La giornata dei mercati

Timore della recessione manda ko le Borse e il greggio. Milano chiude a -3%. Euro ai minimi da 20 anni

La moneta unica sui livelli che non vedeva da fine 2002 sotto 1,03 dollari. Crolla il greggio che teme un calo della domanda, mentre lo sciopero in Norvegia mette a rischio il 60% delle esportazioni di gas. Spread sfiora i 210 punti

di Enrico Miele

La Borsa, gli indici del 5 luglio 2022

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il fantasma della recessione manda ko i listini europei ormai sempre più convinti che il rialzo dei tassi, per frenare la corsa dell’inflazione, si tradurrà in una brusca frenata dell’economia globale. L’ipotesi di un crollo della domanda si riflette sul prezzo del petrolio, con il Wti di settembre tornato di colpo sotto i 100 dollari (-9%), innescando la corsa al dollaro come bene rifugio. Il risultato è la marcia indietro dell’euro, scambiato ormai sulla soglia della parità (a 1,024) contro il biglietto verde, come non accadeva da fine 2002 (cioè nell’anno della sua entrata in vigore ufficiale). Ad appesantire il clima gli indici Pmi sul settore servizi, che segnalano un’ulteriore frenata a giugno nell'area euro, e i prezzi del gas che continuano a restare su livelli di guardia. Svanito in fretta anche l’entusiasmo iniziale per i colloqui tra Pechino e Washington con la prospettiva di una riduzione dei dazi su alcuni beni cinesi importati negli Usa, a suo tempo introdotti da Trump, per calmierare i prezzi. Nel pomeriggio, il colpo finale per i listini è arrivato dal calo di Wall Street, che ha riaperto dopo il lungo weekend festivo: alla fine il Dow Jones ha perso lo 0,42%, il Nasdaq, invece, ha fatto segnare +1,75%, mentre lo S&P 500 + 0,16%. In questo clima, il FTSE MIB ha chiuso con una secca perdita, bersagliato dalle vendite su tutti i titoli ciclici. In territorio negativo anche Londra (FT-SE 100), Parigi (CAC 40), Francoforte (DAX 30) e Madrid (IBEX 35).

A Piazza Affari tonfo per Tenaris, Leonardo e Iveco

Le vendite hanno colpito tutto il listino principale milanese, con il crollo dei diritti sull'aumento di capitale Saipem nel loro ultimo giorno di negoziazione. Hanno provano a resistere in parte solo il settore sanitario e le utility, con Amplifon e Diasorin fine giornata tra i pochi titoli in positivo. Ripiega Prysmian dopo la mattinata in rialzo: la società potrebbe partecipare alla gara per il mega progetto per un parco solare in Australia. In "rosso" Nexi nonostante l'acquisizione della maggioranza del business di merchant acquiring di Alpha Bank. Vendite a pioggia a fine seduta su industria (Leonardo - Finmeccanica), auto (Iveco Group), petroliferi (Tenaris) e assicurativi (Unipol). In territorio negativo anche i big del credito, da Banca Pop Er a Banco Bpm.

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Euro scivola sotto 1,03 dollari, ai minimi da fine 2002

L'euro scivola ai minimi da 20 anni nei confronti del dollaro. Dopo aver tenuto quota 1,04 in apertura dei mercati continentali, la divisa unica è progressivamente scesa fino a sfondare al ribasso la soglia di 1,03 dollari, minimo segnato dai giorni di Natale del 2002. A confermare il rallentamento dell'economia sono arrivati i dati Pmi europei. Quello dei servizi dell'Eurozona è sceso a 53 punti, un indicatore comunque di espansione ma in rallentamento rispetto al mese precedente. In calo a 52 punti anche l'indice composito, che segna il più lento tasso di espansione in 16 mesi.

Wall Street in calo con la paura per recessione

In calo anche Wall Street, dopo l'ennesima settimana negativa dell'anno e il lungo weekend festivo. Aumentano le preoccupazioni per l'inflazione e una possibile recessione, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, che stanno già pesando sulle Borse europee.Sull'azionario, il titolo di Stellantis perde terreno nel premercato a Wall Street. La crisi mondiale dei chip peserà sensibilmente sulla produzione italiana del gruppo automobilistico: secondo i dati diffusi dal sindacato Fim-Cisl, nei primi sei mesi del 2022 si è registrata una riduzione del 13,7% rispetto al 2021. Il titolo di Tesla cede l'1%, dopo che la casa di auto elettriche di Elon Musk ha registrato un calo delle consegne del 17,9% nel secondo trimestre rispetto al primo, deludendo le attese degli esperti; a incidere, come temuto, sono stati i lockdown in Cina per il Covid-19, che hanno bloccato la produzione a Shanghai.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Il petrolio sotto 100 $, pesano timori economia

Attenzione sempre alta, infine, sui prezzi delle materie prime energetiche: il gas naturale allunga ancora e a fine seduta supera i 165 euro al megawattora sulla piattaforma Ttf, complici anche gli scioperi in Norvegia che potrebbero portare a una riduzione della produzione fino al 25% da qui a sabato. Brusca inversione per il petrolio che a Londra scambia sotto i 105 dollari al barile nel contratto settembre del Brent e a New York vede il Wti agosto calare sotto i 101 dollari al barile. A incidere è la paura di una recessione e di un conseguente calo della domanda. Secondo gli analisti di Citi, il prezzo del barile potrebbe scendere a 65 dollari già nel corso dell'anno, per poi ulteriormente calare a 45 dollari nel 2023, se i Paesi esportatori non dovessero intervenire per ridurre l'offerta.

Spread chiude a 209 punti, decennale al 3,28%

Lo spread tra BTp e Bund chiude in netto rialzo malgrado le seduta positiva per i bond euro. A conclusione di un ampio "fligh-to-quality" che ha premiato i titoli di Stato della "core Europe", il BTp decennale italiano ha perso posizioni rispetto al Bund tedesco allargando la propria posizione rispetto al titolo guida della Zona euro. Così a fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco si è attestato a quota 209 punti base, dai 201 punti base del closing del 4 luglio. In calo rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato un'ultima posizione al 3,28% rispetto al 3,35% del riferimento della vigilia.

Attesa per verbali Fed e i dati sul lavoro Usa

Sale intanto l’attenzione sui verbali dell’ultima riunione della Federale Reserve (nella quale il costo del denaro Usa è stato aumentato di 75 punti base) attesi per mercoledì 6 luglio. Il mercato assegna una possibilità di circa l’85% a un altra stretta di 75 punti questo mese e vede i tassi Usa al 3,25-3,5% entro la fine dell’anno. Venerdì 8 luglio sarà il turno poi dei dati sull’occupazione negli Stati Uniti, dove a giugno si profila un rallentamento della crescita dei posti di lavoro a quota 270mila.

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