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Brescia e Bergamo in tour a Londra per sedurre con la cultura i turisti inglesi

Le capitali congiunte della Cultura del 2023 sono arrivate nella capitale britannica per promuovere l'evento, con un sontuoso cartellone

di Simone Filippetti

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2' di lettura

La Lombardia, quella che non è l'ormai inflazionata Milano, cerca pubblico e visitatori a Londra. Brescia e Bergamo, Capitali congiunte della Cultura del 2023, sono arrivate nella capitale britannica per promuovere l'evento, che sfoggia ha un cartellone sontuoso: dai dipinti di Cecco del Caravaggio all'opera lirica di Gaetano Donizetti fino alla pista pedonale-ciclabile tra i due capoluoghi. E' un'offerta invitante ad alta probabilità di successo.

Un’offerta che non si può rifiutare

Gli inglesi che abitano le case di lusso di Belgravia, i cui tetti si vedono sullo sfondo della sala che ospita l’evento, l'Istituto Italiano di Cultura guidato da Katia Pizzi, amano l'Italia delle città d'arte e della gastronomia, affollano il Chianti e l'Umbria, che è una Toscana alternativa, meno chic; mentre rifuggono dal mare italiano (preferendogli da sempre Grecia e Spagna). E dunque le due Capitali del 2023 sono perfette per il turista britannico. I due sindaci Giorgio Gori ed Emilio Del Bono, accomunati pure dalla militanza nel PD, lo sanno e su quello hanno puntato per questa trasferta fuori sede: evitano di parlare in inglese, come fanno molti altri loro colleghi in trasferta, con esiti imbarazzanti, ma si affidano all’italiano, che quando si parla di arte e cultura è lingua credibilissima, cosa che li aiuta a essere più freschi, spigliati e dare le necessarie sfumature. Nota rara per gli eventi istituzionali a Londra, dove domina l’autoreferenzialità, la prima fila del pubblico era fatta di giornalisti inglesi.

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Trasporti & Infrastrutture

Fossero in qualsiasi altra nazione del mondo, le due città lombarde sarebbero due “top destination” come usa dire bel gergo turistico. Ma l'Italia ha così tanto, forse fin troppo, che questi due gioielli di architettura, paesaggi e gastronomia passano quasi inosservate. E poi la Milano “metropoli europea”, quella dei nuovi grattacieli e dei ristoranti stellati, sta cannibalizzando il resto del Nord (citofonare Torino). Ecco che allora, i due primi cittadini provano a sedurre un pubblico sofisticato, giocando anche la carta dei trasporti: l'aeroporto di Orio al Serio, hub italiano di Ryanair, il terzo scalo italiano, ha voli diretti tra Bergamo e Londra. Già oggi, ricorda Gori, “Oltre la metà dei turisti della città sono stranieri” e arrivano tra i 13 milioni di passeggeri dell'aeroporto. Il problema di Orio, però, è che, una volta atterrati, non vanta il premio della sostenibilità: nessun collegamento via treno o “pulito”: bisogna prendere taxi o autobus e infilarsi o nel traffico della tangenziale o in quello della A4 Milano-Venezia. Qui viene in soccorso il Pnrr, la versione italiana del “Recovery Plan”: nel 2026 una navetta collegherà, in 10 minuti, aeroporto e stazione. Ma serve di più: Trenitalia, assieme a Intesa SanPaolo (via la bergamasca UBI), sono i principali sponsor dell'evento e Gori ne approfitta per lanciare l'unico messaggio all'Italia in una conferenza tutta internazionale: “Sarebbe auspicabile che le Ferrovie costruiscano il raddoppio della linea Bergamo-Brescia (ancora oggi a binario unico, Ndr)”.

Spot “divisivo”

Piccola curiosità “culturale”: il simpaticissimo e artisticamente notevole spot della Capitale della Cultura, accolto malissimo in Italia, per via degli stereotipi sulle mamme italiane, è stato un successo a Londra: coniuga pop e ironia, con immagine stupende delle due città.

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