Brunello Cucinelli, nuova linea di occhiali insieme a Oliver Peoples
Per l’azienda umbra si tratta della prima licenza in oltre 40 anni di attività. Il 2021 previsto in crescita del 20%
di Giulia Crivelli
2' di lettura
Non aveva mai ceduto alla tentazione delle licenze, accordi quasi sempre, almeno nel breve periodo, molto convenienti per un marchio globale. Né aveva ascoltato le lusinghe delle tante aziende specializzate in categorie di prodotto che richiedono tipi di knowhow diversi da quelli dell'abbigliamento. Per gli occhiali e soprattutto per Oliver Peoples, brand di proprietà di Essilux, Brunello Cucinelli ha fatto un'eccezione, siglando il primo accordo di licenza in oltre 40 di storia del marchio. «Più che di licenza preferisco parlare di partnership – spiega il fondatore, ceo e presidente dell'azienda di alta gamma, quotata a Milano dal 2012 –. Gli occhiali, da vista e da sole, sono una parte importante del look di ognuno di noi e dicono molto dei gusti e della personalità di chi li porta. Per questo era importante che la collezione fosse in linea con ogni altro capo o accessorio Brunello Cucinelli». Nato a Los Angeles nel 1987, Oliver Peoples fu acquisito da Luxottica (ora Essilux) nel 2007 e da allora ha trovato una formula, quasi un'alchimia, per unire spirito californiano e qualità del made in Italy.
«Gli occhiali sono disegnati sulla West Coast americana, ma prodotti in Veneto – sottolinea Rocco Basilico, ceo di Oliver Peoples –. I primi modelli creati con e per Brunello Cucinelli saranno in vendita da settembre nei nostri 45 monomarca, nelle boutique Cucinelli e in una selezione di negozi della rete wholesale del gruppo Essilux». Al futuro a breve, medio e in particolare a lungo termine, Cucinelli guarda con fiducia perché, dice, «la ripresa in Italia non sarà solo economica, ma anche sociale e culturale».Dopo vent'anni di crescita media annua del 12%, nel 2020 i ricavi sono calati del 10% (a fronte di percentuali più che doppie per l'industria della moda nel suo complesso) e per il 2021 Cucinelli prevede un aumento del 20% del fatturato, per tornare, forse persino migliorare, i dati del 2019, indici di redditività compresi. Il suo non è solo l'ottimismo che deve avere chi guida una società con 2.200 dipendenti diretti e 5mila nell'indotto. «Ottimisti si può anche nascere e io ho la fortuna di avere questa caratteristica – conclude –. Ma oggi è più importante avere speranza nel futuro e voglia di sognarlo e progettarlo, come ha detto a più riprese Mario Draghi».
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