Ucraina e incognita tassi mandano in rosso le Borse. Milano perde l’1,7% in una settimana
Nell'ultima seduta resta la tensione: -0,6% Ftse Mib. Si rafforza il dollaro, scivola ancora il rublo
di Andrea Fontana e Flavia Carletti
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L'alta tensione al confine tra Russia e Ucraina resta al centro dell'attenzione degli investitori che sposano un atteggiamento cauto. Così le Borse europee chiudono in rosso l'ultima seduta della settimana, in cui gli indici hanno cambiato più volte direzione. A Piazza Affari il FTSE MIBè stato comunque puntellato dalle performance di alcuni titoli finanziari e di Eni che ha pubblicato i conti 2021. Giù a Parigi il CAC 40 e soprattutto il DAX 40. Il bilancio settimanale è particolarmente negativo per i listini: Milano ha ceduto complessivamente l'1,7% portando a -3% il saldo da inizio 2022, Francoforte, Londra e Amsterdam hanno perso oltre il 2% questa settimana.
Nel giorno in cui il presidente russo, Vladimir Putin, ha tenuto una conferenza stampa con l'omologo bielorusso, Alexander Lukashenko, parlando di situazione in deterioramento, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha detto che c'è una «escalation» non una «de-escalation» nel teatro ucraino.
Questa sera alle 20 ora italiana è in programma una videoconferenza per fare il punto della situazione che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, terrà con i leader europei, il segretario generale della Nato e i vertici delle istituzioni dell'Unione europea. Domani intanto si svolgeranno da parte della Russia delle manovre delle sue forze strategiche che prevedono il lancio di missili balistici e da crociera. Al di là della situazione geopolitica, l'altro focus dei mercati è sempre la Federal Reserve, aspettando la nuova riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria, di marzo durante la quale ci sarà il primo rialzo dei tassi.
Wall Street chiude in calo
In discesa anche gli indici di Wall Street dopo la peggiore chiusura del 2022 per il Dow Jones. Il Dow Jones chiude a -0,68%, il Nasdaq cede l’1,23%, mentre lo S&P perde lo 0,71%.
Le attenzioni restano sulla crisi ucraina: alle 20 italiane, in programma una videoconferenza per fare il punto della situazione che il presidente statunitense Joe Biden terra' con i leader europei, il segretario generale della Nato e i vertici delle istituzioni dell'Unione europea. La Russia ha ribadito che le notizie dell'intelligence statunitense su un attacco imminente contro l'Ucraina sono "false". Mosca ha intanto annunciato che, domani, le forze russe terranno nuove esercitazioni: previsto il lancio di missili balistici e da crociera. Il presidente russo, Vladimir Putin, supervisionerà personalmente le manovre, che simuleranno anche un attacco nucleare. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterrez, ha detto di essere "estremamente preoccupato delle speculazioni su una possibile guerra in Europa. Io non credo che si arriverà al conflitto, ma se accadesse le conseguenze sarebbero catastrofiche". Gli investitori si interrogano poi sulle prossime mosse della Federal Reserve per contrastare l'inflazione. Ieri, il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha ribadito che l'inflazione "potrebbe andare fuori controllo" e che è necessario agire subito. Molti analisti ipotizzano un rialzo di 50 punti base al termine di entrambe le prossime riunioni (marzo e maggio); l'ultima volta che la Fed ha deciso di alzare di 50 punti i tassi per due volte di fila era il 1994. Gli investitori temono che la Banca centrale possa non essere in grado di frenare l'inflazione senza danneggiare l'economia, contrariamente a quanto detto dal presidente della Fed, Jerome Powell. La Fed avra' un altro giro di dati su inflazione e lavoro prima di prendere le sue decisioni a marzo.
A Milano bene Banco Bpm e Eni, giù St
Guardando ai titoli a Piazza Affari, in testa al Ftse Mib hanno chiuso Banco Bpm - grazie alla speculazione su possibili aggregazioni bancarie - e Finecobank. Eni ha chiuso sotto i massimi, dopo aver pubblicato i risultati 2021, anno in cui il gruppo ha registrato un utile netto adjusted di 4,7 miliardi, il più alto dal 2012. Segno opposto per Stmicroelectron in una seduta di debolezza per tutto il settore tech europeo e americano.Sotto la lente anche il settore del lusso, nel giorno in cui Hermes ha pubblicato conti in crescita, ma considerato deludenti dagli esperti. Moncler tiene le posizioni. In calo Tenaris, nonostante i conti in forte crescita del 2021 pubblicati la vigilia e penalizzata dal calo del greggio. In rosso Cnh Industrialche ha peggiorato la performance in coincidenza con la pubblicazione dei conti della concorrente american Deere che peraltro ha alzato le stime per l'intero esercizio corrente. Debole anche Nexii dopo la modifica al Decreto Milleproroghe che fa quindi slittare al 2023 l'abbassamento a mille euro al tetto dei contanti.
Acquisti sul dollaro, il rublo perde altro terreno
Sul fronte dei cambi, la situazione di tensione ha portato progressivamente a uno spostamento degli acquisti sul dollaro, con il cambio tra euro e la valuta Usa in discesa verso quota 1,13, mentre ha perso altro terreno il rublo russo sull'ipotesi di sanzioni economiche per Mosca nel caso si aggravasse la situazione in Ucraina: il cambio tra dollaro e rublo è a 77,20, quello tra euro e rublo a 87,5. Petrolio in risalita sia a Londra sia a New York rispettivamente a 93,7 dollari al barile e a 90,7 dollari al barile.
Spread resta sopra 160 punti, rendimento BTp 10 anni a 1,85%
Andamento in leggero rialzo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco è indicato a quota 164 punti base, tre punti in più rispetto al riferimento della vigilia. Stabile il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato una prima posizione all'1,85%.
Ifo, con guerra shock prezzi energia e inflazione oltre 4,4%
Se la Russia invaderà l'Ucraina ci sarà uno shock sui prezzi di petrolio e gas in Germania. Lo prevede il presidente dell'Ifo Clemens Fuest secondo cui “anche se la fornitura di gas non fosse limitata, ci sarebbe comunque uno shock sui prezzi, almeno temporaneamente. Ciò inciderebbe in egual misura sulle famiglie e sull'industria in Germania. Attualmente, prevediamo un tasso di inflazione del 4 per cento per il 2022. Se scoppiasse una guerra, potrebbe essere ancora più alto”. Nell'analisi dell'Ifo si segnala anche come sia improbabile una interruzione della fornitura di gas dalla Russia all'Europa, poiché in futuro vuole ancora vendere gas all'Europa.
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