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Brunello di Montalcino, crescono fatturato (+18%) ed esportazioni

Secondo l’Osservatorio del Consorzio di tutela, gli Stati Uniti raggiungono una quota di mercato del 30%

di Giorgio dell'Orefice

I vigneti di Montalcino

2' di lettura

Il sensibile incremento dei prezzi fa volare il valore delle vendite di Brunello di Montalcino anche in corrispondenza dello sbarco sul mercato, tra le altre tipologie, di un’annata di minore produzione, e quindi di volumi ridotti come la 2017. È quanto emerge dai dati del Consorzio di tutela del Brunello di Montalcino, sulla base delle rilevazioni dell’Osservatorio prezzi che, a tutto il 2022, hanno registrato un progresso nei fatturati del 18% sullo stesso periodo dell'anno precedente. Complessivamente sono risultati in crescita anche i volumi (+7%) nonostante l’arrivo sul mercato, come accennato, del millesimo meno produttivo 2017.

L'Osservatorio Prezzi è uno strumento di rilevazione delle vendite basato sulle dichiarazioni di un campione omogeneo di imprese del territorio. E dal panel monitorato, che rappresenta il 28% della capacità produttiva della Docg, è emerso che al significativo aumento del prezzo medio, ha corrisposto una performance positiva in quasi tutti i mercati export di sbocco e in quello interno.
Molto bene anche il mercato interno che resta il primo sbocco per Brunello. In particolare, spicca la domanda nel Belpaese, primo mercato per il principe dei rossi toscani, con un rialzo in valore a +27% (+19% i volumi).

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Molto bene – secondo i dati del Consorzio - anche gli ordini dagli Stati Uniti, che con una chiusura di anno a +29% si confermano principale sbocco internazionale con una quota di mercato che sale a circa il 30% sul totale delle vendite di Brunello oltreconfine. In positivo anche altri tre mercati chiave del Brunello come Canada, Germania e Svizzera, mentre fa segnare una battuta d'arresto il Regno Unito. Complessivamente, nel 2022 è stato commercializzato il 94% della consistenza iniziale dell'annata 2017. La Riserva 2016, altra protagonista delle vendite dello scorso anno, ha infine portato il millesimo al sostanziale sold out nelle cantine di Montalcino.

«Lo scorso anno – ha commentato il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – le nostre imprese sono riuscite a fare ancora meglio del già fortunato biennio precedente. In primo luogo, perché è la dimostrazione di come il nostro brand territoriale sia sempre più apprezzato nel mondo a prescindere dal blasone delle singole annate; poi perché il risultato è stato raggiunto nonostante una dotazione della nuova annata commerciale 2017 di circa il 15% inferiore rispetto a quella precedente. ‘Consolidamento' – ha concluso Bindocci - sarà la parola chiave di un 2023 che si apre con molte insidie di carattere congiunturale, da conseguire attraverso un'attività intensa di promozione e posizionamento in Italia e all'estero».

Quest'anno, tra i principali impegni del Consorzio e delle 214 imprese rappresentate figurano le collettive del Prowein di Duesseldorf, dal 19-21 marzo, e del Vinitaly a Verona (2-5 aprile), ma anche gli eventi strategici sul territorio, come Red Montalcino, previsto a inizio estate e Benvenuto Brunello, dal 17 al 27 novembre, che vedrà confermata l'appendice in contemporanea in diversi Paesi chiave.

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