Brasile, viaggio di Lula in Cina: verso la firma di 20 accordi bilaterali
Tour del presidente carioca nella Repubblica popolare: tentativo di ricucire dopo gli strappi di Bolsonaro. Al vaglio le posizioni sulla guerra in Ucraina
I punti chiave
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Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, è partito per la Cina, dove in giornata sarà in visita di Stato, per rafforzare i legami con il principale partner commerciale e ottenere sostegno per la sua spinta alla pace in Ucraina. Lula vuole che Brasile, Cina e altri Paesi aiutino a mediare nella guerra nell’ambito del ritorno del suo Paese sulla scena mondiale, ma le sue proposte per porre fine al conflitto hanno irritato l’Ucraina e alcuni occidentali. Meno controverso è l’interesse reciproco di Brasile e Cina per il commercio, dopo un periodo difficile sotto il predecessore di Lula, Jair Bolsonaro.
In arrivo 20 accordi bilaterali
Secondo il governo brasiliano, durante i due giorni di permanenza di Lula, Cina e Brasile dovrebbero firmare almeno 20 accordi bilaterali. Lula ha in programma di visitare Shanghai e Pechino e di incontrare venerdì il suo omologo cinese, Xi Jinping. I due leader dovrebbero discutere di commercio, investimenti, reindustrializzazione, transizione energetica, cambiamenti climatici e accordi di pace, ha fatto sapere il governo brasiliano.
Strappi di Bolsonaro da ricucire
La Cina è il principale mercato di esportazione del Brasile e ogni anno acquista decine di miliardi di dollari di soia, carne bovina, minerale di ferro, pollame, pasta di legno, canna da zucchero, cotone e petrolio greggio. Secondo i media statali cinesi, il Brasile è il maggior beneficiario degli investimenti cinesi in America Latina. L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro e i membri della sua famiglia hanno talvolta causato attriti con le autorità cinesi durante il suo mandato 2019-2022. Nel 2020, quando il figlio di Bolsonaro, Eduardo, diede la colpa della pandemia di Covid-19 al Partito Comunista Cinese, l’ambasciatore cinese in Brasile definì le sue parole «un insulto malvagio contro la Cina e il popolo cinese». Successivamente, sempre nel 2020, Eduardo si riferì al gigante cinese della tecnologia Huawei parlando di «spionaggio cinese», suscitando un brusco rimprovero da parte dell’ambasciata cinese.
Investimenti benvenuti (ma non per comprare le aziende)
L’anno scorso la Cina non ha avuto un ambasciatore a Brasilia per otto mesi. La spaccatura ha alimentato le critiche in Brasile, anche tra i settori che hanno sostenuto Bolsonaro, come l’agroalimentare. «Voglio che i cinesi capiscano che i loro investimenti qui saranno meravigliosamente benvenuti, ma non per comprare le nostre aziende. Per costruire cose nuove, di cui abbiamo bisogno», ha detto Lula ai giornalisti a Brasilia il 6 aprile. Le aziende cinesi sono coinvolte in progetti di opere pubbliche in Brasile, tra cui una linea della metropolitana a San Paolo, la capitale economica del Paese. Uno degli accordi che Lula firmerà in Cina sarà per la costruzione del sesto satellite costruito nell’ambito di un programma binazionale, un satellite che monitorerà biomi come la foresta amazzonica. La Cina sta incoraggiando le sue aziende a trovare nuovi mercati e partner stranieri per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.
Il Brasile prova a riprendersi un ruolo internazionale
La visita di Lula in Cina, inizialmente prevista per marzo ma annullata dopo una malattia, è anche un tentativo del leader di sinistra di riaffermare il ruolo del Brasile sulla scena globale dopo il mandato di Bolsonaro, che ammirava i nazionalisti di destra e ha mostrato scarso interesse per gli affari internazionali e i viaggi all’estero. A gennaio Lula si è recato in visita in Argentina e Uruguay e negli Stati Uniti a febbraio, a dimostrazione dell’importanza che attribuisce agli affari internazionali. Durante la sua prima presidenza girò il mondo, soprattutto nel suo secondo mandato, quando ha visitato decine di Paesi, e ha già visitato la Cina due volte.
II futuro dei Brics
La Cina e il Brasile sono membri del gruppo dei Paesi in via di sviluppo Brics e hanno spinto per un cambiamento in quello che dicono essere un sistema di gestione degli affari politici globali dominato dagli Stati Uniti. Anche la Russia è un membro dei Brics e un elemento chiave della campagna di Lula all’estero è la proposta che il Brasile e altri Paesi in via di sviluppo, tra cui la Cina, facciano da mediatori per la pace. Lula ha irritato l’Ucraina e alcuni occidentali con la sua posizione sulla guerra, suggerendo di recente, durante un incontro con i giornalisti a Brasilia la scorsa settimana, che l’Ucraina ceda la Crimea come mezzo arrivare alla pace. Xi si è incontrato con Putin il mese scorso, inviando un messaggio ai leader statunitensi ed europei che la loro condanna dell’invasione russa non è unanime.
Le posizioni sulla guerra in Ucraina
All’inizio del mese un consigliere di Lula, l’ex ministro degli Esteri Celso Amorim, ha compiuto un viaggio a Mosca in cui ha incontrato il presidente Vladimir Putin. Amorim «è andato ad ascoltare e a dire che è arrivato il momento di parlare», ha dichiarato il ministro degli Esteri brasiliano Mauro Vieira ai giornalisti nella capitale Brasilia il 5 aprile. C’è almeno un terreno comune. Vieira ha notato che la proposta di pace cinese presentata a febbraio contiene aspetti in comune con quella di Lula, come la cessazione delle ostilità e l’avvio di negoziati. «Sono del tutto plausibili e possono essere uno stimolo per i colloqui», ha detto.
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