Brasile, 1.500 arresti per l’assalto al Parlamento. Bolsonaro in ospedale
Il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha destituito per 90 giorni il governatore di Brasilia, Ianeis Rocha, per essere stato presumibilmente a conoscenza dell’assalto. Alcuni senatori democratici Usa hanno chiesto che Bolsonaro, attualmente in Florida, sia estradato in Brasile
I punti chiave
- Senatori al Congresso all’alba: Lula convoca riunione
- Lula: «I golpisti saranno puniti»
- Media: la polizia federale arresta 1.200 bolsonaristi
- Bolsonaro respinge ogni accusa
- Destituito il governatore di Brasilia: «Sapeva»
- Manifestazioni vietate fino al 31 gennaio
- La condanna di Biden, Trudeau e Obrador
- Deputati Dem Usa chiedono che Bolsonaro sia estradato
- La guerriglia davanti al parlamento
6' di lettura
Brasilia come Capitol Hill. Anche se le autorità hanno ripreso il controllo del Parlamento, del palazzo presidenziale e della Corte Suprema, presi d’assalto domenica 8 gennaio da migliaia di manifestanti pro Bolsonaro, ormai ex presidente, la situazione resta tesa.
Lo stesso Bolsonaro - che attualmente è ricoverato per forti dolori addominali in un ospedale in Florida, dove era andato pochi giorni prima del termine del suo mandato - ha condannato gli attacchi ai palazzi del potere da parte di suoi sostenitori a Brasilia, parlando di azioni «illegali», dopo che in migliaia hanno occupato e devastato edifici governativi nella capitale brasiliana, in scene che hanno ricordato l’assalto a Capitol Hill; mentre il ministro della Giustizia parla di «atto di golpismo».
Il presidente in carica Lula ha visitato i luoghi dell’assalto parlando di «vandali fascisti», incassando la solidarità del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
I manifestanti oltre ad aver rotto finestre, ribaltato mobili, distrutto opere d’arte, hanno rubato la Costituzione originale del 1988. Armi sono state prelevate da un ufficio di sicurezza del presidente.
L’Ospedale di Brasilia riferisce che sono almeno 46 i feriti, di cui sei gravi. Due sono stati sottoposti a intervenuti d’urgenza.
Senatori al Congresso all’alba: Lula convoca riunione
Il vicepresidente del Senato del Brasile Veneziano Vital e il capo del governo al Congresso Randolfe Rodrigues sono arrivati al palazzo del Congresso nazionale all’alba di lunedì, dopo l’assalto dei sostenitori di Jair Bolsonaro: secondo la Cnn, stanno aspettando l’arrivo del decreto di intervento federale nel Distretto Federale da parte del presidente Luiz Inácio Lula da Silva in modo da poter convocare una riunione di emergenza.
Lula: «I golpisti saranno puniti»
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è stato al Palazzo Presidenziale Planalto e alla Corte Suprema di Brasilia dopo che i sostenitori del suo rivale Jair Bolsonaro hanno preso d’assalto gli edifici governativi. «I golpisti che hanno promosso la distruzione della proprietà pubblica a Brasilia sono stati identificati e saranno puniti», ha scritto Lula su Facebook. «Domani (lunedì, ndr) si riprende a lavorare a Palazzo Planalto. Sempre Democrazia. Buonanotte».
In precedenza, Lula ha descritto gli eventi nella capitale come «barbari» e ha affermato che «la mancanza di sicurezza» ha permesso ai sostenitori «fascisti» di Bolsonaro di superare le barriere istituite dalle forze armate al di fuori dei tre edifici del governo. «Queste persone sono tutto ciò che è abominevole in politica», ha detto in una conferenza stampa.
La telefonata Biden-Lula
Il 9 gennaio Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden, e i due hanno discusso dell’assalto ’golpista’ avvenuto a Brasilia. Lo riferisce la tv brasiliana GloboNews. Lula aveva detto poco prima di aver parlato con l’ex presidente Usa Bill Clinton, con il premier del Portogallo António Costa e con presidente cubano Miguel Diáz-Canel.
Media: la polizia federale arresta 1.200 bolsonaristi
Il ministro della Giustizia brasiliano, Flavio Dino, ha reso noto che finora sono «circa 1.500» le persone arrestate nell’ambito dell’assalto ai palazzi del potere avvenute ieri a Brasilia. Secondo il ministro, ci sono 50 squadre al lavoro per raccogliere testimonianze e dare seguito agli arresti. Il ministero della Giustizia ha aperto un canale per l’invio di denunce via mail da parte di chiunque voglia segnalare eventuali ipotesi di reato. Sono già pervenute più di 13.000 segnalazioni
In queste ore è stato chiesto l’arresto anche per l’ex responsabile della sicurezza di Bolsonaro, ora responsabile del distretto della capitale: è però negli Stati Uniti, vicino all’ex presidente.
Bolsonaro respinge ogni accusa
E proprio Bolsonaro, ore dopo l’assalto, parla via social respinge le accuse di aver orchestrato o alimentato le violenze: «Io rispetto la democrazia e condanno quello che è successo».
«Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. Invece, i saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come avvenuti oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali», ha poi scritto su Twitter l’ex presidente brasiliano, sempre negando la propria responsabilità per l’assalto alle istituzioni a Brasilia da parte dei suoi sostenitori.
Destituito il governatore di Brasilia: «Sapeva»
Intanto si apprende che il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha destituito per 90 giorni il governatore di Brasilia, Ianeis Rocha, per essere stato presumibilmente a conoscenza dell’assalto alle istituzioni da parte di sostenitori di Bolsonaro.
Moraes ha preso questa decisione a seguito della richiesta di un senatore, Randolfe Rodrigues, e dell’ufficio del procuratore generale, considerando che i manifestanti avevano l’approvazione del governo di Brasilia per compiere l’assalto. «La violenta escalation di atti criminali ha portato all’invasione dei palazzi del Palazzo Planalto, del Congresso Nazionale e della Corte di Cassazione Federale, con depredazione di beni di demanio pubblico, come ampiamente riportato dalla stampa nazionale», ha dichiarato il magistrato, aggiungendo che «queste circostanze potrebbero verificarsi solo con il consenso, e anche l’effettiva partecipazione delle autorità competenti in materia di pubblica sicurezza e intelligence, poiché l’organizzazione delle presunte manifestazioni era un fatto notorio, che è stato diffuso dai media brasiliani».
Allo stesso modo, ha indicato che le prove a carico del governatore sono che i criminali sono stati scortati dalle forze di sicurezza sulla scena del crimine, che la polizia non ha fatto resistenza nonostante la gravità della situazione e che parte del personale è stato dispiegato non ha rispettato le regole.
Manifestazioni vietate fino al 31 gennaio
Il giudice della Corte suprema del Brasile Alexandre de Moraes ha decretato il divieto di manifestazioni fino al 31 gennaio, l’arresto in flagrante degli estremisti accampati davanti alle caserme, e ha convocato sindaci, governatori e generali. Le misure sono contenute nel documento di 18 pagine con il quale è stata stabilita la rimozione cautelare del governatore del Distretto di Brasilia Ibaneis Rocha.
La condanna di Biden, Trudeau e Obrador
«Canada, Messico e Usa condannano gli attacchi dell’8 gennaio alla democrazia del Brasile e al pacifico trasferimento dei poteri. Stiamo con il Brasile mentre salvaguarda le sue istituzioni democratiche»: lo affermano in una nota congiunta Joe Biden, Justin Trudeau e Andres Manuel Lopez Obrador, a margine del loro vertice a Città del Messico. «I nostri governi sostengono la libera volontà del popolo brasiliano», proseguono, dicendosi «impazienti di lavorare con il presidente Lula per ottenere risultati per i nostri Paesi, per l’emisfero occidentale ed oltre». Inoltre, Joe Biden intende parlare con il presidente brasiliano: lo ha riferito il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan.
Deputati Dem Usa chiedono che Bolsonaro sia estradato
Intanto, nella mattinata del 9 gennaio, ora locale, sono arrivate le prime richieste in Usa per estradare Jair Bolsonaro in Brasile. Joaquin Castro, membro della commissione affari esteri della Camera, ha detto alla Cnn che Bolsonaro ha usato «il copione di Trump per ispirare i terroristi domestici per tentare di prendere il governo». «Ora Bolsonaro è in Florida...dovrebbe essere estradato in Brasile... Gli Usa non devono dare rifugio a quest’uomo autoritario che ha ispirato il terrorismo domestico in Brasile». Sulla stessa lunghezza d’onda la giovane star progressista Alexandria Ocasio-Cortez.
La guerriglia davanti al parlamento
Per cercare di respingere centinaia di sostenitori dell'ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro che si erano riversati fuori dal Congresso di Brasilia, una settimana dopo l'insediamento del presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, la polizia brasiliana ha usato dei candelotti di gas lacrimogeni . L'area intorno al congresso era stata transennata dalle autorità, ma i bolsonaristi che si rifiutano di accettare l'elezione di Lula hanno fatto irruzione nella sede del Parlamento e nell'edificio del Planalto, sede dell'Esecutivo e, secondo quanto riporta il canale 'Cnn Brasile', anche nell'edificio del Tribunale supremo elettorale (Tse).
Il presidente in carica, Luiz Inacio Lula da Silva, non si trovava in quel momento a Brasilia ma nello stato di San Paolo in visita ad alcune aree alluvionate. Mentre l'ex presidente Jair Bolsonaro, che non ha mai fatto le congratulazioni a Lula per la sua elezione, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell'aereo presidenziale dell'Aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti.
Le forze di polizia, in assetto antisommossa, hanno fatto irruzione dentro il Parlamento occupato. Centinaia di poliziotti che avanzavano a testuggine fuori dal Palazzo per cercare di sgomberare. Immagini da girone dantesco, con migliaia di supporter bolsonaristi in assedio nella piazza del Planalto, mentre funzionari del governo attendevano le forze aeree per lasciare la zona.
Non sono mancati episodi di devastazione all'interno del congresso e alcuni dei manifestanti hanno occupato l'aula dell'assemblea, salendo sugli scranni e sul banco della presidenza.
loading...