ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

Banche centrali non convincono, Europa a picco e Wall Street sotto i 30mila. Milano chiude a -3,3%, spread giù

La Banca centrale svizzera alza a sorpresa i tassi. Quinto rialzo consecutivo per la Banca d'Inghilterra. Peggiora la crisi energetica, gas tocca 148 euro al MWh. Spread in calo a 216 punti

di Stefania Arcudi

Aggiornato alle 18.45

La Borsa, gli indici del 16 giugno 2022

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il mini-rally di mercoledì ha avuto vita brevissima: gli indici europei hanno chiuso in deciso rosso e Wall Street non è da meno, con il Dow Jones sceso sotto i 30.000 punti per la prima volta da gennaio 2021 e i tecnologici in caduta libera. Così va messo agli atti il ribasso del FTSE MIB di Milano, del CAC 40 di Parigi,del DAX 40 di Francoforte, dell'IBEX 35 di Madrid, dell'AEX di Amsterdam e del FT-SE 100 di Londra.

Oltreoceano il Dow Jones ha chiuso a -2,41%, l’S&P 500 a -3,24% e il Nasdaq a -4,08%.

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A mettere di nuovo al tappeto gli indici continentali è l’incertezza sulle prossime mosse della Fed – si temono strette troppo aggressive – e la doppia mossa sul ritocco dei tassi da parte della Banca nazionale Svizzera, a sorpresa, e della Banca d'Inghilterra, in questo caso attesa. Il mercato torna inoltre a preoccuparsi per il mix tra recessione e inflazione, con la guerra in Ucraina che prosegue e la crisi energetica che si intensifica, penalizzando l’azionario. Sembra invece avere funzionato mossa della Bce sullo scudo anti-spread, che pure deve ancora essere costruito: il differenziale di rendimento tra Btp e Bund è calato ulteriormente in area 200 punti, dai 228 del finale di mercoledì. Il timore, però, sottolineano alcuni analisti, è che il sollievo sia di breve durata.

Il nodo delle banche centrali

Mercoledì 15, Fed e Bce hanno sorpreso positivamente i mercati, ma l'euforia è stata di breve durata. La Banca centrale europea ha annunciato di avere incaricato i tecnici di costruire uno scudo anti-spread, che possa proteggere i Paesi più indebitati (come l’Italia) in questa fase di rialzi dei tassi. La Fed ha alzato i tassi di 75 punti base (tanto ma come atteso) e ha preannunciato che nel prossimo meeting di luglio li alzerà ancora tra 50 e 75 (il mercato temeva 75, per cui si sono ridotte le possibilità).
Ma entrambe le banche centrali lasciano per i prossimi giorni grandi incertezze. Nessuno sa come verrà costruito lo scudo della Bce: lo scontro all’interno del consiglio tra «falchi» e «colombe» fa temere che alla fine venga partorito un topolino. E la Fed ha lasciato aperta la porta ad un novo rialzo da 75 punti base, pur sottolineando che non sarà la norma. Dunque l’incertezza rimane su entrambi i fronti.

Svizzera, Banca centrale alza a sorpresa tassi a -0,25%

La Banca nazionale svizzera inasprisce la politica monetaria e innalza di mezzo punto percentuale, a –0,25%, il tasso guida BNS e il tasso di interesse sugli averi a vista detenuti sui suoi conti, per contrastare l’accresciuta pressione inflazionistica. «La politica monetaria più restrittiva mira a impedire che l’inflazione in Svizzera si propaghi ai beni e ai servizi in maniera più diffusa. Non è da escludere che nei prossimi mesi si rendano necessari ulteriori rialzi del tasso di interesse per ancorare l’inflazione a medio termine nell’area di stabilità dei prezzi», si legge nel comunicato diffuso dalla banca. Si tratta di una mossa a sorpresa, non attesa dal mercato e il primo intervento dal 2007, da 15 anni.

Banca d'Inghilterra alza tassi all'1,25% dall'1%

Il Comitato di politica monetaria della Banca d'Inghilterra ha alzato i tassi di interesse per far sì che la politica monetaria raggiunga l'obiettivo di inflazione del 2% e in modo da sostenere la crescita e l'occupazione. Nella riunione il comitato della Banck of England ha votato con una maggioranza di 6 contro 3 per aumentare il tasso bancario di 0,25 punti percentuali, all'1,25%. I tre membri della minoranza avrebbero preferito aumentare il Bank Rate di 0,5 punti percentuali, all'1,5 per cento.

A Piazza Affari bene Saipem, giù tutte le banche

Per l’azionario milanese la seduta è da dimenticare: auto, energetici, lusso e finanziari hanno pagato il conto delle tensioni generalizzate dei mercati. Tornano pesanti le vendite sul comparto bancario, con i titoli del settore che a Piazza Affari sono in calo di oltre quattro punti percentuali, male anche il risparmio gestito e in generale i finanziari. A guidare il FTSE MIB è Saipem che è scattata al rialzo, sostenuta dal fatto che Equita ha deciso di modificare il target price a 45 euro dopo il raggruppamento azionario. Male il lusso con Moncler, l’auto con Iveco Group e Stellantis e il tech con Stmicroelectronics.Non ha retto in positivo Ferrari, che pure era arrivata a guadagnare l'1,8% nel giorno del Capital Markets Day.

Fuori dal listino principale, da segnalare il rally di Piteco, che si avvicina al prezzo dell'Opa annunciata dalla famiglia Podini a 11,25 euro, finalizzata al delisting del 37,98% del capitale. Il titolo della software house segna ha chiuso a 11,05 euro per azione e ha segnato delle performance migliori di Milano, preceduta solo da Gas Plus e It Way, con la fine del percorso di ristrutturazione che mette le ali al titolo della società attiva nel settore dell’information technology, cyber security e big data.

Scende lo spread e cala il rendimento decennale

Seduta sull'ottovolante per i bond dell'Eurozona all'indomani dell'annuncio dello scudo Bce, con lo spread BTp/Bund che si riduce e i rendimenti che recuperano dopo la fiammata al rialzo durante la seduta. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco ha chiuso a 216 punti base, in netto calo dai 228 punti del finale precedente, in virtù della migliore performance dei titoli italiani rispetto a quelli tedeschi. Il rendimento del BTp decennale benchmark ha chiuso in calo al 3,87% rispetto al 3,92% della vigilia dopo aver toccato anche il 4,1% a metà seduta.
Recupero nel finale anche per i Bund che hanno toccato un rendimento dell'1,85% nell'intraday per poi rientrare ben sotto i massimi fino all'1,70% della chiusura, comunque in rialzo dall'1,64% del closing precedente.

Gas vola oltre i 140 euro al MWh su escalation tagli Russia

La Russia prosegue nella riduzione di fornitura di gas all'Europa e i prezzi volano. Il costo del gas è volato oltre i 140 euro al MWh fino a 148 euro sui livelli che si sono visti solo a marzo, con l'inizio della guerra in Ucraina. Alle riduzioni delle forniture russe, che mettono a rischio il tentativo dell'Europa di aumentare le riserve in vista dell'inverno, si aggiungono le difficoltà delle spedizioni di gas liquefatto dagli Usa.
Gazprom
ha ulteriormente ridotto i flussi attraverso la principale via di rifornimento, verso l'Europa, il gasdotto Nord Stream e il ministro russo presso l'Ue ha detto che il gasdotto potrebbe essere chiuso per riparare alcune turbine. Per ora, il colosso energetico statale ha affermato di aver spento un altro motore a turbina presso la stazione di compressione di Portovaya, che pompa il gas attraverso il gasdotto sottomarino, a causa di ritardi nella manutenzione. Il taglio si aggiunge a quello già annunciato del 40% e porta la riduzione a circa il 60% in due gioni dai 167 milioni di metri cubi di capacità giornaliera pre-guerra. Lo scorso anno, Nord Stream trasportava la metà di tutto il gas russo diretto verso l'Europa. Gazprom inoltre ha comunicato che sarà consegnato ad Eni solo il 65% delle forniture richieste.
Negli Stati Uniti, poi, un incendio in un importante impianto di esportazione di gas naturale liquefatto in Texas porterà probabilmente a minori spedizioni transatlantiche del carburante super refrigerato per il resto dell'anno. Freeport Lng, proprietaria dell'impianto, ha detto che punta a un riavvio parziale tra 90 giorni, ma che non sarà in grado di funzionare a pieno regime fino alla fine di quest'anno.

Euro/dollaro su minimi da un mese, sale il franco svizzero

Scivola l'euro, con il mercato che attende chiarimenti su quali saranno le mosse in concreto della Bce. La divisa unica europea è scivolata sotto la soglia di 1,04 dollari. In volata il franco svizzero, salito di oltre l'1% verso il dollaro e di quasi il 2% rispetto all'euro, a seguito della decisione della Banca Nazionale Svizzera di aumentare i tassi. «La decisione della Banca nazionale svizzera di unirsi alle sue controparti per contrastare l'inflazione, adottando una politica monetaria più restrittiva, ha spiazzato i mercati visto che il consenso pre-annuncio tra gli analisti indicava la continuazione di tassi bassi, e ha creato margini per ulteriori guadagni valutari», notano gli analisti di ActivTrades.

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