Fed, Powell: calo significativo inflazione nel 2023. Wall street positiva, Milano in rialzo
L'intervento del presidente della Fed, dopo il dato sorprendente sul mercato del lavoro Usa. In Europa si registra il dato sulla produzione industriale tedesca a dicembre, che è diminuita del 3,1% rispetto al mese precedente, peggio delle stime degli analisti
di Flavia Carletti e Stefania Arcudi
3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L'attesa per il presidente della Fed, Jerome Powell, ha tenuto con il fiato sospeso gli investitori, che hanno preferito la cautela. In un momento in cui il mercato del lavoro americano è ancora molto forte (a gennaio sono stati creati 517.000 posti di lavoro, contro attese per 187.000), si teme che la Banca centrale americana possa scegliere la via di un'ulteriore aggressività e alzare i tassi d'interesse ben oltre il 5% e che possa mantenerli a quei livelli più a lungo del previsto. Così gli indici europei hanno chiuso non distanti dalla parità una giornata nervosa: Milano +0,36%, comunque la migliore e sopra i 27.000 punti, Parigi -0,07% e Francoforte -0,16%, Amsterdam +0,09% e Londra +0,36 per cento. A sostenere Piazza Affari sono stati in particolare la banche e i petroliferi con il rimbalzo del greggio.
Powell: «Prevedo calo significativo inflazione nel 2023»
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell ha detto di aspettarsi un calo significativo dell'inflazione nel 2023 anche se ha aggiunto che ci vorrà il 2024 per tornare a un indice dei prezzi al consumo vicino al 2 per cento. Il numero uno della Banca centrale Usa ha iniziato a parlare alle 18,40 ora italiana, dopo la chiusura dei mercati europei e ha parlato dei temi caldi del momento. Sul fronte dei tassi, Powell ha detto che l'attuale ritmo dei rialzi è appropriato, specificando che, se i dati relativi all'economia Usa continueranno a essere più forti del previsto, serviranno dei rialzi dei tassi aggiuntivi.
Wall Street positiva dopo parole di Powell
Seduta prima volatile per Wall Street poi con chiusura positiva dopo le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, all'Economic Club di Washington, che ha parlato di inflazione in calo nel 2023 e allo stesso tempo di possibili ulteriori rialzi dei tassi. Al momento, negli Stati Uniti i tassi sono al 4,5%-4,75%, il livello più alto dal 2007; secondo il valore mediano delle previsioni dei componenti del Fomc, il braccio di politica monetari della Fed, il picco dei tassi d'interesse è atteso al 5,1 per cento.
A fine seduta il Dow Jones ha messo a segno un progresso dello 0,78%, il Nasdaq ha chiuso a +1,90%, mentre lo S&P 500 ha registrato un +1,29%.
Piazza Affari sostenuta da banche e titoli oil
A sostenere il Ftse Mib hanno contribuito in particolare la banche (Bper +1,65%, Banco Bpm +1,9% in attesa dei conti) e i petroliferi (Saipem +5,19%, Eni +1,53%) con il rimbalzo del greggio. Ancora brillante Telecom (+2,26%) grazie alla raccomandazione "buy" di Equita che si mostra fiduciosa sulla riuscita del progetto di riorganizzazione societaria con le offerte sulla rete in arrivo. In coda al segmento principale ha chiuso Amplifon (-2,46%) che inizialmente aveva beneficiato della guidance fornita dal concorrente danese Demant (+3,6% a Copenhagen), che ha fatto sapere di attendere per quest'anno una crescita organica tra il 3% e il 7% e ha riportato profitti operativi per la seconda metà del 2022 sopra le aspettative. Positive fin dalle prime battute Terna (+1,28%), Snam (+0,86%) e Italgas (+1,26%) grazie all'upgrade sulle società italiane delle reti di gas ed elettricità arrivato da Rbc.
Spread in rialzo a 188 punti, rendimento al 4,18%
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei. Al termine degli scambi il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco ha segnato un'ultima posizione a 188 punti base dai 186 punti del closing di ieri. Sale il rendimento del BTp decennale benchmark al 4,18% dal 4,13% del closing della vigilia.
Si rafforza il dollaro, in recupero lo yen
Sul mercato valutario, il cambio tra euro e dollaro si conferma ai minimi da un mese poco sotto quota 1,07, risentendo dell'aspettativa di nuove strette monetarie da parte della Fed: 1,069 il cross da 1,0729 in avvio e 1,0737 ieri. Euro/yen a 140,33 (da 142,5), dollaro/yen a 131,152 (da 132,7).
Petrolio in risalita, scende il gas
Per la seconda seduta di fila il greggio corre sulla prospettiva di una ripresa della domanda in Cina e dei timori per possibili problemi di forniture a causa della chiusura di un grande terminal per le esportazioni dopo il terremoto in Turchia (il Wti marzo sale del 3,6% a 76,79 dollari al barile e il Brent aprile del 2,94% a 83,35 dollari). Prezzi del gas naturale in ribasso: nei minuti finali di scambi i contratti marzo scendono ad Amsterdam del 6,2% a 54,5 euro al megawattora.
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