Per le Borse mondiali settimana peggiore da marzo, Piazza Affari giù del 7%
I listini hanno chiuso la settimana con pesanti ribassi. L'indice Msci World ha registrato la peggiore ottava dall'inizio dell'emergenza Covid. Per il Ftse Mib il calo del 7% è la flessione più ampia da maggio. Negativa anche la performance mensile, per Madrid e Londra mai così male da inizio 2020
di Flavia Carletti
4' di lettura
Settimana di decisi ribassi per i listini continentali, quando per l'indice Msci World - secondo il Financial Times - quella appena conclusa è la peggiore ottava da marzo. Rispetto a venerdì 23 ottobre, il Ftse Mib ha perso il 6,96%, flessione più ampia dal maggio scorso. Il calo del mese di ottobre è del 5,64%: nel 2020 solo a marzo e aprile - in pieno lockdown - ha avuto un ribasso mensile più pesante. Le vendite in questa settimana e nel mese hanno colpito tutti i listini europei, lo Stoxx Europe 600 ha perso rispettivamente il 5,56% e il 5,19%. La maglia nera tra i principali indici spetta al Dax30 di Francoforte: nell'ottava ha lasciato sul terreno l'8,61% e nel mese il 9,44% (peggiore performance dal giugno scorso). Il Cac40 a Parigi e l'Ibex35 a Madrid hanno perso entrambe il 6,4% in nell'ottava e rispettivamente il 4,36% e il 3,96% ad ottobre. Questo mese per la Borsa spagnola è stato il peggiore da inizio anno, neanche nella prima fase della pandemia aveva registrato una performance così negativa. Per il Cac40 ottobre è il mese peggiore da maggio. Nella settimana appena conclusa il Ftse100 a Londra ha limitato i danni rispetto alle Borse continentali: ha perso il 4,83%, mentre a ottobre il 4,92% e anche per questo indice il mese è il peggiore da inizio anno. Nell'ottava, le vendite hanno compito tutti i settori, quelli che hanno accusato maggiore debolezza sono stati Tecnologia -10%, Auto -7,73% e Retail -7,39%.
Chiusura contrastata nella seduta del 30 ottobre
Nella seduta di venerdì 30 ottobre a Piazza Affari il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,4%, il Cac40 a Parigi mezzo punto percentuale e il Dax30 a Francoforte ha perso lo 0,36 per cento. Quando si avvicinano le elezioni statunitensi e mentre resta alto l'allarme per la diffusione del Covid-19, sono arrivati i dati sul Pil europeo del terzo trimestre a mettere un parziale freno alle vendite. Nella zona euro il Pil è salito del 12,7% nel periodo luglio-settembre rispetto al trimestre precedente, in Italia del 16,1% e in Germania dell'8,2%. In piena stagione di trimestrali, molti titoli si sono mossi sulla scia dei risultati, bene soprattutto i bancari e il comparto dell'energia, nonostante il calo del prezzo del greggio. Debole Wall Street con l'indice Nasdaq zavorrato dalle Big Tech. Il mercato sembra così ignorare gli aspetti positivi dei conti trimestrali concentrandosi sulle ombre relative all’outlook per i prossimi mesi, a conferma della cautela con cui si guarda ormai a titoli che hanno raggiunto valutazioni estremamente elevate. Apple, in particolare, sta risentendo dell'annuncio che i ricavi legati all'iPhone sono stati inferiori alle previsioni degli analisti, notizia che mette sotto pressione i titoli dei fornitori del gruppo di Cuperino, tra cui StMicroelectronics (-1,39% in chiusura a Piazza Affari).
Balzo di Saipem e Tenaris, nonostante petrolio in calo
A Piazza Affari, in forte evidenza Saipem (+8,45%) e Tenaris (+6,37%) in una seduta positiva per molti titoli legati al comparto petrolifero, nonostante il calo del prezzo del greggio con il Wti sotto i 36 dollari la barile. Forti gli acquisti su Pirelli (+3,65%) e Buzzi Unicem (+3,4%), in una giornata positiva anche per altri gruppi europei del settore dei materiali per costruzioni. In evidenza dopo i risultati dei primi nove mesi dell'anno anche Italgas (+2,73%), che ha anche presentato il nuovo piano industriale. Da gennaio a settembre Italgas ha registrato ricavi in rialzo del 6,7% a 978 milioni di euro e un utile netto di 246 milioni, in calo del 6%. Il gruppo ha indicato di non aver registrato impatti negativi sui conti per l'emergenza Covid e con il nuovo piano ha migliorato la dividend policy, con un payout al 65%.
Tra i bancari occhi puntati su Banco Bpm
Riflettori puntati anche su Banco Bpm (+2,51%), all’indomani del blitz con cui l’imprenditore Giorgio Girondi, presidente di Ufi Filters, ha aumentato la sua quota dall'1,02% al 4,98% del capitale. Ma le novità in casa Bpm non finiscono qui, visto che anche Ubs – come emerge dagli aggiornamenti Consob – ha in mano una quota in strumenti finanziari del 6,38% (si tratta per buona parte di posizioni lunghe). Si tratta, notano gli analisti, di posizioni rilevanti visto che il Banco non ha un nocciolo duro di azionisti. Inoltre, come riporta Il Sole 24 Ore, gli acquisti di Girondi non sarebbero stati effettuati d’intesa con il vertice della banca ma l’obiettivo sarebbe proprio quello di dare stabilità a Piazza Meda (e di contare in vista di una possibile stagioni di aggregazioni bancarie). Segno opposto per Prysmian (-0,85%), che risente dei realizzi all'indomani della buona performance della vigilia spinta da risultati superiori alle attese del mercato. In fondo al segmento principale ha chiuso Recordati (-3,97%), dopo conti trimestrali inferiori alle attese.
St debole su timori per vendite iPhone
L'assenza di prospettive chiare sulle vendite di iPhone il prossimo
anno ha penalizzato Stmicroelectronics (-1,39%). Le vendite su St arrivano all'indomani dei conti Apple, che non ha fornito una guidance quantitativa per il 2021. Un'incertezza che si riflette su St visto che il colosso di Cupertino, secondo le stime di Equita, pesa per il 20% sui ricavi della
multinazionale italo-francese, che produce, tra le altre cose, semi-conduttori per smartphone. Nel trimestre chiuso a settembre, infatti, Apple ha riportato risultati «poco sopra le attese» con un fatturato di 64,7 miliardi di dollari mentre «le vendite di iPhone a 26,4 miliardi di dollari
(-21%) sono risultate sotto le attese a causa del ritardo nel lancio dei nuovi modelli 5G che dovrebbero avere un effetto positivo nel trimestre corrente».
Spread chiude invariato a 134 pb, rendimento sale allo 0,72%
Chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario telematico Mts dei titoli di Stato. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005413171) e il Bund è indicato alle ultime battute a 134 punti base, lo stesso livello del closing della vigilia. Sale, invece, il rendimento del decennale benchmark allo 0,72%, dallo 0,70% del riferimento di ieri.
Euro debole, Bce pronta a muoversi a dicembre
Sul mercato valutario, euro ancora debole sotto quota 1,17 dollari dopo che ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha aperto la strada a nuovi interventi in occasione del vertice di dicembre. L'euro vale 1,1648 dollari (1,167 in avvio e 1,1658 ieri), e 121,828 yen (121,85 e 121,99). Il biglietto verde vale 104,582 yen (104,31 e 104,64).
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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