Studenti e ricercatori

Borse di studio: requisiti, merito e regime fiscale

di Natascia Ronchetti e Luciano De Vico

2' di lettura

Come ogni anno gli atenei italiani hanno approvato i piani di intervento per assicurare il diritto allo studio ai ragazzi meritevoli e a quelli che si trovano in condizioni economiche disagiate. Piani che molto spesso si affiancano a quelli messi a punto dalle varie aziende regionali preposte a erogare borse di studio.

Se consideriamo poi le risorse in arrivo con il Recovery fund, nel Pnrr dell’Italia sono stati stanziati 500 milioni per le borse di studio: si punta a passare dagli attuali 220mila sussidi ad almeno 400mila entro il 2026.

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Le iniziative degli atenei

L’università di Bologna mette a bando 500 borse di studio per un ammontare totale di un milione di euro (oltre alle borse di studio erogate da Er.Go, l’agenzia regionale per il diritto agli studi superiori, con importi sono diversificati a seconda del reddito familiare e della condizione dello studente: in sede, fuori sede o pendolare).

L’Alma Mater, inoltre, prevede premi di merito da 1.500 euro assegnati in base al numero di crediti formativi accumulati e alla media dei voti.

L’università di Trento, attraverso l’Opera universitaria che fa capo alla Provincia autonoma, mette a disposizione borse che per gli studenti in sede vanno da 1.300 a 2.600 euro, per i pendolari da 1.400 a 2.900 euro, mentre i fuori sede possono superare i 5.200 euro.

L’università di Bari offre 800 borse di studio da 500 euro ciascuna, mentre quella di Urbino, grazie a Erdis (l’ente marchigiano per il diritto allo studio) ha borse di studio, sempre legate a merito e a condizioni economiche, che comprendono anche la fruizione gratuita di servizi come la mensa e l’alloggio.

Esenzioni fiscali

Alcune borse di studio usufruiscono dell’esenzione da imposta come, ad esempio, quelle corrisposte dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano agli studenti universitari in base al decreto legislativo 68/2012, quelle erogate dalle università e dagli istituti di istruzione universitaria per la frequenza dei corsi di perfezionamento e delle scuole di specializzazione, per i corsi di dottorato di ricerca, per attività di ricerca post-dottorato e per i corsi di perfezionamento all’estero, ai sensi della legge 398/1989. In base al decreto legislativo 257/1991 sono state escluse da imposizione anche le somme corrisposte agli studenti che frequentano le scuole universitarie di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia.

Le borse di studio che non usufruiscono dell’esenzione, invece, sono considerate ai fini fiscali redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, al pari di assegni, premi e altri sussidi per fini di studio o di addestramento professionale.
I sostituti d’imposta che le erogano quindi sono tenuti a calcolare l’Irpef e a prelevarla sotto forma di ritenuta d'acconto, e a rilasciare la certificazione unica (Cu).
Se la borsa di studio è soggetta a tassazione, spettano le detrazioni per lavoro dipendente in base al numero dei giorni di frequenza del corso, anche se relativo ad anni precedenti. Se invece la borsa di studio è erogata per il rendimento accademico, la detrazione compete per l’intero anno.

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