Brembo, fatturato in crescita nei 9 mesi. Gli scioperi Usa impattano sui margini
Tiraboschi: «Alla luce delle continue tensioni geopolitiche internazionali preferiamo adottare un atteggiamento prudente e per questa ragione abbiamo comunicato una revisione della guidance sui ricavi»
I punti chiave
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Il deterioramento macroeconomico inizia a pesare sui conti di Brembo, che nel terzo trimestre vede il margine operativo lordo flettere dell’11,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per un monte ricavi che registra a sua volta una prima frenata (-1,3%). Il confronto con il terzo trimestre 2022, particolarmente robusto sul fronte dei conti, era sfidante, ma all’orizzonte ci sono ulteriori preoccupazioni, legate anche (ma non solo) all’impatto dello sciopero promosso dal sindacato Uaw sul mercato auto Usa, che ha coinvolto nelle ultime settimane 50mila dipendenti delle fabbriche diStellantis , GM e Ford.
L’azienda resta fiduciosa sulla conclusione dell’anno, ma comunica una revisione al ribasso della guidance, con ricavi ora attesi in crescita mid-high single digit (precedentemente la previsione era per una crescita del 10%) e margini percentuali in linea con quelli dell’anno precedente.
L’impatto valutario e del piano di crescita
«Con una crescita del 7% nei primi nove mesi, stiamo consolidando i già significativi risultati dell’anno scorso - spiega Matteo Tiraboschi, presidente esecutivo di Brembo -. A parità di cambi la crescita è quasi del 9%: l’effetto valutario ha avuto un impatto non solo sul fatturato, ma anche su profittabilità e utile. Nel trimestre abbiamo dovuto inoltre iniziare a sostenere il piano di ampliamento produttivo lanciato negli ultimi mesi. Va infine sottolineata la capacità di generazione di cassa, che ci ha permesso nei 9 mesi di sostenere gli investimenti di oltre 250 milioni e di ridurre l’indebitamento».
I numeri
Sulla distanza dei nove mesi la società conferma la crescita, con quasi 3 miliardi di euro di fatturato (2,919 miliardi) alla data del 30 settembre, il 7% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Ebitda dei primi nove mesi sale a 500,2 milioni (17,1% dei ricavi) e si confronta con i 482,3 milioni (17,7% dei ricavi) dello stesso periodo del 2022 (nel terzo trimestre, invece, l’incidenza sul fatturato è scesa al 16,1 per cento).
L’esercizio si chiude con un utile netto di 231,1 milioni, in leggero calo (-1,6%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «Guardando avanti, alla luce delle continue tensioni geopolitiche internazionali, con una Cina ancora in rallentamento, preferiamo adottare un atteggiamento prudente - prosegue Tiraboschi - e per questa ragione abbiamo comunicato una revisione della guidance sui ricavi. Il nostro attuale portafoglio ordini ci proietta su una crescita mid high single digit, mentre confermiamo margini percentuali in linea con l’anno precedente. Anche il mese e mezzo di sciopero in Usa, ora concluso, avrà un impatto nell’ultimo trimestre, seppure in misura limitata per Brembo».
Nessuna nuova indicazione, invece, sull’investimento della società in Pirelli (la suggestione legata a una fusione tra i due gruppi era ritornata a circolare nelle scorse settimane). Brembo detiene circa il 6% di Pirelli, e in patto con Camfin, controlla circa il 20% del capitale: «stiamo bene così come siamo» ha detto ieri Tiraboschi.
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