Brexit, Johnson: «Ci siamo ripresi il controllo delle nostre leggi e del nostro destino»
Per il premier inglese «è il più grande accordo di libero scambio mai realizzato». «Le merci saranno vendute senza tariffe e quote, le nostre imprese potranno esportare di più»
di Nicol Degli Innocenti
3' di lettura
Londra - L'accordo è fatto e abbiamo vinto: braccia alzate al cielo in trionfo, questo è il messaggio che Boris Johnson ha inviato agli inglesi oggi. In un discorso in diretta alla nazione, in piedi davanti a due enormi bandiere britanniche, il premier ha sottolineato il successo ottenuto e le concessioni fatte da Bruxelles.
“Abbiamo concluso il più grande accordo di libero scambio mai realizzato, che vale 660 miliardi di sterline all'anno -, ha detto -. L'intesa tutelerà i posti di lavoro in Gran Bretagna, le nostre merci saranno vendute senza tariffe e quote, le nostre imprese potranno esportare di più, eppure ci siamo ripresi il controllo delle nostre leggi e del nostro destino”.
I toni trionfalistici del premier britannico
Mentre i rappresentanti Ue con toni anche poetici hanno espresso un grande rammarico per l'uscita della Gran Bretagna dal gruppo, il premier britannico ha usato toni trionfalistici. “Abbiamo riconquistato la libertà -, ha detto -. Siamo tornati un Paese sovrano e indipendente. Uniformità e armonizzazione sono ora concetti banditi, sostituiti dal rispetto reciproco”.
L'uscita marca la fine di decenni di rapporti antagonistici con la Ue e di conflitti interni al partito conservatore. La Gran Bretagna ha ottenuto quello che voleva, ha sottolineato il premier, uscendo dal mercato unico e dall'unione doganale, sottraendosi ai diktat di Bruxelles, assicurando che in futuro “faremo noi le nostre leggi, potremo essere innovativi e creativi in tutti i settori, dalla finanza alla biotecnologia, potremo tutelare l'ambiente e sostenere i nostri agricoltori come vogliamo”.
Il controllo delle acque territoriali
Per la prima volta dal 1973 la Gran Bretagna si riprende il controllo delle nostre acque territoriali, ha detto Johnson, annunciando finanziamenti di 100 milioni di sterline per potenziare la flotta di pescherecci britannici e sostenere il settore della pesca che ha giocato un ruolo così cruciale nei negoziati.
Ora lotta al coronavirus
Con un occhio al suo ruolo nei libri di storia, Johnson ha invitato tutti gli inglesi a realizzare “l'immensità di questo momento e sfruttarla al massimo”. L'accordo vuol dire certezza dopo anni di incertezza, ha detto, e consentirà al Governo di concentrare tutti i suoi sforzi sulla lotta contro il coronavirus che tanto ha devastato il Paese. L'economia, che sta vivendo la peggiore crisi da oltre 300 anni, potrà gradualmente riprendersi.
“Lasciamo Ue ma restiamo vicini”
Il premier ha anche assicurato la Ue che la Gran Bretagna continuerà a essere un buon vicino di casa. “Saremo il vostro amico, il vostro alleato, il vostro sostenitore e il vostro mercato principale -, ha detto rivolgendosi ai 27 -. Lasciamo la Ue ma resteremo vicini all'Europa. La zona di libero scambio che abbiamo creato sarà positiva per entrambi”.
Un accordo da migliaia di pagine
Le migliaia di pagine dell'accordo verranno esaminate in dettaglio nei prossimi giorni. I sostenitori di Brexit, ai quali Johnson tanto ha concesso negli ultimi anni, lo aspettano al varco. A breve inizieranno le critiche e le recriminazioni, quindi il premier fa bene a godersi il successo del momento.
Addio al programma Erasmus
Le reazioni immediate sono state positive. Perfino Nigel Farage, ex leader dell'UK Independence Party, oggi ha espresso la sua soddisfazione. “L'accordo non è perfetto ma la guerra è finita”, ha dichiarato il vero responsabile di Brexit. Anche con l'accordo, le cose cambieranno radicalmente dal primo gennaio. Non ci saranno tariffe sulle merci ma ci saranno controlli al confine e molta più burocrazia per le imprese. Finirà la libera circolazione delle persone. Si allenteranno gli stretti rapporti culturali e in particolare il programma di scambio Erasmus che tanto ha fatto per allargare gli orizzonti degli studenti universitari.
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