Bresaola Valtellina Igp, produzione in calo dell’8,2% e fatturato al consumo stabile a 492 milioni
Sul 2022 hanno pesato il rincaro delle materie prime e l’effetto dell’inflazione sul potere di acquisto delle famiglie. Il neo presidente Moro: comunicheremo di più il nostro valore aggiunto
di Emiliano Sgambato
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Il 2022 non è stato un anno facile per la Bresaola della Valtellina Igp: il rincaro delle materie prime (innanzitutto della carne), l’effetto dell’inflazione sul potere di acquisto delle famiglie (che si stanno spostando su prodotti dai prezzi più accessibili), hanno inciso sulla filiera, con una riduzione della domanda e una contrazione dei margini delle aziende produttrici.
È il bilanco che emerge dai dati diffusi dal Consorzio di tutela, secondo cui nell’ultimo anno di sono prodotti 1 milione di chilogrammi in meno di Bresaola della Valtellina Igp. Nel 2022, infatti, la produzione complessiva delle 16 aziende certificate si è attestata a 12.300 tonnellate (-8,2% sul 2021).
Sul fronte del valore al consumo, il comparto si attesta sui 492 milioni di euro (+0,6% sul 2021, con un impatto sulla provincia di Sondrio di 246 milioni di euro, +2%). La tenuta sul fronte del fatturato alla produzione, dovuta anche agli aumenti dei prezzi, «ha permesso una tenuta sul fronte dell’occupazione – comunicano dal Consorzio – visto che il settore assicura circa 1.400 posti di lavoro e fa parte di un distretto importante per l’economia del territorio, il Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (sul cui valore totale alla produzione la Bresaola della Valtellina pesa circa per l’83%)».
Lato distribuzione, la Gdo si conferma il principale canale di vendita (80% della produzione totale). L’export rappresenta il 5% della produzione (in linea con il 2021), con un valore di 13,5 milioni di euro (-5,2%).
«A partire dalla seconda metà 2022 si è riscontrata una progressiva riduzione della domanda di bresaola e in particolare di quella certificata Igp che, già a posizionamento premium, ha registrato un calo deciso come conseguenza di uno spostamento del consumatore su salumi sostitutivi di minor fascia di prezzo. Sono cambiate abitudini di consumo e comportamenti d’acquisto – ha commentato il neopresidente del Consorzio Mario Francesco Moro (Bresaole Del Zoppo srl), che raccoglie il testimone di Franco Moro e rimarrà in carica per il prossimo triennio – in risposta alle sopravvenute esigenze di spesa di una larga fascia di consumatori, su cui questa emergenza ha impattato a livello economico e di reddito in modo significativo. Quest’anno lavoreremo soprattutto in comunicazione per fare presente che, a volte, spendere qualcosa di più per un prodotto di qualità può diventare un buon investimento in termini di praticità, di utilizzo e di salute. La bresaola resta infatti uno dei salumi più salutari, fonte di proteine nobili importanti per l’organismo, ma non solo (pratico, versatile, con zero scarti, ricco in vitamine e sali minerali)».
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