Brexit, ok opposizione a un secondo referendum. Ue: con no deal frontiere dure in Irlanda
di Redazione Online
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Il leader del partito laburista dell'opposizione britannica Jeremy Corbyn apre la strada a un nuovo referendum su Brexit. Finora Corbyn ha sempre negato questa possibilità indicando come unica alternativa al fallimento dei piani A e B di Theresa May, nuove elezioni politiche.
Il dramma a Westminster
Dopo che l’accordo di divorzio dalla Ue è stato bocciato la scorsa settimana dal parlamento britannico con 230 voti di scarto nati dall’unione della ribellione Tory e dal «no» di tutte le opposizioni, il premier May ha proposto di modificare l’intesa nel tentativo di conquistare i conservatori ribelli e il partito nordirlandese che sostiene il suo governo.
La mossa dei laburisti
Ora i laburisti guidati da Corbyn hanno presentato un emendamento per costringere il governo a dare al parlamento il tempo di considerare e votare sulle opzioni possibili per impedire un'uscita «no deal» cioè senza accordo. Il «no deal» sarebbe una hard Brexit che fa paura a tutti a cominciare dagli operatori economici, non a caso oggi May ha incontrato imprese e sindacati.
Rispetto a prima della bocciatura, la premier inaffondabile - per mancanza di alternative - sta cercando di concertare di più. Tra le opzioni ci sono un’unione doganale permanente con la Ue e «un voto pubblico su un accordo»: due proposte che May ha escluso.
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I problemi per un secondo referendum
I sostenitori del secondo referendum hanno risposto con cautela all'annuncio. E non è nemmeno chiaro se vi sia o no una maggioranza in Parlamento favorevole a ripetere il referendum. Ci sono poi anche alcuni laburisti preoccupati delle conseguenze di una richiesta di ripensamento degli elettori. Inoltre c’è anche la possibilità che la mossa possa aiutare May a ottenere il suo tanto odiato accordo attraverso il Parlamento in un secondo tentativo. Se la prospettiva di un secondo referendum diventa reale - e i sondaggi continuano a mostrare che c'è una possibilità che Brexit sia bloccata - allora gli estremisti pro-Brexit potrebbero decidere che l'accordo di May è meglio di una no Brexit.
La Ue attende
Da parte sua la Ue attende. Il capo negoziatore Ue Michel Barnier ha escluso un ripensamento sul backstop tra le due Irlande, meccanismo che entrerebbe solo in caso di mancanza di accordi commerciali futuri tra UK e UE e tuttavia maggiore ostacolo per far digerire al parlamento britannico l’accordo tra May e la Ue siglato il 25 novembre scorso a Bruxelles. È quindi stallo, dicono a Bruxelles ma la Commissione tramite portavoce parla chiaro: senza accordo ci saranno «frontiere fisiche dure» tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda e ciò metterà in pericolo gli accordi del Venerdì Santo che hanno garantito finora la pace tra le due comunità.
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