Brexit, la Ue avvia azione legale contro Londra. L’Irlanda: si rispetti accordo di recesso
La Commissione europea ha annunciato di aver lanciato una procedura di infrazione contro il Regno Unito a causa del progetto di legge che viola una parte dell'accordo di recesso con l'Unione europea
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La Commissione europea ha annunciato di aver lanciato una procedura di infrazione contro il Regno Unito a causa del progetto di legge che viola una parte dell'accordo di recesso con l'Unione europea. Lo ha indicato la presidente von der Leyen: «Questa mattina la Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora al governo britannico. Questa è la prima fase di una procedura di infrazione». Bruxelles aveva dato tempo al governo britannico fino a mercoledì 30 settembre per ritirare il progetto di legge.
Von der Leyen: Londra chiarisca
«Abbiamo lanciato una procedura d'infrazione come previsto dall'accordo di recesso. Abbiamo inviato una lettera di messa in mora agli amici britannici, perché vogliamo che la situazione» dell'Internal market Bill sia chiarita, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, arrivando al Consiglio europeo.
Il governo britannico ha nuovamente difeso il suo progetto di legge sul mercato interno dopo la lettera della Commissione Europea. Un portavoce del governo ha assicurato che l'esecutivo risponderà a tempo debito all'azione di Bruxelles.
«Abbiamo presentato con chiarezza - ha detto il portavoce - le ragioni che ci impongono di introdurre le misure relative all'Irlanda» sottolineando il bisogno di «proteggere l'integrità del mercato interno del Regno Unito» attraverso la legge già approvata dalla camera dei Comuni e ora all’esame dei Lord. Si tratta, ha insistito, di «creare una rete legale di sicurezza per proteggere il mercato interno del Regno Unito e al contempo tutelare il processo di pace» irlandese.
Sulla stessa linea di von der Leyen si è schierato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli: Il Regno Unito, ha detto, «deve rispettare gli accordi precedenti o non ci sarà alcun progresso». La Ue, ha aggiunto, negozierà con il Regno Unito «fino all’amaro finale» del divorzio fra Londra e Bruxelles.
L’Irlanda: l’accordo di recesso sia rispettato
Anche Dublino si è schierata, da subito, contro una legge che permetterebbe a Londra di rivedere gli accordi sui confini tra Irlanda e Irlanda del Nord. «L'accordo di recesso, insieme al protocollo dell'Irlanda del Nord, deve essere rispettato» ha detto il premier irlandese Micheál Martin al suo arrivo al Consiglio europeo a Bruxelles, precisando che il suo Paese è «chiaramente impegnato nei negoziati paralleli in corso tra l'Unione europea e il Regno Unito, che dovrebbero portare a un accordo commerciale ragionevole».
Londra ha un mese di tempo
Ora Londra ha un mese di tempo per rispondere alla Commissione europea. Non deve stupire la mossa di von der Leyen: il Regno Unito nella fase di transizione che scade a fine anno è sempre soggetta alle regole comunitarie anche se non partecipa più alle decisioni.
La Commissione indica che «a norma dell'articolo 5 dell'accordo di recesso, l'Unione europea e il Regno Unito devono adottare ogni misura atta ad assicurare l'adempimento degli obblighi derivanti dall'accordo e astenersi da qualsiasi misura che possa mettere in pericolo la realizzazione dei suoi obiettivi. Le parti sono tenute a collaborare in buona fede nell'adempimento dei compiti derivanti dall'accordo di recesso».
La legge contestata da Bruxelles
All'inizio di settembre il governo britannico ha presentato un progetto di legge (”United Kingdom Internal Market Bill”) il quale, se fosse adottato, «costituirebbe una palese violazione del protocollo su Irlanda/Irlanda del Nord, perché consentirebbe alle autorità del Regno Unito di non tener conto degli effetti giuridici delle disposizioni del protocollo nel quadro dell'accordo di recesso».
I rappresentanti del governo del Regno Unito, continua Bruxelles, hanno addirittura «riconosciuto questa violazione, dichiarando che il suo scopo era consentire di derogare in via permanente agli obblighi derivanti dal protocollo». Nonostante le richieste dell'Unione europea, il governo del Regno Unito «non ha ritirato le parti controverse del progetto di legge, violando quindi l'obbligo di agire in buona fede di cui all'articolo 5 dell'accordo di recesso». E ha inoltre avviato un processo che, in caso di adozione del progetto di legge, «ostacolerebbe l'attuazione dell'accordo di recesso».
Cosa prevede l’accordo sull’Irlanda del Nord
L'accordo Ue-Regno Unito stabilisce che l'Irlanda del Nord applichi su tutti i prodotti in transito dazi e regole Ue sul commercio dei beni anche se resterà nell'unione doganale britannica. Londra si è impegnata a rispettare gli standard europei in materia di aiuti di Stato per mantenere un terreno di leale concorrenza con l'Unione. Il progetto di legge dà il potere al governo di non rispettare queste parti dell'accordo.
Le linee rosse di Londra
Parlando alla Camera dei Comuni, il ministro MIchael Gove, copresidente della commissione mista Gb-Ue per l'attuazione delle intese sulla Brexit, ha da parte sua evocato ancora una volta “linee rosse” che il governo Johnson non intende e non può valicare. Ma ha glissato sulla lettera della Commissione europea, manifestando invece un certo ottimismo sugli ultimi sviluppi dei negoziati in corso a Bruxelles fra i team guidati da MIchel Barnier e da lord David Frost sulle relazioni future commerciali: negoziati che, malgrado lo stallo di quest mesi, potrebbero ancora produrre un Trattato di libero scambio in extremis, durante il mese di ottobre, ossia un accordo che nella prospettiva di Londra consentirebbe a Johnson di accantonare l'Internal Market Bill o almeno i suoi punti più controversi improntati a una potenziale violazione del diritto internazionale.
I passi avanti sul Trattato di libero scambio
I progressi fatti negli ultimi colloqui sulle relazioni commerciali - ha detto Gove in risposta alla sollecitazione dell'opposizione laburista a scongiurare un no deal ad alto rischio per l'economia, nel pieno dell'emergenza coronavirus - hanno riguardato «un'enorme quantità di dossier». «Vi sono ancora uno o due punti di attrito, dagli aiuti di Stato, al level playing field e alla pesca, ma credo che con buona volontà da entrambe le parti si possa arrivare a risolverli», ha proseguito, pur non senza ribadire che per il governo Tory rimangono chiare «le linee rosse da non superare»: poiché «è di vitale importanza conservare la fiducia del popolo britannico e assicurare che dal primo gennaio 2021 possiamo lasciare anche il mercato unico e l'unione doganale dell'Ue per riprendere il controllo» della nostra sovranità.
Fonti: trattative ancora in stallo
In realtà i «punti di attrito» potrebbero essere più numerosi, a giudicare dallo stallo negoziale che sembra essersi creato a Bruxelles. A quanto riporta Bloomberg, i diplomatici che si occupano delle trattative sono «chiusi» nei faccia a faccia a Bruxelles, senza spiragli immediati di accordo. Fonti interpellate dall’agenzia hanno dichiarato che il cosiddetto «tunnel», la fase finale del braccio di ferro, è ben lontano dall’essere raggiunto. Gli ostacoli rimangono sempre le politiche di aiuto al Regno Unito e l’accesso di imbarcazioni Ue nelle acque britanniche.
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