese che prevedevano una recessione a inizio anno e con la frenata fatta registrare dell'inflazione la stretta monetaria potrebbe presto giungere a conclusione. seconda metà del 2023”.
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