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Brexit sei anni dopo: per gli europei residenti in Uk è ancora una ferita aperta

I molti che hanno scelto di restare nel Regno Unito anche dopo l’uscita di Londra dalla Ue si sentono ora traditi e in una posizione precaria e insicura e hanno perso la fiducia nella loro patria adottiva

di Nicol Degli Innocenti

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2' di lettura

LONDRA - Sei anni dopo, Brexit è ancora una “ferita aperta” per i cittadini europei residenti in Gran Bretagna, secondo un sondaggio pubblicato oggi in occasione dell'anniversario del referendum del 23 giugno 2016.

Lo shock del risultato di allora si è dissipato, ma la decisione del 52% dei cittadini britannici di lasciare la Ue continua ad avere ripercussioni negative per i milioni di europei che si erano stabiliti nel Regno Unito. I molti che hanno scelto di restare anche dopo Brexit si sentono ora traditi e in una posizione precaria e insicura e hanno perso la fiducia nella loro patria adottiva.

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Il sondaggio, condotto da diverse Università inglesi per il progetto Migzen finanziato dall'Economic and Social Research Council, ha chiesto l'opinione di centinaia di cittadini europei che nel 2016 erano residenti in Gran Bretagna da oltre cinque anni e che quindi hanno avuto il diritto al permesso di residenza permanente o “settled status”.

Dopo Brexit restano i timori

Il diritto a restare non sembra però avere placato i loro timori. Brexit ha avuto “un impatto profondo e duraturo sulle vite e sul senso di identità e di appartenenza dei cittadini europei nel Regno Unito – spiega Nando Sigona, professore di sociologia all'Università di Birmingham, presidente della divisione International Migration e autore principale dello studio -. Qui si parla di Brexit come una cosa ormai fatta e superata, ma per i cittadini europei rimane una ferita aperta”.

Le ramificazioni di Brexit continuano ad avere un impatto sulla vita quotidiana dei cittadini europei e sulla loro opinione del Paese in cui vivono, con un netto calo della fiducia nelle istituzioni e nella classe politica britannica. Il 72% degli interpellati ha detto di avere ancora un attaccamento emotivo al Regno Unito, ma l'89% ha ammesso di avere un'opinione meno positiva. Le parole più usate dagli interpellati sono state “delusione”, “tradimento”, “tristezza”, “frustrazione”, “rabbia” e “disgusto”, mentre molti hanno espresso la sgradevole sensazione di non essere più i benvenuti.

Preoccupazione per lavoro e residenza

Da un punto di vista più pratico, molti temono che il loro diritto di residenza possa essere modificato in futuro, citando anche il fatto che al contrario dei cittadini britannici nella Ue, a loro non è stato concesso un documento di identità ma un certificato digitale disponibile solo online. “Data la mancanza di fiducia nel sistema di immigrazione britannico molte persone si sentono ancora insicure”, spiega Sigona. Nonostante tutti questi aspetti negativi, la maggioranza dei cittadini Ue non intende lasciare il Regno Unito soprattutto per motivi di lavoro.

Il sondaggio rivela che Brexit ha rafforzato l'identità europea del 90% degli interpellati più che il loro desiderio di tornare nel loro Paese d'origine. “Prima non mi ero mai interessata molto alla Ue, ma dopo il referendum mi sono molto documentata per poterla difendere dalle bugie che leggo costantemente sulla stampa britannica”, ha affermato una cittadina italiana.


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