Brembo, Bombassei cede il comando. La presidenza a Matteo Tiraboschi
Il fondatore lascia la guida e diventa presidente emerito: al suo posto Matteo Tiraboschi, fino a oggi vicepresidente esecutivo - Il fondatore: «Lascio con serenità, al mio successore affido il compito di continuare a innovare»
di Matteo Meneghello
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Passaggio di consegne storico al vertice del gruppo Brembo. Il fondatore e presidente, Alberto Bombassei, si prepara a lasciare la guida dell’azienda a Matteo Tiraboschi, attuale vicepresidente esecutivo, che assumerà la presidenza. Bombassei sarà presidente emerito.
Il board di Brembo ha deliberato di convocare per il 17 dicembre l’assemblea per deliberare, in seduta straordinaria, una modifica dello statuto introducendo il ruolo del presidente emerito e prevedendo la possibilità, per il Consiglio di amministrazione, di costituire un Comitato di indirizzo strategico «dotato di funzioni propositive e consultive - si legge in una nota - e chiamato ad esprimersi sulle linee strategiche e sulle azioni finalizzate allo sviluppo del gruppo Brembo». In caso di approvazione della proposta di modifica dello statuto sociale, l’assemblea, in seduta ordinaria, sarà chiamata a nominare il nuovo presidente del Consiglio di amministrazione, «a seguito della decisione di Alberto Bombassei - spiega la società - di rinunciare a tale carica e al ruolo di consigliere
di amministrazione, con effetto dalla data della seduta assembleare». A questo proposito, il cda formulerà all’assemblea la nominare alla carica di presidente dell’attuale vice
presidente esecutivo. Alberto Bombassei, come detto, sarà proposto come presidente emerito.
«È da tempo - spiega lo stesso Bombassei - che ho espresso l'intenzione di rinunciare alle mie deleghe operative. Ora, coerentemente con questa volontà, ho scelto di lasciare la carica di presidente. È un passo che compio con grande serenità. Sono certo, infatti, di garantire a Brembo una guida sicura e soprattutto capace di affrontare con successo le nuove sfide che il settore della mobilità pone in questa fase di radicale trasformazione. Matteo - che mi ha affiancato negli ultimi 20 anni alla guida della società - ha già dimostrato di saper affrontare sfide complesse e grandi responsabilità. Sono certo che saprà guidare Brembo non solo garantendo continuità alla nostra storia di successo, ma anche confermandoci nel ruolo di grandi innovatori che oggi tutti ci riconoscono. Rivolgo quindi al futuro nuovo presidente Matteo Tiraboschi e al ceo Daniele Schillaci il mio forte augurio di buon lavoro».
Da parte sua Tiraboschi ha espresso « la più profonda gratitudine ad Alberto Bombassei,
che alla guida di Brembo ha reso il gruppo un’autentica eccellenza italiana. Da sempre - ha spiegato - il suo lavoro e il suo impegno rappresentano l'esempio da cui tutti noi traiamo ispirazione. Sono grato per la proposta del mio nome per un incarico così impegnativo e prestigioso. Sento forte il senso di responsabilità e delle sfide che ci attendono nel presente e nel futuro. Intendo interpretarle ed affrontarle, in continuità con la migliore tradizione di questa azienda che ha rivoluzionato in 60 anni il proprio settore, diventandone un punto di riferimento a livello globale»
Il cambio al vertice arriva a valle di un percorso di trasformazione del gruppo, già avviato dal fondatore. L’anno scorso Brembo ha annunciato l’avvio di un percorso per diventare da semplice fornitore di sistemi a frenanti a «solution provider», un allargamento dello spettro d’azione orientato a intercettare il cambiamento in atto nel mercato dell’auto e sancito dalla rimozione dalla denominazione ufficiale del termine «freni» e dal cambiamento dell’oggetto sociale.
In linea con le intenzioni, Brembo l’anno scorso ha fornito altri segnali che confermano il nuovo orientamento. Alcune acquisizioni, come quella della danese Snbs friction, sono andate nella direzione di un mercato green e sostenibile, altre iniziative, come quella legata al varo di un nuovo laboratorio sperimentale nella Silicon Valley, confermano l’intenzione di rafforzare i contatti, già avviati, con i nuovi protagonisti e con i nuovi trend del mercato, come l’elettrificazione e la guida autonoma.
Nelle scorse settimane, infine, il gruppo ha annunciato ufficialmente il varo di una nuova generazione di prodotti, che integrano l’attuale portafoglio Brembo con tecnologie digitali e intelligenza artificiale per creare una piattaforma avaanzata, che include software, algoritmi predittivi e gestione dei dati per controllare il sistema frenante in modo digitale. I primi ricavi a bilancio sono fissati al 2024, anche se i nomi dei primi clienti restano ancora top secret.
Nel frattempo, il player deve fare i conti con la difficile situazione congiunturale e con la crisi da shortage di microchip che sta contagiando anche i segmenti premium (principale mercato di sbocco dei prodotti Brembo), fino a oggi non colpitii dalle difficoltà lungo la catena di approvvigionamento, in quanto privilegiati nelle scelte dei produttori. Nell’ultima trimestrale il gruppo di Stezzano ha evidenziato ricavi netti consolidati per 2.041,8 milioni, in crescita del 30,9% (+32,6% a cambi costanti) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se paragonati con i primi nove mesi del 2019, che rappresentano un confronto più omogeneo rispetto agli effetti della pandemia da Covid-19, i ricavi 2021 evidenziano una crescita del 3,6%. A livello geografico, le vendite sono cresciute in Italia del 39,4%, in Germania del 29,9%, in Francia del 18,7% e nel Regno Unito del 31,6% (+30,9% a cambi costanti). L’India è cresciuta del 43,9% (+51,7% a cambi costanti), la Cina del 32,5% (+30,9% a cambi costanti) e il Giappone del 27,5% (+27,2% a cambi costanti). Il mercato nordamericano (Stati Uniti, Messico e Canada) è in crescita del 27,1% (+34,0% a cambi costanti), mentre quello sudamericano (Brasile e Argentina) cresce del 32,4% (+46,6% a cambi costanti). I ricavi netti consolidati del terzo trimestre ammontano a 681 milioni, in crescita dell’11,9% e del 5,2% rispetto al terzo trimestre 2019.
Rallenta, invece, la marginalità a causa del maggiore peso dei costi (legato all’aumento delle materie prime) e a una meno fluida gestione della produzione, penalizzata dagli stop&go e dalla maggiore volatilità lungo la catena della clientela. Nel terzo trimestre Il margine Ebitda è stato di 111,4 milioni, pari al 16,4% dei ricavi, in contrazione del 10% rispetto allo stesso trimestre del 2020. Rivista la guidance: il Gruppo si attende per la fine del 2021 ricavi in crescita tra il 20% e il 25% rispetto all’anno precedente, in linea con le previsioni fornite in precedenza, ma il margine Ebitda è atteso tra il 18% e il 19%. , circa il 5% in meno rispetto alle previsioni precedenti.
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