Borse ad alta volatilità con le «4 streghe». Tra Fed e Bce, settimana in rosso per Milano (-0,4%)
Il nervosismo dei listini amplificato dalle scadenze di future e opzioni. A Piazza Affari è di Amplifon la migliore performance settimanale (+5,5%). Sale Bper (+2,5%) dopo la presentazione di un'offerta per Carige. "Maglia nera" Diasorin (-11,7%) in seguito alla presentazione del piano industriale
di Enrico Miele e Paolo Paronetto
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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Piazza Affari "vittima" delle quattro streghe. Le vendite nell'ultima seduta della settimana, infatti, dovute anche alle esigenze tecniche legate alle scadenze di future e opzioni su indici e azioni, hanno mandato in rosso il bilancio dell'intera ottava (13-17 dicembre) per il Ftse Mib milanese.
In un contesto caratterizzato dai timori dovuti alla diffusione della variante Omicron del Covid e dall'attesa per le riunioni delle principali Banche centrali, fino alla vigilia Piazza Affari era riuscita a resistere alle vendite, grazie anche al fermento del settore bancario per possibili operazioni di M&A. Ma la performance dell'ultima giornata ha portato l'indice principale della Borsa milanese a chiudere la settimana con un -0,41%, dato comunque migliore di quella degli altri principali listini continentali con l'eccezione di Londra (-0,3%). Francoforte ha infatti lasciato sul terreno lo 0,59%, Parigi lo 0,93% e Amsterdam il 2,07%.
Per quanto riguarda i singoli titoli, Amplifon ottiene il miglior bilancio settimanale con un +5,5%, seguita da Recordati (+3,7%), Terna (+3%) e Inwit (+2,65%). Si distinguono le banche, con Bper a +2,54% dopo la presentazione di un'offerta non vincolante per Carige, bocciata dal Fondo interbancario, primo azionista dell'istituto ligure. Bene UniCredit (+1,91%) dopo la presentazione del nuovo piano industriale e sulla speculazione relativa a possibili aggregazioni. Il -10,83% dell'ultima seduta regala invece a Diasorin la "maglia nera" (-11,75% la performance settimanale). In rosso anche A2a (-5,63%), Moncler (-4,3%) e Prysmian (-3,75%).
Ultima seduta della settimana in "rosso"
I listini europei hanno chiuso così la settimana con una seduta, quella del 17 dicembre, all'insegna della volatilità, amplificata dalle cosiddette "quattro streghe", cioè le scadenze di future e opzioni su indici e azioni. Gli investitori hanno monitorato con attenzione la diffusione della variante Omicron del coronavirus, che sta spingendo molti governi a reintrodurre limitazioni per frenare la dinamica dei contagi. Osservate speciali sono rimaste, inoltre, le Banche centrali, dopo che alla vigilia la Bce ha lasciato a zero i tassi di interesse e annunciato il termine del programma pandemico di acquisti di asset "Pepp" a fine marzo 2022.
A Piazza Affari il FTSE MIB ha chiuso gli scambi in calo. Nel Vecchio Continente è stata la Borsa Amsterdam(AEX) la peggiore, seguita da Parigi (CAC 40) e Francoforte (DAX 30). Nel panorama continentale è andata a picco la Borsa di Istanbul, crollata dell'8,5% mentre continua il tracollo della lira turca dopo il nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca centrale, allineata alle politiche del presidente Recep Tayyip Erdogan. Chiusura in rosso anche per Wall Street: Dow Jones -1,48%, S&P 500 -1,03%, Nasdaq -0,1 per cento.
Tonfo a doppia cifra per Diasorin dopo il piano
La seduta del 17 dicembre del FTSE MIB è stata segnata da una pioggia di vendite su Diasorin dopo il Piano industriale 2022-2025 che prevede ricavi al 2022 ex Covid in crescita del 24%, quelli complessivi in calo del 2% (a tassi di cambio costanti), con il fatturato Covid in riduzione a 150 milioni di euro rispetto ai 370 milioni circa del 2021. Nel periodo 2022-2025 i ricavi ex covid dovrebbero crescere del 10% all'anno, quelli inclusivi del Covid del 7% (fatturato covid visto in calo a 50 milioni). L'ebitda margin "adjusted" l'anno prossimo sarà pari al 35%. Al 2025, invece, si attesterà al 38%, in linea con l'andamento registrato prima della pandemia e dell'acquisizione Luminex. Il free cash flow cumulato nel periodo 2022-2025 è previsto a circa 1,1 miliardi.
A Piazza Affari si salva Tim, giù Fineco e Prysmian
A Piazza Affari gli occhi rimasti puntati per tutta la seduta del 17 dicembre su Telecom Italia che ha recuperato posizioni dopo le indiscrezioni sul consiglio di amministrazione della compagnia telefonica che ha approvato l'accordo per l'uscita dell'ex a.d. Luigi Gubitosi. Ancora in discesa Banca Pop Er dove il Fondo Interbancario per la tutela dei depositi ha reagito in modo freddo all'offerta per Bca Carige: le richieste di intervento di Modena sono superiori a quanto previsto dagli statuti del Fondo, anche se un approfondimento sulla proposta verrà fatto. Attenzione catalizzata anche da Exor dopo che a mercati chiusi alla vigilia, la holding ha annunciato di aver firmato l'accordo per la cessione di PartnerRe a Covea. Closing per l'aggregazione tra Nexi e Sia: firmato l'atto di fusione che fa nascere un gruppo da quasi 3 miliardi di euro di ricavi nel settore dei pagamenti. Tra le migliori del listino milanese Poste Italiane dopo l'accordo fino al 2024 per il rinnovo dell'alleanza con Cassa Depositi e Prestiti sul risparmio postale, la holding Atlantia e Amplifon.
Spread chiude in calo a 127 punti, tasso allo 0,92%
Chiusura in netto calo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il titolo di pari durata tedesco è indicato a fine seduta a 127 punti base, dai 131 punti del closing del 16 dicembre. In calo anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che si è attestato allo 0,92%, dallo 0,98% segnato alla vigilia in chiusura. La Bce ha confermato che il piano di aiuti pandemico non sarà rinnovato dopo la scadenza di marzo. Da aprile, quindi, si torna alle “vecchie” regole del quantitative easing, ovvero all’acquisto dei bond governativi in proporzione alla partecipazione del Paese al capitale della Bce. Di conseguenza il piano andrà matematicamente a favorire gli acquisti sui titoli tedeschi rispetto a quelli degli altri Paesi dell’Eurozona (Italia compresa) che hanno una partecipazione (capital key, appunto) inferiore di quella tedesca.
Banche centrali in ritirata sugli stimoli monetari
«Dalla settimana della banche centrali è emersa la volontà da parte degli Istituti di ridurre gli stimoli monetari straordinari pandemici per far fronte ai rischi inflattivi sempre più orientati al rialzo» scrivono gli analisti di Mps Capital Services ricordando poi la sorpresa arrivata dalla Banca di Inghilterra di un rialzo dei tassi di 15 punti base e la volontà di seguire una politica monetaria «moderatamente restrittiva». A contribuire alla volatilità degli indici la scadenza delle cosiddette quattro streghe, cioè la scadenza di opzioni e future su indici e azioni.
Sterlina perde slancio, Tory sconfitti in Shropshire
In calo l’euro/dollaro che nell’ultima seduta era risalito a 1,13 nonostante tra le due, sia la Fed al momento ad essere più prossima ad alzare i tassi (il governatore Powell ha spianato la strada a tre strette nel 2022 e ad altrettante nel 2023). La moneta unica a fine seduta è scambiata a 1,127 contro il biglietto verde. Dietrofront, infine, della sterlina britannica dopo l'allungo innescato dalla decisione dell BoE sui tassi. Un altro duro colpo per il primo ministro britannico Boris Johnson è arrivato dalla netta sconfitta del suo partito alle elezioni suppletive che si sono tenute ieri in Shropshire. La sconfitta aggiunge nuove difficoltà per il premier britannico, chiamato in causa per la gestione della pandemia come pure per il "party-gate", cioè le feste avvenute lo scorso anno nel periodo natalizio a Downing Street e in altri ministeri, mentre vigeva nel Regno Unito il divieto di assembramenti e riunioni.
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