PATTO ELETTORALE

Brexit, regalo di Farage a Johnson: non correrà nei collegi Tories

Il leader del Brexit Party Nigel Farage ha deciso di non fare concorrenza al partito del premier, ritirando 317 candidati dalle circoscrizioni in cui alle ultime elezioni avevano vinto i Tories, concentrandosi piuttosto a sfidare i laburisti.

di Nicol Degli Innocenti

Il leader del Brexit Party Nigel Farage

3' di lettura

LONDRA - Un regalo inaspettato per Boris Johnson in vista delle elezioni del 12 dicembre. Le chance di vittoria del partito conservatore guidato dal premier britannico sono aumentate in seguito alla decisione annunciata oggi da Nigel Farage.

Il leader del Brexit Party ha deciso di non contestare i seggi vinti dai Tories alle ultime elezioni del 2017, ritirando ben 317 candidati. Il partito anti-Ue si concentrerà invece sulle circoscrizioni elettorali vinte dai laburisti in zone che avevano votato a favore di Brexit per carpire voti all'opposizione.

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La possibilità di un rinnovo del mandato a Johnson ha subito fatto salire la sterlina, che ha guadagnato l'1% sul dollaro e ha toccato i massimi da sei mesi sull'euro.

Si tratta di un'i nversione di marcia per Farage, che all'inizio della campagna elettorale aveva lanciato un ultimatum a Johnson: se il premier non avesse accettato un'alleanza con il suo partito per un'uscita dalla Ue in tempi rapidi e senza compromessi, il Brexit Party avrebbe presentato oltre 600 candidati in ogni circoscrizione elettorale per sottrarre ai Tories i voti degli euroscettici.

Johnson aveva respinto l'idea di un'alleanza con Farage, anche perché avrebbe significato abbandonare l'accordo di recesso che ha negoziato con la Ue e che il partito conservatore sta presentando come l'unico modo certo per attuare Brexit. Il premier ha però promesso di lasciare la Ue entro il 2020, impegnandosi a non prolungare il periodo di transizione oltre la fine del prossimo anno, indipendentemente dall'andamento dei negoziati per un accordo commerciale.

Johnson ha anche detto di voler negoziare un accordo commerciale simile a quello della Ue con il Canada. Il messaggio in codice a Farage è stato che il Governo non vuole stabilire stretti rapporti commerciali con la Ue dopo Brexit ma intende mantenere le distanze.

Questo ha rassicurato Farage, che oggi ha spiegato di avere preso atto delle promesse di Johnson e di avere deciso di fare una «mossa unilaterale» mettendo «l'interesse del Paese al di sopra dell'interesse di partito».
Il leader ha detto di non amare affatto il partito conservatore, ma di essersi reso conto che «se diamo una mezza possibilità a Boris possiamo bloccare i fanatici liberaldemocratici e impedire un secondo referendum». I LibDem intendono revocare l'articolo 50 e annullare Brexit o perlomeno avere un'altra consultazione popolare sulla Ue.

Se diamo una mezza possibilità a Boris possiamo impedire un secondo referendum

«Concentreremo tutti i nostri sforzi nei seggi del partito laburista, che ha completamente infranto tutte le loro promesse elettorali del 2017 che avrebbero rispettato il risultato del referendum, e sfideremo anche gli altri partiti pro-Ue - ha detto Farage -. Li affronteremo tutti».

Il cambiamento di strategia è arrivato dopo giorni di intense pressioni su Farage, accusato da molti conservatori e anche da alcuni sostenitori del suo partito di «far entrare Jeremy Corbyn a Downing Street dalla finestra». Il timore era che dividere i voti degli euroscettici tra Tories e Brexit Party fosse una strategia rischiosa che avrebbe potuto portare involontariamente a una vittoria del Labour Party.

Ora invece i laburisti rischiano di essere sconfitti in diverse circoscrizioni tradizionalmente “rosse”, ma che avevano votato a favore di uscire dalla Ue. Molti elettori frustrati dai rinvii e dalla posizione ondivaga di Corbyn potrebbero votare per il Brexit Party.

Farage, che ha anche deciso di non candidarsi, si presenta quindi come il “patriota” senza ambizioni personali ma disposto a tutto per realizzare il suo sogno di portare la Gran Bretagna fuori dalla Ue. Una volta contati i voti, se i Tories non avranno la maggioranza assoluta, il leader del Brexit Party potrebbe anche trovarsi a essere l'ago della bilancia.

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