Brexit, Europa avanti con la ratifica dell’accordo. Londra: il governo ha i numeri
I Ventisette hanno deciso di continuare per parte loro l'iter di ratifica, con un voto al Parlamento europeo nel corso della prossima settimana. Lo sguardo è comunque tutto rivolto a Londra, per capire se il premier Boris Johnson riuscirà a far approvare l'intesa nei prossimi giorni, così come promesso pubblicamente
di Beda Romano
3' di lettura
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – All'indomani della clamorosa scelta di Westminster di rinviare il voto di approvazione dell'accordo di recesso siglato giovedì scorso con il Regno Unito, i Ventisette hanno deciso di continuare per parte loro l'iter di ratifica, con un voto al Parlamento europeo nel corso della prossima settimana. Lo sguardo è comunque tutto rivolto a Londra, per capire se il premier Boris Johnson riuscirà a far approvare l'intesa nei prossimi giorni, così come promesso pubblicamente.
VIDEO / A Londra in piazza un milione di anti-Brexit
I rappresentanti permanenti dei Ventisette si sono riuniti domenica 20 ottobre per discutere della situazione dopo il dibattito alla Camera dei Comuni. Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, i diplomatici si sono trovati d'accordo per continuare il processo di ratifica europeo, come se niente fosse. «Il nostro obiettivo è di mostrare l'impeccabilità del nostro iter di approvazione, traducendo il testo nelle lingue ufficiali e facendo i relativi controlli giuridici», spiega un diplomatico.
Primo scenario: uscita il 31 ottobre
Resta comunque sempre possibile un rinvio di Brexit, attualmente previsto per il 31 ottobre. Tre sono gli scenari che i diplomatici europei hanno in mente in questo momento. Il primo è quello più positivo: il governo Johnson riesce a fare approvare leggi attuative e lo stesso accordo di recesso nei primissimi giorni della settimana entrante, a seguire il voto di approvazione del Parlamento europeo, possibilmente giovedì. Brexit potrebbe quindi aver luogo il 31 ottobre, come previsto.
Il secondo e terzo scenario: rinvio tecnico o politico
Gli altri scenari prevedono un rinvio della data di uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Il primo tecnico, per permettere al paese di completare l'iter di ratifica. Il secondo più politico, nel caso di una bocciatura dell'accordo di recesso a Westminster. È possibile, se non probabile, che un nuovo vertice europeo possa rivelarsi allora necessario. «Monitoriamo gli sviluppi a Londra prima di qualsiasi decisione su cosa fare su questo fronte», dice ancora un diplomatico.
Tre lettere da Londra a Bruxelles
Dopo il rinvio dell'approvazione del trattato di recesso da parte di Westminster, il governo Johnson ha mandato tre lettere al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. La prima per chiedere un rinvio di Brexit; la seconda per assicurare che una proroga non sarà necessaria perché l'accordo di divorzio sarà approvato per tempo. Una terza lettera, firmata dall'ambasciatore presso l'Unione Tim Barrow, precisa che la prima missiva è stata scritta solo per rispettare la legge britannica.
Londra ottimista
Parlando alla BBC, il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab si è detto «fiducioso» di un prossimo voto positivo di Westminster. A Sky News, Michael Gove, braccio destro di Boris Johnson, ha aggiunto: «Se riusciamo ad approvare le leggi attuative per tempo, un rinvio di Brexit non sarà necessario (…) Usciremo dall'Unione il 31 ottobre. Abbiamo i mezzi e la capacità di farlo (…) Sappiamo che l'Unione vuole che usciamo e abbiamo un accordo che ci permette di farlo».
L'articolo 50 dei Trattati prevede che l'uscita sia possibile prima della scadenza della proroga se nel frattempo l'accordo di recesso viene approvato da entrambe le parti. Interessante notare che dalla riunione dei diplomatici dei Ventisette è emersa totale convergenza tra il loro punto di vista e quello del premier Johnson. Entrambe le parti vogliono chiudere la partita, e girare pagina, a tre anni e mezzo dal referendum vinto in Gran Bretagna dai brexiteers.
Settimana cruciale
In buona sintesi, tra lunedì 21 e martedì 22 sarà più chiara la situazione a Londra. A quel punto, tra mercoledì 23 e giovedì 24 ottobre, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk potrà decidere se è necessario convocare un nuovo vertice europeo, possibilmente nel fine settimana. È possibile che nel contempo, se fosse chiaro lo stallo nel Regno Unito, lo stesso Parlamento europeo preferisca congelare il voto di approvazione del trattato di divorzio.
L'accordo di recesso, oggetto di trafila parlamentare sui due lati della Manica, è stato trovato dopo una corsa negoziale per modificare l'intesa che Bruxelles aveva negoziato con il governo May. Il premier Johnson ha voluto rivedere il backstop, ossia la soluzione che doveva permettere di evitare il ritorno di una frontiera fisica tra le due Irlande, pur di avere libertà commerciale una volta il Regno Unito sarà paese terzo. Il backstop è stato quindi rivisto, mantenendo nei fatti l'Irlanda del Nord nel mercato unico.
loading...