Brunetta: «Defibrillatori in tutte le 32mila amministrazioni pubbliche»
Per Giorgio Mulè ora si devono approvare rapidamente i decreti attuativi che consentiranno di avere apparecchiature ovunque. E nella legge di bilancio fondi per comprarne di più
di Nicoletta Cottone
4' di lettura
Ogni anno in Italia muoiono per arresto cardiaco 60mila persone: 5mila al mese, 166 al giorno, 7 ogni ora. Un bollettino di guerra al quale la nuova legge che vuole portare i defibrillatori ovunque cerca di porre rimedio. La legge c’è, ma è necessario renderla operativa. In occasione della Giornata mondiale della rianimazione cardio-polmonare si chiede di fare presto con i decreti attuativi che consentiranno di rendere pienamente operante la legge 116/2021 che prevede la diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici, di lavoro, nelle scuole e nei centri sportivi. Ovunque, per consentire il salvataggio di tante vite umane. É infatti fondamentale un intervento tempestivo quando una persona è colpita da arresto cardiaco. E ogni minuto in più di attesa della scarica del defibrillatore diminuisce la possibilità di sopravvivere. Proprio per questo all’aeroporto dell’Urbe di Roma se ne è parlato nel convegno “La legge del cuore”, organizzato dal sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, primo firmatario e relatore della legge approvata all’unanimità dalla Camera. Politici e associazioni di volontariato uniti per parlare di questo strumento fondamentale per salvare vite umane, per soccorrere con celerità chi è colpito da attacchi cardiaci. Con la testimonianza di soccorritori e sopravvissuti.
Brunetta: «Farò in modo che le 32mila pubbliche amministrazioni abbiano defibrillatori»
«Farò in modo che le 32mila amministrazioni pubbliche italiane, centrali e periferiche, piccole e grandi, siano tutte dotate di defibrillatori. Di questo ne faccio un impegno. Se servono altre risorse, le troveremo insieme al sottosegretario Mulè», ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, in occasione della Giornata mondiale della rianimazione cardio-polmonare, in un videomessaggio diffuso durante il convegno. Brunetta ha raccontato le difficoltà nella chiusura del provvedimento per carenza di copertura. Coperture per le quali il ministro, su richiesta del deputato Giorgio Mulè, si è battuto: ha studiato il dossier e trovato la copertura. «É una legge di civiltà - ha detto Brunetta - una legge salvavita che colma il divario normativo con gli altri paesi europei e posiziona l’Italia fra le best practice internazionali in materia di tutela e salvaguardia della vita delle persone.
Mulè: «Subito i decreti attuativi»
«Non ci accontentiamo della legge, che rappresenta un primo mattone, che ha bisogno però di altri mattoni, che sono i decreti attuativi per renderla operativa. L’impegno è inserire nella legge di stabilità una variazione attraverso un emendamento, che spero sarà firmato da tutti i rappresentanti dei partiti in Parlamento, che eleva a 3 milioni di euro, dal 2022 al 2024, il contributo per l’acquisto di defibrillatori». Fondamentale per Mulé anche la diffusione della cultura della prevenzione: «Ora è il momento di applicare la legge, di renderla operativa diffondendo oltre ai defibrillatori, anche la cultura della prevenzione, delle manovre di primo soccorso e delle tecniche di rianimazione. Migliaia di vite saranno salvate in quel brevissimo lasso di tempo, 5 minuti, che trascorre tra una speranza di vita e una certezza di morte».
Casellati: «Le leggi servono anche per affermare pratiche sociali»
La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati in un messaggio ai partecipanti ha ricordato come il convegno sia anche «un’opportunità per riflettere su come l’azione legislativa, oltre a riconoscere diritti, prescrivere obblighi o sancire divieti, possa rappresentare anche uno strumento prezioso per stimolare l’affermarsi di buone pratiche sociali, comportamenti virtuosi o, come in questo caso, favorire la diffusione, l’insegnamento e l’utilizzo di tecnologie indispensabili per soccorrere e salvare vite».
Parente: «Ora ampliare i luoghi dove installare i defibrillatori»
«Ora servono altre risorse per allargare i luoghi di istallazione dei defibrillatori. È un impegno per la prossima legge di bilancio», ha detto la presidente della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama Annamaria Parente. «Non possiamo avere una medicina che aspetta la malattia, ma dobbiamo combattere per prevenire». Abbiamo avuto «tante perdite umane per arresto cardiaco tra cui anche adolescenti e bambini», ha detto Annamaria Parente, ricordando i tanti giovani morti per arresto cardiaco, a partire da Lorenzo Greco, un ragazzo che frequentava la prima media in una scuola torinese. Il 3 febbraio 2014 il suo cuore ha smesso di battere: quella mattina aveva portato a scuola le caramelle per festeggiare il suo compleanno, caduto il giorno prima. Il nonno Mario, infaticabile nel chiedere che i defibrillatori vengano installati ovunque, ha chiesto all'Associazione Piemonte Cuore Onlus dal Febbraio 2014 di ricordare Lorenzo in tutti i luoghi dove si formano le future generazioni. E proprio a lui è stato dedicato un programma formativo finalizzato alla sensibilizzazione di studenti e docenti sull'importanza della rianimazione cardiopolmonare e l'utilizzo precoce del Defibrillatore, iniziato a Piacenza dal 1998.
Figliuolo: «L’Italia ha mille risorse che facendo squadra portano al successo»
«La cultura della salute pubblica è un ambito importante per la comunità e bisogna ringraziare coloro che lavorano per promuovere iniziative che mirano a migliorare e a proteggere la salute dei cittadini, come quella sulla diffusione della cultura dei defibrillatori. L’Italia ha mille risorse, umane, tecniche e professionali, che, quando si mettono insieme e fanno squadra, portano al successo», ha sottolineato, in un messaggio, il commissario per l’emergenza Covid Figliuolo.
Andrea Sidarous, la mia insegnante di matematica mi ha salvato la vita
Sul palco si susseguono le storie di chi, grazie all’intervento del defibrillatore, si è salvato, Dopo una partita di calcio, a scuola, a casa grazie all’intervento del figlio. Il maggiore Maurizio Lubrano che a Roma il 9 marzo scorso ha salvato con il defibrillatore, guidato dal 118, un uomo colpito da un attacco cardiaco durante una partita di Padel. O Pierluigi Gaudio, che a San Lucido (Cosenza) il 22 agosto 2018 è stato salvato grazie a un defibrillatore pubblico che si trovava in una delle principali piazze della cittadina. O Daniela Ghiglietti, insegnante di educazione fisica, salvata nel 2014 dal figlio di 16 anni che a scuola aveva fatto da poco un corso di primo soccorso. Poi Andrea Sidarous, 21 anni, salvato a scuola dalla sua docente e dalla bidella. É il 30 gennaio 2020. Il primo attacco cardiaco arriva senza che il ragazzo avesse mai sofferto di cuore. Era uscito dalla classe per andare in bagno ed era svenuto in corridoio. L’insegnante di matematica, insieme alla bidella, lo hanno salvato grazie al defibrillatore che era stato collocato in palestra. «Per fortuna appena una settimana prima la docente aveva seguito dei corsi su come utilizzarlo. Ma soprattutto sono grato che abbiano avuto il coraggio di usarlo, perché le persone, anche dopo essersi istruite e aver seguito dei corsi, spesso hanno paura ad usare il defibrillatore e il compito di salvare la vita può essere pesante. La mia insegnante e la bidella sono state molto coraggiose».
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