Brennero, appello di Confindustria contro ordinanza del Tribunale europeo
Le imprese continueranno l’azione legale a livello europeo ritenendo che sussistano i presupposti giuridici per consentire ai privati di agire
di Marco Morino
2' di lettura
È scontro giuridico al massimo livello quello che vede le imprese italiane contrapposte sia all’Austria sia alla Commissione europea sulle limitazioni unilaterali al transito stradale dei mezzi pesanti (Tir) imposte dal Tirolo lungo l’asse del Brennero, ufficialmente per motivazioni di tipo ambientale. L’asse stradale del Brennero costituisce il principale collegamento tra l’Italia e il Nord Europa: ostacolare la libera circolazione delle merci lungo tale asse significa danneggiare l’export italiano.
In un comunicato congiunto, le associazioni dell'autotrasporto merci Anita, Fai e Fedit, insieme a Confindustria e ad altre sue componenti associative, annunciano di aver presentato appello alla Corte di giustizia europea contro l’ordinanza di irricevibilità espressa dal Tribunale europeo in merito al ricorso depositato dalle associazioni contro i divieti di circolazione tirolesi lungo l'asse del Brennero.
Le associazioni, spiega la nota, «continueranno l’azione legale avviata a livello europeo ritenendo che sussistano i presupposti giuridici per consentire ai privati di agire. In questo modo, si porrebbe fine alla reiterata violazione da parte dell'Austria dei principi di libera circolazione delle merci e sarebbe garantita una concorrenza equa tra i confini dell'Unione. Le associazioni ritengono che l’operato della Commissione europea in questa vicenda sia stato inefficace e, al tempo stesso, carente. Occorre, quindi, fare immediata chiarezza».
La questione del ricorso dei privati, su cui decide il Tribunale europeo, va tenuta distinta da quella del ricorso di uno Stato membro, che invece è di competenza della Corte di giustizia della Ue. Va quindi chiarito che il pronunciamento è stato espresso dal Tribunale e non dalla Corte. Secondo le imprese italiane, la decisione del Tribunale si basa su criteri di giurisprudenza datati, che non tengono conto delle sentenze più aggiornate da parte della Corte, che invece avrebbero accolto analoghe richieste da parte dei privati. Senza contare che il Tribunale non si è espresso sulla legittimità delle limitazioni. Per questi motivi le associazioni presentano appello contro l’ordinanza del Tribunale che non limita l’azione dello Stato italiano di rivolgersi alla Corte di giustizia europea per chiedere l'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Austria.
loading...