Piazza Affari regina d’Europa a gennaio (+12,2%), rialzo mensile record dal 2020
Il mese appena concluso passa alla storia come uno dei migliori in assoluto a Piazza Affari. Questa prima finestra di gennaio ha premiato in modo trasversale tutti i settori, dalle banche (UniCredit +34,7%) ai tecnologici (St +30,6%), passando per l’auto (Iveco +35%)
di Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il mese di gennaio passa alla storia come uno dei migliori in assoluto a Piazza Affari, che continua così il suo recupero, assieme al resto d’Europa dopo un 2022 da dimenticare per i mercati finanziari. Altro passo, invece, quest’anno con il Ftse Mib di Milano che su base mensile a gennaio ha guadagnato nel complesso il 12,2%. È il dato percentuale più alto tra tutte le Borse europee, nonostante l’azionario abbia sorriso agli investitori di tutto il Vecchio Continente. Nella classifica mensile, si colloca seconda la Borsa di Madrid (+9,8%), tallonata da Francia (+9,4%) e Germania (+8,7%), con la sola Londra più indietro (+4,3%). Per fare un paragone con i mercati sull'altra sponda dell'Atlantico, il Dj a New York registra nello stesso periodo +1,9%, lo S&P 500 +5,2% e il Nasdaq +9,9%.
Non solo. Quello che si è appena concluso rappresenta l’ottavo rialzo mensile più corposo per il mercato azionario del nostro Paese dalla fine del 1997 a oggi: tolto infatti il dato eccezionale di novembre 2020, quando il rimbalzo post-Covid del Ftse Mib raggiunse il record di +22,95%, per trovare cronologicamente un incremento mensile più alto di quello odierno bisogna tornare indietro almeno alla fine del 2016, quasi sette anni fa. Stringendo lo sguardo ai singoli titoli, invece, questa prima finestra di gennaio ha premiato in modo trasversale un po’ tutti i settori a Milano, dalle banche (UniCredit +34,7% nel mese) ai tecnologici (St +30,6%), passando per l’auto (Iveco +35%) e Saipem (+24,6%).
In ultima seduta Europa appesa alla Fed, exploit UniCredit
La vigilia della Fed si è invece dimostrata più tesa del previsto per le Borse europee che, dopo un rally durato per quasi tutto gennaio, hanno chiuso sottotono l’ultima seduta del mese (il cui bilancio, come detto, resta largamente positivo per tutti i listini). Stavolta però la “mosca bianca” è Piazza Affari che tocca un guadagno dell’1% tondo e aggiorna i massimi da un anno grazie ai conti record di UniCredit , che moltiplicano gli acquisti su tutto il comparto del credito. Fiaccati dal dato sull’inflazione francese, i listini del Vecchio Continente hanno ridotto le perdite solo verso fine seduta in scia a Wall Street, dove il dato del costo del lavoro sotto le attese rafforza la speranza che l’inflazione Usa abbia ormai già raggiunto il suo picco (e di conseguenza, la Fed possa allentare la sua stretta nei prossimi mesi). A fine seduta Wall Street ha chiuso positiva, con il Dow Jones a +1,10%, il Nasdaq che ha messo a segno un +1,67% e lo S&P 500 che ha fatto segnare un progresso dell’1,47%.
In questo clima, il FTSE MIB termina in netto rialzo a quota 26.600 punti, al top da inizi febbraio 2022. Clima decisamente più prudente sulle altre piazza finanziarie, dal CAC 40 di Parigi al tedesco DAX 40, passando per l'IBEX 35 di Madrid, l'AEX di Amsterdam e il FT-SE 100 di Londra.
Wall Street in lieve rialzo, attesa per Fed e conti Big Tech
In lieve rialzo Wall Street. I mercati attendono la decisione della Fed e una serie di trimestrali, in particolare quelle delle Big Tech. Per quanto riguarda la Fed, gli analisti prevedono un rialzo di 25 punti base, dopo quattro rialzi di 75 punti e uno di 50 punti che hanno portato i tassi al 4,25%-4,5%, il massimo in 15 anni. Passando ai dati macro, si confermano in calo i prezzi delle case: a novembre, quinto ribasso consecutivo e deciso rallentamento dei rialzi annuali. Pubblicato anche il dato sul costo del lavoro, seguito attentamente dalla Fed per valutare le pressioni inflative, cresciuto nel quarto trimestre del 2022 dell'1%, contro attese per un +1,1%, dopo il +1,2% del terzo trimestre. Rispetto a un anno prima, il costo del lavoro è aumentato del 5,1%, dopo il 5% registrato nel trimestre precedente. Il Dow Jones guadagna così 43,68 punti (+0,13%), lo S&P 500 sale di 7,13 punti (+0,18%), il Nasdaq è in rialzo di 30,47 punti (+0,27%).
Fmi: outlook 2023 meno cupo, alzate stime Italia
La battaglia contro l'inflazione comincia a dare i suoi frutti, ma le Banche centrali devono proseguire con il loro lavoro. Lo ha detto il Fondo monetario internazionale, che ha alzato le stime per l'Italia: «L'economia globale è destinata a rallentare quest'anno, prima di rimbalzare il prossimo anno. La crescita resterà debole secondo gli standard storici, a causa della battaglia contro l'inflazione e della guerra russa in Ucraina». Per il Fondo, comunque, «l'outlook è meno cupo che in ottobre». Per quanto riguarda l'Italia, il Fmi ha rivisto al rialzo le stime del 2022 e la previsione per il 2023. Per lo scorso anno stima rivista dal 3,2% al 3,9%; per l'anno appena iniziato, il Fondo prevede ora una crescita dello 0,6%, contro una contrazione dello 0,2% prevista a ottobre.
Exploit Unicredit dopo conti record, toniche tutte le banche
Sull'azionario milanese, a rubare la scena per tutta la seduta sono state le trimestrali: Unicredit infatti ha chiuso il 2022 con un utile a +48% a 5,2 miliardi, archiviando «il miglior esercizio da un decennio» e ha alzato il payout del 40%. L'exploit del titolo ha trascinato gli acquisti su tutto il resto del comparto bancario con Banco Bpm e Finecobank tra le migliori del Ftse Mib, seguite da Banca Pop Er e Intesa Sanpaolo. Sopra le stime anche i numeri di Ubs che ha chiuso il trimestre con un utile netto a 1,65 mld dollari (+23%). Gli investitori hanno premiato anche Stellantis nel comparto auto e Davide Campari nel beverage. In coda Recordati, Amplifon, Leonardo - Finmeccanica e Snam Rete Gas. Vendite su Ferrari, in attesa della trimestrale con il titolo che, secondo gli analisti, ha una valutazione poco attraente e Stmicroelectron in linea con la debolezza del comparto tecnologico.
Spread chiude in calo a 186 punti, rendimento scende al 4,12%
Chiusura in lieve calo per lo spread BTp/Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il Bund decennale e il decennale italiano benchmark è indicato a 186 punti base dai 188 punti base del finale della vigilia. Flette anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,12% rispetto a un'ultima indicazione del 4,18% al closing del 30 gennaio.
In Italia disoccupazione al 7,8%, Pil IV trimestre -0,1%
A dicembre 2022, rispetto al mese precedente, aumentano occupati e disoccupati mentre diminuiscono gli inattivi. L'Istat comunica i dati sul mercato del lavoro. Il tasso di occupazione sale al 60,5% (+0,1 punti). L’occupazione cresce (+0,2%, pari a +37mila). Il tasso di disoccupazione totale, indica l'istituto, è stabile al 7,8%, quello giovanile cala al 22,1% (-0,5 punti). Il numero di persone in cerca di lavoro cresce (+0,1%, pari a +2mila unità rispetto a novembre) tra le donne, i 25-34enni e i maggiori di 50 anni.
Inoltre, l'Istat stima che nel quarto trimestre del 2022 il Pil sia diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e cresciuto dell'1,7% in termini tendenziali. «L'economia italiana registra, dopo sette trimestri consecutivi di crescita, una lieve flessione congiunturale, mentre dal lato tendenziale continua, a ritmi meno sostenuti rispetto ai trimestri precedenti, il suo sviluppo», commenta l'Istat.
BTp: assegnati 3,5 mld decennali, rendimento al 4,28%
Tassi in rialzo nell'asta a medio-lungo termine in cui il Tesoro ha assegnato complessivamente 9 miliardi di euro in BTp a 5 e 10 anni e CcTeu. Nel dettaglio, il Mef ha assegnato 4 miliardi della seconda tranche del BTp quinquennali scadenza 1 aprile 2028 con un rendimento lordo in rialzo di 14 punti base rispetto all'asta precedente, al 3,70 per cento. La domanda è stata di poco superiore ai 5,5 miliardi per un rapporto di copertura di 1,38. Assegnati anche 3,5 miliardi della quinta tranche del BTp decennale scadenza 1 maggio 2033 con un rendimento lordo del 4,28% (+31 punti base). La richiesta è stata poco oltre i 4,7 miliardi per un rapporto di copertura di 1,35.
Euro debole, il prezzo del gas risale verso 60 euro
Sul mercato valutario, infine, l'euro verso fine seduta è scambiato in calo a 1,085 dollari (da 1,086 dollari alla vigilia) e 141,11 yen (141,70), mentre il dollaro/yen è a 130,01 (130,40). Torna a salire il prezzo del gas: +4% a 57,3 euro al Mwh, mentre scende il prezzo del petrolio con il Wti di marzo scambiato sui 76,8 dollari (-1,5%) al barile e il Brent del Mare del Nord a 83,7 dollari (-1,3 per cento).
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