ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùla giornata dei mercati

Borse, Wall Street chiude positiva dopo l’esito del voto su Brexit. Piazza Affari piatta, Juve superstar

di Chiara Di Cristofaro e Stefania Arcudi

(AFP)

6' di lettura

Borse europee con il fiato sospeso (Parigi +0,49%, Francoforte +0,33%, Madrid +0,34% e Londra +0,7% circa) martedì pomeriggio in attesa del voto cruciale alla Camera dei comuni britannica sulla Brexit.
Wall Street chiude in territorio positivo. Il Dow Jones sale dello 0,65% a 24.064,98 punti, il Nasdaq avanza dell'1,71% a 7.023,84 punti mentre lo S&P 500
mette a segno un progresso dell'1,07% a 2.610,27 punti.

Wall Street ha ignorato la trimestrale deludente di JPMorgan, ma ha premiato la mossa a sorpresa di Netflix che ha alzato il prezzo degli abbonamenti. Attorno alla parità Milano (-0,03% il FTSE MIB), frenata in particolare dal comparto bancario, che ha registrato ribassi anche superiori al 5% sulla scia delle richieste della Bce di svalutare integralmente gli Npl in media entro il 2026 (segui qui l'andamento dei listini).

Loading...
Andamento Piazza Affari FTSE Mib
Loading...

Acquisti sul comparto auto e sui tech, deboli le utility
Tornano gli acquisti sull'automotive, con il settore che segna la performance migliore in Europa. A Piazza Affari bene Ferrari (+1,99%), sostenuta da un report di Bernstein secondo cui la società è cara in Borsa, ma sotto il profilo dei risultati aziendali non delude mai. Per questo gli analisti hanno tolto il giudizio «underperform» sulla casa di Maranello riportandola a «marketperform» con target di prezzo a 95 euro. Veloce anche Fiat Chrysler Automobiles (+2,12%), mentre prosegue negli Stati Uniti il Salone dell'Auto di Detroit e dopo che Volkswagen e Ford hanno annunciato un'alleanza che porterà allo sviluppo congiunto di van commerciali e pickup di media grandezza per i mercati globali a partire dal 2022. Positiva anche Cnh Industrial (+1,84%), con i broker che vedono un rilancio delle operazioni di spin-off o aggregazione grazie alla nuova struttura organizzativa del gruppo e in attesa del piano industriale che dovrebbe arrivare nel corso del 2019.

Acquisti sui tecnologic, più lente le utility
Vanno bene anche i tecnologici mentre segnano il passo le utility. A Piazza Affari gli acquisti si concentrano su Stmicroelectronics, su Juventus Fc e sul comparto automotive. Restano indietro le utility a partire da Terna che ha aggiornato ancora il massimo storico e A2a. Fuori dal listino principale, la migliore è stata M&C (+14,13%), ma è andata bene anche Stefanel (+11,92%), nel giorno in cui l'assemblea dei soci ha preso atto della decisione del Tribunale di Treviso sul concordato, considerato da alcuni membri del Cda come un tentativo di rilancio e non come un primo passo verso il fallimento.

A Piazza Affari le banche sotto pressione su richieste Bce
E' durato meno di un'ora il tentativo di recupero dei titoli bancari a Piazza Affari. Le quotazioni degli istituti di credito hanno infatti invertito la rotta, confermando la debolezza della vigilia. Sul Ftse Mib le vendite colpiscono così Ubi Banca, Banca Pop Er, Banco Bpm e, in misura minore, le bigIntesa Sanpaolo eUnicredit. Sotto la parità anche Mps, ieri sprofondata del 10,19% dopo che, dalla comunicazione Bce sull'esito dello Srep, è emerso che l'Eurotower chiede all'istituto di aumentare le coperture sullo stock di crediti deteriorati da qui al 2026. Una raccomandazione, in linea con le previsioni dell'Addendum pubblicato dall'istituto centrale a fine 2017, che, come sottolinea il Sole 24 Ore, sarebbe arrivata a tutte le banche vigilate, con l'obiettivo di svalutare integralmente gli npl in media proprio entro il 20 26. Tecnicamente, pur essendo quella della Bce non un'imposizione ma un'aspettativa, a ogni istituto sarà attribuita una specifica deadline temporale, definita dalla Vigilanza europea valutando la situazione esistente, per arrivare all'integrale svalutazione dello stock di npl. Una prospettiva che, con ogni probabilità, spingerà molte banche ad accelerare il processo di vendita dei crediti deteriorati pur con il rischio di vedersi riconoscere prezzi inferiori da parte dei compratori, che finirebbero inevitabilmente favoriti.

Per Intesa Sanpaolo e Ubi nessun impatto significativi su 2018 e piano
Sia Intesa Sanpaolo sia Ubi Banca comunque hanno precisato di non prevedere impatti significativi sui risultati dell'esercizio 2018 e sugli obiettivi finanziari dei rispettivi piani industriali in corso di esecuzione derivanti dalla revisione delle richieste della Banca centrale europea sulla copertura dei crediti deteriorati già in portafoglio. In una nota Intesa Sanpaolo ha precisato quindi di non ravvisare effetti su quanto previsto dal piano di impresa 2018-21, mentre Ubi, che non si aspetta impatti diversi da quanto previsto sugli obiettivi dell'esercizio appena chiuso e del piano 2019-20, ha ricordato che «le raccomandazioni sono formulate (da Bce, ndr) tenendo conto della specificità di ciascuna banca».

In Europa bene utilities, farmaceutici e tecnologici
A trainare le Borse europee, che hanno chiuso tutte in rialzo, seppure non molto marcato, sono stati in particolare utilities (+0,74% l'indice Euro Stoxx 600 di settore, con Terna che a Piazza Affari ha aggiornato nuovamente al rialzo il massimo storico ed Engie che ha guadagnato l'1,83% a Parigi), tecnologici (+1% l'indice di settore, trainato dal buon andamento del Nasdaq a Wall Street) e farmaceutici (+1,04%). Per quanto riguarda i titoli, da segnalare il rialzo di Volkswagen (+0,65% a Francoforte), che svilupperà con l'americana Ford van commerciali e pickup di media grandezza per i mercati globali a partire dal 2022. L'alleanza porterà a efficienze di scala significative e permetterà a entrambe le aziende di condividere gli investimenti nell'architettura dei veicoli che offrono capacità e tecnologie distinte. A Parigi male Valeo (-3,44%), mentre hanno brillato Cap Gemini (+3,76%) e Airbus (+2,67%). A Londra in buono spolvero 3i Group (+2,55%), mentre Capita ha ceduto il 5,43%.

Jp Morgan delude: IV trimestre sotto le attese e titolo giù in pre-mercato
Jp Morgan Chase ha chiuso il quarto trimestre 2018 con un utile netto di 7,07 miliardi di dollari, in aumento del 67% rispetto allo stesso periodo del 2017. L'utile per azione è stato di 1,98 dollari, inferiore ai 2,21 dollari previsti dal
consensus di mercato. I ricavi sono saliti del 4% a 26,8 miliardi. In pre-mercato a Wall Street, mentre i futures sugli indici sono sostanzialmente piatti (salgono però quelli sul Nasdaq, le azioni della banca statunitense perdono il 2% circa.

Germania, nel 2018 crescita Pil calata a +1,5%
Il Pil della Germania è cresciuto nel 2018 in media dell'1,5%. E' la stima diffusa dall'istituto federale di statistica Destatis: un dato in linea con le attese degli analisti e che segna un rallentamento rispetto al +2,2% del 2016 e del 2017. «L'economia tedesca - annota Destatis - è cresciuta per il nono anno consecutivo, sebbene la crescita abbia perso impulso». In ogni caso, «una visione di più lungo termine mostra che la crescita del 2018 è superiore alla media degli ultimi 10 anni (+1,2%)». Il rallentamento della crescita, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, è un elemento comune anche all’Europa dove i dati macro sotto alle attese (ieri è stato il turno della produzione industriale), hanno spinto il Surprise index di Citigroup al minimo da un semestre.

Spread chiude in rialzo a 267 punti
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario dei titoli di stato. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco ha infatti segnato l'ultima posizione a 267 punti base, in allargamento di 5 punti base rispetto ai 262 punti base della chiusura di ieri. In rialzo anche il rendimento del BTp decennale benchmark che al termine degli scambi è indicato al 2,87%, dal 2,85% del finale della vigilia.

Andamento dello spread Btp / Bund
Loading...

In Usa prezzi produzione sotto stime, crolla indice manifatturiero
I prezzi alla produzione a dicembre negli Stati Uniti sono scesi, deludendo gli analisti. Come reso noto dal dipartimento del Lavoro americano, i prezzi alla produzione sono calati dello 0,2% sul mese precedente, mentre le previsioni erano per un ribasso dello 0,1%. Rispetto al dicembre 2017, il dato è rimasto in aumento del 2,5%. Cattive notizie anche dal settore manifatturiero. L'indice Empire State, che misura l'andamento dell'attività nell'area di New York ed è redatto dalla Federal Reserve, a gennaio è sceso da 11,5 a 3,9 punti ed è decisamente peggiore delle previsioni, visto che gli analisti attendevano un rialzo a 12 punti.

Occhi puntati sulla sterlina. Petrolio in salita
Sul mercato valutario l'euro è in calo a 1,142 dollari (da 1,1473 ieri sera). La moneta unica vale inoltre 123,98 yen (da 124,21), mentre il dollaro-yen è pari a 108,49 (da 108,27). Torna a salire il petrolio: ha accelerato dopo che il ministro saudita all'Energia si è detto «molto ottimista» sul recupero dei prezzi (+2,3% il Wti a marzo e +1,73% il Brent) e fa da traino ai titoli del comparto. Occhi puntati sulla sterlina in vista del voto del Parlamento odierno. La valuta britannica, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, si è apprezzata ieri sia contro dollaro sia contro euro sulle attese degli operatori su di un possibile rinvio della data finale di uscita del Regno Unito. Il clima di maggiore ottimismo questa notte ha portato a un deprezzamento dello yen ed un proseguimento della fase di apprezzamento dello yuan dopo l’annuncio di nuove misure di stimolo.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti